LECCE – Sei anni senza un amico: il tempo passa ma non cancella il ricordo, l’affetto ed il dolore per l’inaccettabile morte di Sergio Vantaggiato. Il volto noto di TeleRama, il giornalista che tra i primi portò le immagini del suo e del nostro amato Lecce, ogni giorno, nelle case dei salentini durante i tg dell’emittente locale in cui lavorava fu strappato letteralmente alla vita in un’afosa estate parigina, alla vigilia del rientro in Italia dalla mini-vacanza in cui era andato a visitare la capitale francese per mantenere una promessa fatta al figlioletto Martino. Aveva solo 41 anni…
Fu vittima di uno scippo in metropolitana, cadde e batté la testa per non farsi portare via il borsello in cui custodiva i biglietti di ritorno in patria, dove lo attendeva la cronaca di un Frosinone-Lecce. Quella partita Sergio non poté né vederla, né raccontarla ai tifosi giallorossi. La curva degli ultrà ciociari gli tributò un saluto inatteso e per questo ancor più commovente. Spirò in ospedale, dove era stato trasportato e sottoposto alle cure del caso nella speranza di poterlo salvare e restituire all’amore dei familiari e dei tanti che hanno avuto l’onore di conoscerlo e di lavorarci a stretto contatto.
Un rispetto che si era meritato grazie al suo carattere gioviale, mai sopra le righe, alla grande passione che lo legava ai colori dell’amatissimo Lecce ed alla sua innata professionalità. Persona schiva e lontana da ogni brama di celebrità, tanto che trovare sue fotografie è impresa ardua, gli Ultrà Lecce, tutt’altro che prodighi di qualsivoglia incensamento, gli dedicarono uno striscione all’uscita del feretro dal Duomo dove si celebrarono i funerali.
Non poteva mancare neppure un sentito ricordo nella mostra “Passione Lecce 105”, organizzata dalle associazioni Lecce in Azione, Noi Lecce e Salento GialloRosso per celebrare i 105 anni di calcio a Lecce lo scorso mese di aprile nel Castello Carlo V del capoluogo salentino.
A Sergio Vantaggiato è intitolato un concorso indetto annualmente dalla Provincia di Lecce e rivolto agli studenti del nostro territorio in cui si premiano le capacità giornalistiche dei più meritevoli.
Di lui conservo tanti ricordi personali. Accanto a lui ho iniziato la mia carriera di giornalista sportivo che seguiva le vicende quotidiane del Lecce. Ed a lui ho rivolto queste parole poche ore dopo la notizia che Sergio non ce l’aveva fatta a vincere la sua partita più impegnativa: “Ti ho visto in tribuna stampa, al tuo solito posto, nell’ultima di campionato col Pescara. E, come sempre mi capita, ho pensato in un istante al collega, ma soprattutto all’amico e al signore d’altri tempi quale sei sempre stato. Persona lontana da ogni astio, rancore o sete di vanagloria: ecco cos’eri, Sergio. Mai un problema con te, mai prepotenze o scortesie tra colleghi come purtroppo in tanti altri casi accade… Si stava chiudendo una stagione agonistica e già pensavo alla successiva anche se in realtà si trattava solo di un paio di mesi appena di sosta tra un campionato e l’altro. Guardando la tribuna stampa (la sala stampa del “Via del Mare”gli è stata poi meritatamente intitolata) ho pensato a tutti coloro che la occupano da anni e ho dato mentalmente l’arrivederci ad agosto. Era lì il tuo, il nostro ambiente naturale. La rabbia e la commozione dei primi momenti ha lasciato spazio alla preghiera per te. Ciao Sergio!”