LECCE (di Massimiliano Cassone) – Una sconfitta che fa male quella di Caserta non solo per i tre punti lasciati sul campo ma per le squalifiche di Abruzzese, Salvi e Filipe e il brutto infortunio capitato ad uno dei migliori giallorossi sia per impegno che carattere. Romeo Papini ha subito la distorsione alla caviglia destra con distacco osseo dal malleolo tibiale e per lui potrebbe significare stagione finita. Non meno di due mesi infatti serviranno al centrocampista romano per ritornare a calciare e dato che sono rimaste dodici gare da giocare fino alla fine del campionato, il rischio di averlo a disposizione soltanto per i Play Off è reale.
Eppure il Lecce aveva incominciato la gara contro i “falchetti” col piede giusto e nei primi dieci minuti aveva creato tre palle gol nitide, due con Embalo che colpiva un legno e una con Moscardelli. A volte basterebbe una manciata di fortuna in più per ritrovarsi in discesa e continuare la corsa col vento a favore, ma questa pare essere una stagione maledetta per i giallorossi, anche più delle ultime due; ogni volta che si ha la sensazione di aver rimesso tutti i pezzi a posto, il puzzle finisce per sgretolarsi.
La squadra di Bollini ha subito un gol assurdo, dopo non è stata capace di reagire; Abruzzese si è fatto superare in velocità come una tartaruga da una Ferrari e Caglioni ci ha messo del suo per spianare la strada verso la rete al pallone “punto” da Cissè.
Forse il portiere ex Crotone avrebbe bisogno di un po’ di riposo, forse è giunta l’ora di dare una possibilità a Tommaso Scuffia; la panchina al gigante di Seriate può solo far bene in questo momento in cui sembra aver perso la lucidità.
Discorso a parte merita la “prestazione” del mister di Poggio Rusco, insufficiente in questo caso per le sostituzioni gestite male. Non si può essere integralisti di un modulo, ci sono momenti nella partita che, anche chiedendo ai tuoi calciatori di mantenere le posizioni ed il modulo, saltano tutti gli schemi ed è risaputo che questo può accadere quando si è sotto e bisogna recuperare. In base a questo principio ci chiediamo il motivo della sostituzione di Moscardelli. Perché non farlo giocare insieme a Miccoli? Perché non schierare il “Romario del Salento” dietro a Manconi e Moscardelli? Perché sostituire Salvi in un centrocampo già orfano di Papini uscito in barella 15 minuti prima? Perché, a quel punto, non togliere un evanescente Gustavo o lo sfinito Embalo per inserire Manconi? Si sarebbe potuto finire la gara con Caglioni; Mannini, Abruzzese, Diniz, Lopez; Salvi, Filipe Gomes ( oppure Lepore) Sacilotto; Miccoli dietro a Manconi e Moscardelli, tentando il tutto per tutto, e pazienza se invece di 4-3-3 si chiama 4-3-1-2, oppure semplicemente 4-4-2 con Miccoli e Moscardelli in avanti, con Manconi esterno, e non importa se poi perdi ugualmente. Vero è che l’allenatore è lui, ed è pagato per fare delle scelte, lui le ha fatte e, secondo il parere di chi scrive, questa volta ha sbagliato. Come è vero che l’obiettivo (l’unico) del Lecce di quest’anno è agguantare un posto utile per i Play Off, qualunque esso sia, anche l’ultimo a disposizione, perché come insegna quel mini torneo, è un mondo a parte, dove può vincere chiunque.
Ora bisogna mantenere la calma più che mai, bisogna preparare la gara contro la Juve Stabia; siamo in piena emergenza, è vero, ma si sa che il Via del Mare potrebbe essere l’uomo in più e potrebbe spingere la squadra verso una vittoria epica che servirebbe a rialzarsi dopo questa bruttissima caduta. Poi ci sarà la sfida con la Salernitana e, dopo questi due appuntamenti, sapremo sicuramente se dovremo metterci l’animo in pace e far calare il sipario su questa stagione oppure se potremo anche sognare un approdo nella cadetteria, se non dalla porta principale, almeno dalla finestra.
Oggi incomincia una settimana particolare, bisogna rimanere sereni, tanto ormai non c’è più nulla da perdere, c’è soltanto da guadagnare la voglia di continuare a sognare. Non bisognava esaltarsi domenica scorsa, non bisogna deprimersi oggi. Bisogna lavorare a capo chino, con umiltà e con la consapevolezza che mancare i Play Off sarebbe un fallimento totale, per tutti, nessuno escluso.