LECCE (di Italo Aromolo) – La pazienza… Dopo un lutto in famiglia, in tanti potranno consolarci, ma solo il tempo allevierà il dolore. Dopo una frattura, potremmo prendere cure su cure, ma solo il tempo risanerà la ferita. Dopo l’arrivo in una nuova città, non potremmo pretendere di imparare a memoria tutte le vie: solo il tempo ci farà veramente orientare. Si potrebbe andare avanti con tanti altri esempi, ma questi tre rendono l’idea: è il tempo la miglior medicina per i problemi e la pazienza, nell’aspettare, paga.
L’avrà capito il Direttore tecnico dell’ U.S. Lecce, Antonio Tesoro che, dopo aver assistito alla rottura inaspettata del giocattolo lo scorso anno, è in attesa che il collante faccia effetto sui pezzi di ricambio; ha così deciso di confermare Francesco Moriero sulla panchina giallorossa, forse memore delle passate esperienze.
E’ una scelta coraggiosa quella di Tesoro jr: confermare chi ha deluso, chi non è riuscito a dare ciò che voleva, chi ha sempre perso e chi è criticato dalla maggior parte della tifoseria. Ma la recente storia giallorossa insegna che avere il coraggio della pazienza porta spesso ottimi frutti: è il trailer di un film già visto, dall’era-Jurlano fino all’era-Semeraro, da Carlo Mazzone fino a Serse Cosmi, dal 1984 fino al 2012.
Partiamo dalla fine: nel dicembre 2011, dopo l’esonero di Eusebio Di Francesco, la cui straordinaria annata a Sassuolo l’anno seguente già dimostra come allora la pazienza avrebbe pagato, viene chiamato a risollevare le sorti di un Lecce distante 6 punti dalla zona salvezza Serse Cosmi. L’uomo del fiume non inizia nel migliore dei modi: un solo punto in tre partite e quart’ultimo posto che si allontana all’abissale distanza di 9 punti. Tuttavia, proprio la fiducia della società e il supporto dell’ambiente permettono a lui e alla squadra di iniziare quella splendida rimonta sul Genoa fallita solo all’ultima giornata.
In due occasioni la pazienza avuta dalla famiglia Semeraro ha salvato non solo la panchina di Gigi De Canio, ma anche la stagione: in Serie B, stagione 2009/’10, il tecnico di Matera, confermato nonostante la precedente retrocessione dalla A, inizia in modo altalenante la stagione: solo 5 punti in 5 partite, tra cui due pessime prestazioni casalinghe contro il Frosinone, allenato allora proprio da Moriero, ed il Crotone. Sarà sufficiente aspettare la sesta giornata (vittoria a Trieste) per inanellare una serie di ottime prestazioni e risultati positivi che avrebbero portato alla vittoria del campionato. Stesso leitmotiv l’anno seguente, in Serie A; nei primi mesi la panchina di De Canio traballa più volte: il 29 novembre, dopo una sconfitta a Cagliari, il tecnico rassegna le dimissioni, prontamente respinte dalla proprietà, che conferma il tecnico anche dopo la sconfitta con il Bari del 6 gennaio, quando i giallorossi occupano il penultimo posto in classifica, ben distanziati dal Cesena quart’ultimo. La partita post-derby segna la ripresa: Lazio-Lecce 1-2 da il là ad una straordinaria cavalcata che porterà alla permanenza nella massima serie.
Anche nel 2007 la creatura giallorossa di Giuseppe Papadopulo è un diesel: 7 punti nelle prime 8 partite, con una media punti a partita (0,8) da retrocessione in serie C. Epilogo dell’era del “Papa”: promozione in Serie A.
Memorabile resta la rimonta salvezza targata Delio Rossi nella Serie A 2003/’04: solo 9 punti fino a gennaio, ma l’allenatore non è in discussione, così l’autostima del gruppo cresce attraverso il lavoro sereno del mister; dalla vittoria ad Ancona i salentini macinano punti su punti, sconfiggono persino i “giganti” Juventus ed Inter e raggiungono una salvezza che ha il gusto dell’incredibile. E’ pur vero che nel mercato di gennaio vengono acquistati grandi nomi, ma l’allenatore resta sempre Rossi, e d’altronde oggi i detrattori di Moriero, più che mettere in dubbio il valore della rosa, puntano il dito quasi esclusivamente sulla presunta incompetenza del mister.
Un salto nel passato porta a fine anni ’80, sotto la presidenza di Franco Jurlano: merita di essere citato Carletto Mazzone, che, dopo aver perso mestamente lo spareggio per la A con il Cesena, viene confermato alla guida tecnica, ottenendo gli anni seguenti la promozione e due salvezze consecutive nella massima serie. Dieci anni dopo, anche Nedo Sonetti, malgrado la retrocessione in B, resta in sella e riporta prontamente i giallorossi in Serie A.
E la lista si allunga notevolmente andando oltre i confini salentini: per fare solo due nomi, Francesco Guidolin e Maurizio Sarri. Il primo, all’Udinese, viene confermato sebbene perda la prime 5 partite, e, a fine stagione, si classifica al terzo posto, a ridosso di Juventus e Milan. Stesso destino per il secondo, alla guida dell’Empoli: la miseria di 4 punti nelle prime 9 giornate non gli impedisce di giocarsi la promozione in A nella finale play-off con il Livorno.
La pazienza paga, dunque. E non manca la controprova: la fretta e le decisioni impulsive, primogenite della confusione e della mancata programmazione, molto spesso hanno portato a stagioni fallimentari. Tornando al Lecce, i tripli ribaltoni Lerda-Toma-Gustinetti, Gregucci-Baldini-Rizzo, Prandelli-Pereni-Sonetti hanno sempre avuto come conseguenze mancate promozioni o umilianti retrocessioni.
Pazienza. Tempo. Fiducia. Il tempo è la miglior medicina, ma ovviamente non se si aspetta passivamente una soluzione dal cielo, ma solo se a testa bassa si lavora, si programma e si cerca di risolvere i problemi attraverso sudore e impegno assiduo. E d’altronde Moriero altro non ha detto: “Lavorare, lavorare, lavorare”. Diamogli tempo e facciamolo lavorare. La pazienza, come sempre, pagherà.
Delio Rossi… ERA REGGIO CALABRIA non ANCONA… E chi se la dimentica quella trasferta??? Facevamo schifo, facemmo la partita perfetta e viaggiammo a ritmo da Champions per il girone di ritorno. 9+3 di Reggio=12 punti all’andata!
Perfettamente d’accordo. Facciamolo lavorare. Ci vorrà tempo (l’amalgama non si compra come credeva Massimino), ma sono convinto che, con la rosa che abbiamo, la squadra verrà fuori. FORZA LECCE!!!