MAGLIANO – Dopo “Un diritto… messo di traverso” (Premio Internazionale Kouros 2013), le cui rappresentazioni proseguono nei teatri e negli atenei di tutta Italia, Salvatore Cosentino, magistrato della Procura di Locri ma salentino d’origine, presenta, introdotto da Salvatore Luperto, la pièce teatrale “Eva non è ancora nata” che, in un periodo di frequenti omicidi di donne e di volti “sfigurati” dall’acido, racconta e “rifigura” la bellezza della dignità della donna attraverso la descrizione delle ultime leggi che la tutelano ma anche di quelle leggi sbagliate, più risalenti nel tempo, che spesso l’hanno mortificata. Il monologo, che riengtra nella rassegna “I venerdì della Serrizzùla“, si ispira nel titolo a una canzone di Giorgio Gaber del 1978 e si terrà questa sera, a partire dalle ore 21:00, presso la “Serrizzùla” di Anna Misurale a Magliano.
Il tutto nella forma del teatro-canzone, narrando in modo ironico e leggero, ma al contempo intenso e profondo, che la bellezza della donna non è magrezza a tutti i costi, perfezione del fisico, negazione dell’età, bensì comunicazione di luce, coraggio, amore per la vita. Cosentino racconta che la bellezza della donna, in un triste periodo di figure femminili troppo spesso ornamentali e decorative, è l’espansione della sua intelligenza. In un passo dello spettacolo si parla, infatti, di donne che “se proprio devono ballare, al famigerato bunga-bunga, preferiscono il raffinato tango dell’impegno, della qualità, della capacità, dell’ironia’.
Salvatore Cosentino continua dunque nella presentazione dei suoi spettacoli teatrali che gli consentono di coniugare il mondo del diritto con la fantasia e la bellezza del mondo dell’arte, nella convinzione che la legalità non si realizza solo con i codici (o con le manette) ma anche attraverso il dialogo con la società civile di un’istituzione – la magistratura – vista troppo spesso come confinata in una fredda torre d’avorio. E soprattutto con la consapevolezza che il senso di responsabilità dell’individuo si sviluppa, oltre che con la repressione, anche con l’educazione al bello, al gusto, alla cultura, all’arte.