LECCE – (di Massimiliano Cassone) – Voglio iniziare a raccontare alla rovescia la serata (l’ennesima) maledetta di  ieri in quel “Via del Mare”, teatro un tempo di ben altre storie.

Con un gioco di parole possiamo ben dire che Salvi è l’unico ad aver fatto il calciatore in una serata di fine estate umida; per il resto… si “salvi” chi può.

Una formazione senz’anima e triste, come lo stadio d’altronde che, seppur contava più di 5000 spettatori, è apparso senza colore e senza calore, la Nord chiusa (ma anche la Sud) è un pugno ben assestato in un occhio, poi quel tabellone luminoso che non c’è più finisce di condire un’insalata dal sapore scipito.

Al termine di tutto ciò che non si voleva vedere e cioè una sconfitta in casa contro una neopromossa, le parole di Moriero e quelle del diesse Tesoro sembrano la ciliegina su una torta senza zucchero; tutti a scusarsi e a recitare il mea culpa.

Moriero, come già scritto nelle pagelle, è un uomo vero e per questo suona strano come abbia accettato un calciomercato a singhiozzo. A Tesoro, se da una parte vanno i più vivi complimenti per la qualità della rosa assortita, dall’altra bisogna tirargli figuratamente le orecchie per aver portato a Lecce le pedine a rilento. Doveva consegnare questa squadra a Moriero non diciamo la prima settimana di Montecopiolo ma almeno quella dopo. Ben 20 calciatori nuovi hanno bisogno di conoscersi e amalgamarsi, ci sono schemi e logiche di “campo” che non sono certo simili a quelle della Play Station. E poi Moriero aveva chiesto Carcuro e Delvecchio, nessuno dei due è arrivato…

Detto ciò, dobbiamo capire un po’ tutti che ci vuole la pazienza giusta e questo Lecce potrà ancora perdere rovinosamente delle gare perché fa parte del gioco. Ciò però non dev’essere una scusante per i tifosi o sedicenti tali i quali oggi sparano a zero su squadra, società e allenatore. Oggi sembra il giorno dell’“avevo detto io” o “io lo sapevo”, una volta finiti di sparare i fuochi d’artificio speriamo che la festa termini. Un po’ di silenzio non fa mai male.

Ritornando alle 19:00 di ieri sera c’è da sorridere in modo amaro. Aspettavamo l’apertura delle porte dello stadio ma, anche in questo caso, abbiamo visto in faccia i “mostri” di una serata esagerata.

Al mio fianco ed a quello di alcuni colleghi c’era un anziano ma arzillo signore, lucidissimo e pimpante nella mente ma non nel corpo. Riconoscendomi ha iniziato a parlare della storia del Lecce di 50 anni fa e mi ha confidato che, grazie a 40 abbonamenti consecutivi, ha vinto l’abbonamento annuale. Una chiacchierata piacevole che però è terminata quando ha ammesso che era stanchissimo e non poteva reggersi in piedi per molto tempo ancora, alle 19:30 le porte erano ancora chiuse. Abbiamo chiesto spiegazioni agli steward sia noi, sia il simpatico nonnino e loro hanno risposto che per disposizioni del Questore le porte sarebbero state aperte con un ritardo non quantificabile. A quel punto, avendo l’automobile (mia) lì a pochi metri, gli ho proposto di sedersi fino all’apertura… Stizzito contro gli steward, il Questore e la Polizia ha rifiutato.

E anche qui si “Salvi” chi può… E’ impensabile che alle 19:45 le porte di uno stadio dove alle 20:30 si giocherà l’incontro siano ancora chiuse. Stendiamo un velo pietoso sperando che non accadano più simili disguidi. Non lamentiamoci però del dato che vede gli stadi continuare a svuotarsi sempre più, questo è il gioco di Caino e Abele.

Ritornando al Lecce e ai suoi guai, concludo col dire che spero vivamente che nessuno pensi a spostare di un solo millimetro mister Checco Moriero da quella panchina; spero che l’allenatore sia tutelato a dovere. Due gli errori di Moriero (che poi gli hanno fatto beccare un 4 in pagella): il primo è aver accettato per amore, solo per amore, di allenare una squadra con 20 elementi nuovi arrivati in periodi diversi, il secondo e il non essersi impuntato a dovere su quelle due pedine mai avute che lui considerava basilari per la proprio idea di gioco. Ora, dunque, sia lasciato in pace, che lavori sereno e se ne riparli a dicembre. Quest’anno non ci saranno retrocessioni e anche arrivare noni significa disputare i play-off, ora serve solo tanta serenità.

Tesoro dimostri con i fatti che questo è il suo progetto e, se per costruire un grattacielo ci vogliono anni, per toccare il cielo con un dito nel calcio ci vuole il tempo giusto.

Nessuno tocchi Moriero, se succedesse il contrario sarebbe l’anticamera di un fallimento. L’ennesimo.

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