LECCE – Matteo Pessina sbarca in Serie A, e non lo fa di certo in una cenerentola candidata a giocarsi la salvezza fino all’ultima giornata, almeno sulla carta.
Il 21enne, a Lecce nel 2015/2016 per metà stagione, ha infatti debuttato in Serie A con l’Atalanta nel 4-0 inflitto al Frosinone. Il trequartista monzese ha disputato gli ultimi 9′ della contesa subentrando nel finale a Pasalic.
L’apparizione di due giorni fa, però, è soltanto il coronamento di un’estate importante per Pessina. Gian Piero Gasperini, tecnico della Dea, ha puntato sul brio del giovane play-trequartista già nelle prime apparizioni dei turni preliminari di Europa League.
Pessina, sempre titolare nei doppi confronti contro Sarajevo e Hapoel Haifa, ha risposto bene alla scommessa del Gasp, candidandosi anche per una maglia da titolare nel play-off decisivo per l’accesso ai gironi di Europa League contro il Copenhagen.
Di tracce del passaggio di Pessina a Lecce non ne sono rimaste molte. Arrivato già all’epoca come un talento grezzo da svezzare (in prestito dal Milan) ha collezionato soltanto 4 presenze (3 in campionato e 1 in Coppa Italia di Serie C).
Una di queste fu l’infausto esordio della gestione Sticchi Damiani, l’1-3 subito in casa con la Fidelis Andria. Dopo quei 66′ disputati al “Via del Mare” Pessina ha timbrato il cartellino soltanto a Martina Franca (3′) e negli unici 90′ disputati interamente contro l’Akragas.
Nelle (poche) apparizioni salentine, in ogni caso, Pessina ha dimostrato numeri e grosse potenzialità, magari inadatte al contesto del Lecce di Lega Pro allora, ma senza dubbio facenti parte del bagaglio di un calciatore importante. A gennaio i destini del Lecce e di Pessina si separarono ma la seconda parte di stagione, col Catania, fu altrettanto difficile.
La crescita del ragazzo ha visto il punto di non ritorno della stagione 2016-2017: 9 gol e 3 assist in 35 presenze a Como che gli sono valse il ticket per la Serie B e il contratto con l’Atalanta, che lo preleva dal Milan per 600mila euro.
L’anno scorso, poi, la conferma in cadetteria con lo Spezia. 38 caps in cabina di regia, 2 gol e 3 assist. Il presente, e forse il futuro, si potrà dividere tra l’università del calcio italiano e il purgatorio del football europeo. Molto dipenderà da Copenhagen.