foggia-lecceFOGGIA (di Pierpaolo Sergio) – Fin troppo facile compilare le pagelle di Foggia-Lecce, il big-match del Girone C della Lega Pro, assegnando voti ben al di sotto della sufficienza a tutta la squadra giallorossa, surclassata con 3 gol (ma potevano essere tranquillamente almeno il doppio…) e dominata per tutto l’arco dei 94′ di gioco da un avversario motivato, veloce, che gioca in maniera scoppiettante e che non è stato mai messo in soggezione da un antagonista rimasto negli spogliatoi. La lezione di calcio che Stroppa ha impartito a Padalino resterà negli annali della società salentina come l’ennesima partita da non perdere che puntualmente è stata persa…

PERUCCHINI: Pomeriggio da incubo per il portiere giallorosso (come la maglia che indossava oggi) che si è visto spuntare i foggiani da ogni pertugio. Responsabile sul gol del 2-0 di Coletti che tira da casa sua e trova l’incrocio dei pali da distanza siderale. Nonostante un paio di salvataggi, non riesce a garantire l’imperforabilità della sua porta, anche se non solo per sue colpe. VOTO: 5

CIANCIO: Inizia mettendola sulla grinta e poco più. Di buono ha che almeno prova a spingere sulla fascia di sua competenza, ma in fase difensiva sono dolori ogni volta che i rossoneri affondano dalle sue parti. VOTO: 5

GIOSA: Imbarazzante la lentezza e la scarsa energia in occasione del vantaggio foggiano, quando Mazzeo lo lascia sul posto a meditare sul senso della vita mentre appoggia comodamente in rete la palla al bacio servitagli da Deli. Contro attaccanti così rapidi non è la prima volta che va in affanno ed oggi ha confermato la grave lacuna. VOTO: 4,5

COSENZA: La grinta che ci mette prima (la baruffa con alcuni avversari nel pre-gara) e durante la partita non basta a colmare il gap tecnico e motivazionale tra i padroni di casa e la formazione giallorossa. Limita finchè ce la fa le ficcanti incursioni dei dauni, ma non può nulla quando si ritrova tre, quattro, cinque maglie rossonere da rincorrere alla disperata anche perché il loro passo è abbondantemente più veloce, come accade con Deli che segna la terza rete dei satanelli. VOTO: 5

AGOSTINONE: Altra gara impalpabile ed inconcludente. Opposto a Chiricò sulla sinistra, tenta di arginarne la rapidità ed i funambolismi, ma finisce col perdere spesso la bussola. Non trova mai la giusta misura su appoggi pur scolastici e regala puntualmente palla su ogni rimessa laterale che va a battere. Se è davvero questo il suo potenziale, non si spiega il motivo per il quale Padalino abbia caldeggiato così tanto il suo acquisto a gennaio, quando poteva tranquillamente restarsene a Piacenza. VOTO: 3

TSONEV: Acerbo e spaesato, continua nella sua involuzione tecnica e caratteriale dopo le belle prove offerte fino allo scorso mese di gennaio. La panchina gli ha fatto decisamente male a livello fisico e mentale. Pare arrugginito ed annebbiato, anche se almeno tenta un paio di conclusioni dalla distanza. VOTO: 4,5 —> (dal 69′) ARRIGONI: Sfortunato il suo ingresso in campo, visto che dopo appena un minuto si infortuna al ginocchio destro e resta fuori per una decina di giri di lancette prima di rientrare stoicamente nella mischia seppur zoppicante. VOTO: 5,5

FIORDILINO: Il centrocampo operaio schierato inizialmente da Padalino non ripaga le attese di tecnico e tifosi giallorossi. Si perde nel rincorrere gli avversari che lo surclassano in dinamismo e rapidità, costringendolo a fare il torello in mezzo al terreno di gioco, prima di prendere d’infilata lo scacchiere leccese e presentarsi puntualmente con almeno due uomini davanti a Perucchini. Forse era inadatto a giocare una gara come questa da titolare. VOTO: 4,5 —> (dal 69′) MARCONI: Il ragazzo è sicuramente più in forma di Caturano; tuttavia, continua a restare a scaldare la panchina e viene invitato ad entrare in campo solo sul 3-0. Nelle sporadiche azioni d’attacco conferma le buone impressioni in termini di abilità nel gioco aereo e di difesa del pallone, anche se non arriva mai a concludere in porta. VOTO: 6

COSTA FERREIRA: Ha sui piedi forse l’unica vera occasione da gol del primo tempo ma calcia malamente da fuori area, pur trovandosi tutto solo e con accanto Pacilli. Per il resto, soffre maledettamente la verve dei ragazzi terribili di Stroppa che stradominano in mezzo al campo. VOTO: 5

DOUMBIA: Torna a giocare quel genere di partite che un po’ tutti speravano di non vedere più dopo le convincenti apparizioni delle scorse settimane. Qualche segno d’involuzione lo si era visto già contro il Catania ed allo “Zaccheria” ha proseguito su quella falsariga. VOTO: 5

CATURANO: Vederlo giocare così fa male. Non riceve lo straccio di un pallone buono e spesso va a fre pressing da solo senza l’aiuto di nessun compagno. Lontano parente del bomber ammirato per larghi tratti della stagione, dopo l’infortunio al ginocchio sinistro giudicato non grave dopo un consulto da uno specialista a Roma e dallo staff medico del Lecce, non è al meglio della condizione fisica; ciononostante, viene lo stesso mandato nella mischia a fare figure che non meriterebbe ed esce dal campo lamentando dolori proprio a quell’arto. VOTO: 5

Lepore lacrime foggiaPACILLI: Ancora una volta viene immolato sull’altare delle scelte tecniche, restando negli spogliatoi dopo un primo tempo non trascendentale, ma in cui aveva dato l’impressione di essere forse il solo a poter impensierire la difesa rossonera. In questa rosa, lo abbiamo sempre ribadito, è tra i pochissimi in grado di saltare l’avversario ed inventare qualche veloce giocata; il perché rinunciare proprio a lui, mentre a centrocampo la nave andava a picco, rimane un mistero. VOTO: 5,5 —> (dal 46′) LEPORE: Entra col piglio del leader, quello che manca a questa squadra. Da leccese verace si rode il fegato dinanzi alla nuova disfatta e prova a dare la carica a tutti gli altri giallorossi, ma deve alzare bandiera bianca pure lui dopo il 3-0 foggiano che mette la parola fine a qualsiasi speranzella di riaparire una gara mai aperta. L’ammonizione che rimedia al 92′ è il sintomo della frustrazione che lo pervade e gli impedirà di essere tra i protagonisti di Lecce-Fondi. L’anno scorso uscì in lacrime da quel terreno di gioco; quest’anno la musica, ahinoi, non è cambiata. VOTO: 5,5

PadalinoAll. PADALINO: Schiera nella sua città d’origine una squadra senza carattere, senza idee e senza una ben che minima razionalità tattica. Il 4-3-3 ostinatamente riproposto, ma con interpreti che mal si adattano a tale modulo e contro un gigante che ha giocato come il gatto col topo, è naufragato senza dare mai la sensaszione di poter scalfire le certezze fisiche e mentali di un Foggia tetragono e caricato a mille, più avvezzo a quallo schieramento interrpretato alla perfezione. Di contro, il Lecce è parso timido, spaesato, mandato a scalare un’alta montagna in pantaloncini, come disse Stefano Di Chiara nel primo anno di Serie A del club salentino. Non un tiro nello specchio della porta di Guarna in tutta la gara. Dopo la scoppola interna col Matera, oggi si aggiunge la terribile mazzata psicologica che il nuovo 3-0 infligge alle ambizioni di promozione diretta. Se la sfida dello “Zaccheria” non era fondamentale, ribadirlo ora che i rossoneri sono a +4 (ed in più col vantaggio dello 0-0 nello scontro diretto in trasferta) appare risibile. A 8 giornate dalla fine della regular season sembra un sogno ad occhi aperti sperare in un crollo dei ragazzi di Stroppa. Il rischio di vanificare una stagione da protagonisti è alto. Serviranno lucidità, senso di autocritica ed un bagno di umiltà per continuare a inseguire un traguardo che potrebbe, al momento, essere verosimilmente raggiunto solo attraverso i nefandi play-off. VOTO: 3

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