LECCE (di Gavino Coraduzza) – È stato un 2-2 che dovrebbe accontentare entrambe le squadre ed entrambe le tifoserie: in quel di Foggia avranno parecchie ragioni per masticare un po’ amaro perché passare dal due a zero al pareggio finale può alimentare qualche mugugno. Ma anche in quel di Lecce può germogliare qualche rimpianto visto che, conseguito il gol del pari, sono stati proprio i giallorossi a sfiorare (e sbagliare) il gol del successo pieno. Ecco che allora si può dire che si tratti di un pareggio abbastanza salomonico

Alla manovra molto ariosa e geometrica dei satanelli, il Lecce ha saputo contrapporre la solita compattezza e tanta attenzione in ogni zona del campo; si è giovato della recuperata copia di centrocampo (Mancosu, Arrigoni), ha presentato il redivivo Lepore sulla corsia destra dove si è avuto qualche spunto propulsivo in più ed anche talune ansie difensive

Ma a scardinare quello che aveva tutta l’aria di essere un granitico zero a zero in grado di reggere fino al termine, è stato un perfido destro di Deli, scoccato dai sedici metri e sulla cui preparazione gravano almeno un paio di “mea culpa” a carico della coscienza difensiva giallorossa, a partire dalla leggerezza di Calderoni uccellato in fase di disimpegno da Gerbo…

Si chiude così un primo tempo che ha espresso un paio di interessanti spunti a firma giallorossa (La Mantia in particolare), in aggiunta alle più assidue ed articolate iniziative dei padroni di casa, bravi a concretizzare gli errori individuali degli avversari…

Nella seconda frazione, conoscendo personalità e carattere della truppa di Liverani, pareva naturale aspettarsi  la veemente reazione di Mancosu e compagni; invece, per qualche minuto dopo il rientro in campo, è sempre il Foggia a dettare tempi e modi della manovra, così come aveva prevalentemente fatto nel corso del primo tempo…

Al 7° si registra il raddoppio dei rossoneri: è Tonucci, dimenticato da tutti, a travestirsi da… Mancosu, sparando verso il “sette”, da una ventina di metri, un pallone (quasi) imprendibile per l’impotente Vigorito, che raccoglie dal fondo del sacco la sfera per la seconda volta. Nell’occasione, attaccanti e trequartisti foggiani hanno potuto usufruire delle maglie assai larghe della difesa salentina, mentre l’autore del gol non se lo è filato proprio nessuno…

Ma tre minuti più avanti è però il Mancosu (quello vero…) a rimettere in piedi la partita del Lecce trasformando a fil di palo (quello dell’estremo Bizzarri) un calcio di punizione dal limite dell’area per il gol che sancisce l’1-2 e che riapre d’un tratto un derby che sembrava ormai chiuso…

L’ansia da recupero gioca brutti scherzi alla già “disinvolta” e talvolta traballante organizzazione difensiva della squadra di Liverani; infatti Mazzeo e Galano hanno modo di incunearsi abbastanza spesso tra le maglie talvolta larghe, schierate a protezione della porta salentina…

Ma il Lecce non demorde: La Mantia (25°) viene puntualmente lanciato in area avversaria, potrebbe ricordarsi di essere un bomber ed invece sceglie di fare dietrofront alla ricerca di chissà quale alternativa al possibile tiro in porta: occasione sfumata! Cinque minuti più tardi, ancora l’ex bomber dell’Entella (micidiale questa volta) che con un secco sinistro firma il pareggio!

Il Foggia sembra aver esaurito molta della verve della prima ora di gioco; venuta meno la sicurezza, palesa più di una incertezza e vistose manchevolezze; infatti viene ancora una volta graziato da La Mantia il quale, da posizione davvero invitante, sparacchia sul portiere dauno. Cresce l’impressione che, se c’è una squadra che attende con una certa ansia il triplice fischio, questa sia quella allenata da Grassadonia ormai incapace di scrollarsi di dosso l’assidutà dei giallorossi…

Quello del Lecce è un finale di partita che riscatta ampiamente quel primo tempo nel corso del quale erano stati i satanelli a far registrare una certa prevalenza. Si tratta dunque di un 2-2 che premia le due squadre che, per grandi linee, hanno convinto e sbagliato in egual misura…

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