L'esultanza di De Feudis

LECCE (di Italo Aromolo) – Da anticamera dell’oltretomba a trampolino di lancio per una fuga nei cieli d’alta classifica: otto mesi dopo, Lecce-Paganese, per uno scherzo del calendario ancora dopo Messina-Lecce, è tutta un’altra storia. Nell’aprile dello scorso campionato, un clima di depressione e rassegnazione, misto ad una buona dose di rimpianti, accompagnava i salentini alla sfida con gli azzurrostellati, all’inseguimento di quel Benevento che, a tre giornate dalla fine, poteva dirsi quasi certo della promozione in Serie B dopo l’harakiri del Lecce contro Matera, Akragas e Messina (2 punti in 3 gare). La partita dello scorso 24 aprile assumeva così i contorni di cura palliativa per un malato quasi terminale: di fronte ai campani che issavano le barricate nella propria area di rigore, per sbloccare la partita ai giallorossi serviva un gioiello forgiato da Giuseppe De Feudis, centrocampista che riscattava almeno parzialmente una stagione fin lì rugginosa con un potente tiro che da trenta metri di distanza si insaccava alle spalle del portiere Borsellini. La Paganese giocoforza prendeva coraggio e si affacciava in avanti per cercare il pari, ma neanche rinvigorita dalla superiorità numerica per l’espulsione diretta di Ciccio Cosenza (fallo da ultimo uomo) riusciva a impensierire la formazione giallorossa che portava a casa il successo con discreta facilità.

Tradizionalmente la Paganese è un avversario fortunato per il Lecce; nella breve storia di una partita molto giovane – i tre precedenti disputati al “Via del Mare” appartengono tutti all’ultimo quinquennio – i padroni di casa hanno sempre vinto e senza subire neanche un gol: nel settembre 2014 era finita 1-0 con un gol di Fabrizio Miccoli, mentre nella stagione 2013/’14 erano stati Walter Lopez (su azione di calcio piazzato) e Adriano Ferreira Pinto (su calcio di rigore) a regalare il successo per 2-0 ai giallorossi allenati da mister Franco Lerda.

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