PAGANI- Il Lecce non riesce a centrare il tris di vittorie dopo Akragas e Messina, ma il pareggio di Pagani, al di là dell’occasione sciupata per assaltare la vetta dopo il passo falso della Casertana ad Andria, non è un passo indietro per una squadra che mantiene comunque la serie positiva di quattro partite, in attesa del big-match casalingo contro il Benevento. Il termine occasione perduta è da considerare soltanto per la situazione della classifica, visto il leitmotiv della partita soprattutto nella ripresa, con una Paganese ben serrata dopo il vantaggio. I giallorossi recriminano per qualche occasione non sfruttata soprattutto nel primo tempo, fatte salve comunque le proteste per il fuorigioco attivo, a detta di mister Braglia, in occasione della rete dell’1-0.
Il gol di Guerri, servito bene da Deli, ha segnato la partita, mettendo in difficoltà i giallorossi. Una volta incassata la rete, il Lecce ha attaccato a testa bassa cercando il pareggio. L’arretramento di baricentro imposto ai suoi da mister Grassadonia ha inizialmente funzionato. L’ex difensore del Cagliari, ora guida tecnica degli azzurrostellati, ha piazzato il proverbiale “pullman” nell’area, difendendo con le unghie e con i denti gli ultimi sedici metri per poi distendersi in ripartenza. La strategia ha fruttato anche qualche occasione dopo il vantaggio, ma il Lecce, grazie alla maestria di un Cosenza preferito a Camisa, ha controllato bene le folate dell’insidioso Cunzi sulla sinistra.
L’incapacità di creare grossi pericoli alla porta difesa da Marruocco ha indotto mister Braglia a mescolare le sue carte offensive, mossa interpretabile in più modi. A tratti sembrava esser tornata la paura di cercare la giocata nella zona calda del campo. Il Lecce nel corso della ripresa ha cambiato veste al suo attacco avvicendando il tridente partito dal 1’. Doumbia, entrato all’11’ della ripresa al posto di Freddi, si è approcciato bene alla partita e sulla destra ha messo a dura prova la corsia mancina paganese. Qualche scricchiolio allo schieramento difensivo si è avvertito al 18’ quando un intervento scomposto di Dozi su Surraco ha portato all’espulsione del difensore. Con i campani in dieci, il Lecce si è riversato ancor di più in attacco lanciando in campo anche Diop e Vécsei per Curiale e Moscardelli (partita da dimenticare per lui), ma le grosse occasioni sono arrivate con tiri da fuori di Surraco e Papini e con lo slalom solitario messo a tabellino da Doumbia, impreciso nel tiro sul primo palo finito tra le braccia di Marruocco. La verve del franco-maliano, elemento prediletto per gli assalti, non è bastata però a andare in rete su azione a causa dell’ottimo lavoro dell’arcigna difensa, ricostituita dopo il “rosso” a Dozi con l’ingresso di Palomeque. Con il passare dei minuti la tensione per una partita da aggiustare a tutti i costi ha appesantito, a tratti anche bloccato, le gambe dei cursori giallorossi, orfani anche di mister Braglia a causa dell’espulsione rimediata per proteste troppo vibranti. Il Lecce ha continuato sì ad attaccare, ma senza idee ed a testa bassa, quasi di forza. Doumbia e Lepore si sono anche ostacolati nella foga di scaricare in rete una palla vagante.
L’attacco a testa bassa ha raccolto i suoi benefici al 42’, grazie al buon lavoro di corpo di Abou Diop, già pericoloso poco prima con una rovesciata calibrata male. Un pallone in area controllato dall’ex Matera ha dato vita al rigore poi realizzato con freddezza da Checco Lepore. Nell’azione la Paganese è rimasta in nove, a causa del fallo da ultimo uomo di Esposito su Diop pronto a battere a rete. L’1-1, realizzato a pochi minuti dal recupero, ha rinvigorito il Lecce, alla ricerca del ribaltone negli ultimissimi minuti di partita. L’impresa però non è arrivata, i ragazzi di Grassadonia hanno difeso in tutti i modi, anche ai limiti del regolamento, il punticino.