LECCE – Difficile ricordare una gara del Lecce con tante nitide occasioni da rete create ma puntualmente non sfruttate. Contro la Sambenedettese, i ragazzi di mister Rizzo hanno giocato una partita votata all’attacco più che al contenimento, senza speculare sulla chance offerta dal regolamento dei Play-Off che permetteva ai salentini di passare il turno anche solo pareggiando. Alla fine pareggio è stato, ma di palle-gol i giallorossi ne hanno divorate a piene mani, mentre gli avversari possono recriminare solo per una traversa colpita nel primo tempo. I voti nelle pagelle di questo Lecce-Sambenedettese sono all’insegna della buona prova offerta da Lepore e compagni, anche se non sempre la buona sorte può sorridere a chi spreca così tanto, ma i Quarti di Finale sono stati conquistati meritatamente.
PERUCCHINI: Molto meno impegnato rispetto al match dell’andata. Non deve compiere interventi degni di nota, se non uno su punizione dal limite di Radi allo scadere della prima frazione di gioco, e trema solo in occasione della traversa colpita da Vallocchia su cui non poteva onestamente arrivarci, poi si limita all’ordinaria amministrazione incitando i compagni come un vetrano. VOTO: 6
LEPORE: Se avesse un contachilometri collegato agli scarpini chissà quanta strada percorsa nell’arco dei 95 minuti di gioco segnerebbe. Corre come un matto per tutto il match e non cambia né passo, né ritmo neppure nel finale di match, quando viene spostato di 40 metri più avanti. Si danna l’anima per offrire palloni da sfruttare per l’attacco salentino sia con cross che sui tanti calci d’angolo che batte, anche se non sempre sono precisi come vorrebbe. VOTO: 6,5
COSENZA: A conferma che ci deve essere un sortilegio sui difensori del Lecce che in stagione non hanno ancora messo a segno un centro, l’unicio vero errore che commette nel match non è nella sua area di rigore, ma in quella marchigiana quando si divoera una delle tante occasioni create e non finalizzate del match. Un rimpallo lo mette in condizione di battere a rete da ottima posizione, ma la sua conclusione termina alta oltre la traversa per la disperazione sua e della tifoseria leccese. In marcatura non concede la minima sbavatura e francobolla con autorità gli avversari di turno. Se avesdse segnato, sarebbe venuto giù il “Via del Mare“. VOTO: 6,5
DRUDI: Il suo innesto tra i titolari è da considerarsi positivo. Neutralizza le velleità degli ospiti senza eccessivi patemi e si dimostra freddo e tempista nelle chiusure che compie. Il risultato è che la retroguardia salentina appare puiù tonica e meno vulnerabile di quattro giorni fa e se Perucchini non deve sfoderare parate da applausi è anche merito suo, che si dimostra duttile sia da centrale, che quando Rizzo lo sposta sulla fascia destra nei minuti finali. VOTO: 6,5
CIANCIO: Gioca una buona gara, anche se non sgroppa sull’out sinistro con continuità. Come capitato al collega Cosenza, pure lui ha sul destro la palla del game over dopo una ripartenza di settanta metri, ma calcia incredibilmente alla destra di Pegorin ed il Lecce è costretto al batticuore fino al 95′. Più concretezza e cinismo non guasterebbero a lui, come pure ai suoi compagni. VOTO: 6
MANCOSU: Inizia benissimo sfornando passaggi al bacio per segnare. Gioca in generale una gara di spessore il genietto del centrocampo salentino, tornato ad esprimersi su livelli altissimi, tra assist, pressing alto sui portatori di palla avversari e grande senso tattico. Talvolta sembra predicare nel deserto, altre commette qualche leggerezza, ma ad averne di giocatori così in squadra… VOTO: 7
ARRIGONI: Senza il necessario supporto degli altri centrocampisti, soprattutto nel primo tempo va in grave difficoltà preso in mezzo dalla superiorità che la Sambenedettese creava a centrocampo. Spaesato e con un passo nettamente diverso dagli avversari più rapidi e sguscianti, si perde Vallocchia ingenuamente in occasione della traversa colta dai marchigiani. Solo quando le energie calano e le menti dei rossoblù si annebbiano lui riprende fiato e smette di andare in apnea. VOTO: 5,5
COSTA FERREIRA: Mancosu gli regala al secondo minuto di gioco una palla al bacio da spingere in fondo alla rete, ma lui calcia centrale su Pegorin da ottima posizione sprecando la seconda occasione in altrettanti minuti. Se almeno la sua fosse entrata, forse il Lecce ed i suoi tifosi avrebbero passato una serata meno sofferta. Tuttavia, a parte l’essersi divorato quella situazione assai favorevole, è sembrato in crescita di condizione e, una volta prese le misure, lucido nelle chiusure sui portatori di palla avversari e nei passaggi per i compagni. VOTO: 6,5
DOUMBIA: Potrebbe segnare il gol più veloce della stagione quando, dopo una decina di secondi dall’avvio del match, si presenta in area e calcia in porta sia pure da posizione decentrata, permettendo a Pegorin di fare il primo intervento miracoloso della serata. Il gol fallito lo fa sbandare un po’ e, finché resta in campo, non sfrutta sempre a dovere le situazioni favorevoli che la squadra costruisce. Ha però il merito di tenere sulla corda la retroguardia ospite con incursioni sempre ficcanti e paricolose, prima fra tutte il contropiede 5 contro 2 che lo porta davanti al portiere rossoblù che compie l’ennesimo miracolo della serata su conclusione troppo egoista. VOTO: 6,5 —> (dall’88’) TORROMINO: Entra per far passare il tempo nel finale di gara e potrebbe lasciare il segno con un paio di palloni che non sfrutta a dovere o che perde banalmente. Recidivo. S.V.
CATURANO: Che lavori (e tanto) per la squadra è innegabile, ma poi arriva appannato all’appuntamento in area di rigore con la sfera che non riesce proprio ad insaccare sia di piede, che di testa. Però si dà un gran da fare e corre a pressare i portatori di palla sambenedettesi fino a sfiancarsi. VOTO: 6 —> (dal 67′) MARCONI: Prezioso tatticamente ma, per non essere da meno rispetto ai suoi colleghi, innesca prima un bel dulello con Pegorin che gli strozza in gola per due volte l’urlo di gioia della rete poi, per tentare una giocata ad effetto, si mangia un gol già fatto tutto solo in area. Si fa pure ammonire per un inutile fallo di frustrazione VOTO: 5,5
PACILLI: Alterna ottimi interventi fatti di grandi giocate a pause dovute al tanto correre fin nella sua area di rigore a dar man forte ai compagni in fase di non possesso. Prova a vestire i panni dell’assistman ma senza troppa fortuna, poi cerca la via del gol personalmente ed anche qui non gli dice bene. Esce senza più energie da spendere. VOTO: 6,5 —> (dal 76′) GIOSA: Rizzo lo manda in campo negli ultimi 20 minuti della sfida per ridisegnare la squadra e distribuire meglio in campo le energie della formazione giallorossa. Si piazza al centro della difesa e stavolta non si macchia di errori come nell’andata. VOTO: 6
All. RIZZO: Nonostante ci si qualcuno che continui a ripetere che non si nota differenza tra questo ed il Lecce di Padalino, i fatti gli danno ragione e parlano di un tecnico che, nonostante i 4 pareggi di fila, ha saputo ridare entusiasmo e vitalità ad un gruppo che si stva spegnendo domenica dopo domenica. Il Lecce corre, suda, soffre ma lo sa fare da squadra scafata. Crere caterve di occasioni da rete è indice di grande lavoro durante la settimana, così come si vede che atleticamente la squadra sta rispondendo alle sollecitazioni. Ora si va ai Quarti per salire un altro gradino verso la meta. L’atteggiamento è quello giusto e se si emenderanno vizi quali egoismo e scarso cinismo sotto porta allora sì che ci sarà da divertirsi. VOTO: 7