LECCE (di Pierpaolo Sergio e Italo Aromolo) – Non poteva certo mancare un passaggio sull’ipotesi di ripescaggio in Serie B del Lecce durante l’incontro con la stampa di stamattina al “Via del Mare“. Corrado Liguori, dirigente del club giallorosso, ha chiarito col diesse Stefano Trinchera la posizione della società salentina. Appurato che il tanto temuto “caso-Ferrario” rappresenta “una bufala mediatica”, come l’ha definita il dirigente leccese, restano da valutare i tempi nei quali la Giustizia sportiva si pronuncerà sulle posizioni che vanno ad interessare il Lecce direttamente, ossia l’esito del processo che riguarda Catania, Brescia e Varese. Se eventuali penalizzazioni, retrocessioni o esclusioni avvenissero entro un margine utile per presentare domanda di ripescaggio, la società non si farà trovare impreparata. Non resta, insomma, che aspettare per poi decidere sul da farsi in base ai tempi delle sentenze emesse.
Intanto, è utile chiarire definitivamente un altro passaggio legato alla presentazione della richiesta di ripescaggio in B: il milione di euro da versare a fondo perduto da parte dei club interessati ed aventi diritto. La decisione della FIGC di introdurre una “tassa” sui prossimi ripescaggi – quantificata appunto in 1 milione per le squadre di Lega Pro – ha sollevato più di qualche dubbio intepretativo tra tifosi ed addetti ai lavori: lo dovranno versare solo le squadre che verranno ripescate o anche tutte quelle che vorrano partecipare alla graduatoria da cui si attingerà per completare l’organico di Serie B? Il comunicato ufficiale in cui si specificano i criteri per fare domanda (C.U. 327/A) non è particolarmente chiaro al riguardo.
Fonti interne alla FIGC, precisamente all’Ufficio Stampa, ci hanno invece confermato telefonicamente che tale cifra dovrà essere versata da tutte le squadre che vogliano presentare domanda e non sarà “rimborsabile” in alcun modo in caso di mancato ripescaggio in Serie B. “È come un ricorso” ci è stato spiegato, per cui “ad esempio, se dieci squadre di Lega Pro presentassero la domanda, la FIGC incasserebbe dieci milioni netti”.