CAMPI SALENTINA – Importantissima la riunione della Giunta dell’Unione dei Comuni del Nord Salento tenutasi presso il comune di Campi Salentina mercoledì 10 settembre. Per la circostanza, alla riunione, oltre a tutti i sindaci dei sette comuni facenti parte dell’Unione, erano presenti, su espresso invito, il Direttore Generale dell’Asl di Lecce, Valdo Mellone, ed il Direttore Sanitario del Distretto di Campi Salentina, Luigi Lanzolla. Il perché della presenza dei due Direttori Asl è presto detto; all’ordine del giorno c’è stata la discussione sull’eventuale ed auspicabile acquisto, da parte dell’Asl di Lecce, di un acceleratore lineare di ultima generazione, strumento sanitario all’avanguardia, capace di intervenire su neoplasie estremamente complesse, posizionate in punti talmente critici e delicati da non consentire l’intervento di rimozione con le usuali tecniche operative.
La battaglia per avere questo prezioso macchinario fu iniziata da Telerama più di un anno fa, quando, la nota emittente televisiva salentina, raccolse la testimonianza di un malato di cancro (al cervello) che denunciò il fatto di non potersi curare nel Salento. Dopo di allora si sono mobilitati enti, politici e anche Asl. Oggi, possiamo ben dire che grazie alla tenacia di tutti, si vede lo spiraglio di luce che rompe il buio. Il “Vito Fazzi” avrà il suo acceleratore di ultima generazione.
Mino Miccoli, presidente pro tempore dell’Unione dei Comuni del Nord Salento, al termine della riunione, ha affermato: “Noi sindaci di questa porzione di Salento, devastato da diverse forme di tumore fino a qualche anno fa limitate o addirittura inesistenti, ci auguriamo che il polo oncologico di Lecce possa avere al più presto a disposizione un macchinario di questo tipo. Sarebbe un grande risultato non solo per Lecce o per la provincia, ma per tutto il meridione d’Italia, che manca di uno strumento così all’avanguardia. In questo senso abbiamo avuto l’assicurazione da parte del Direttore Generale dell’Asl, Valdo Mellone, che entro giungo del prossimo anno questo macchinario per la cura dei tumori adesso non operabili sarà in funzione”.
Infatti l’Asl di Lecce, attraverso la ferma intenzione del suo Direttore Generale, ha assicurato la disponibilità all’acquisto del macchinario (costo 2 milioni e 700 mila euro) che verrebbe destinato al centro oncologico dell’ospedale “V. Fazzi” di Lecce.
Miccoli ha poi continuato: “Vorremmo che terminino i viaggi della speranza verso il Nord, dove l’acceleratore lineare è già in uso ed utilizzato da diversi anni, e desidereremmo che anche i nostri corregionali ed i meridionali in genere, nella mai auspicata ipotesi di grave patologie tumorali, possano avere a Lecce un punto di riferimento, un centro di cura al pari di quelli settentrionali, con grandi benefici, in primis quello del risparmio economico. Ringrazio Massimo Rizzo, da Surbo, anch’Egli presente alla riunione del 10 settembre u.s., rappresentante del territorio, che ha vissuto in prima persona una vicenda drammatica che aveva interessato un suo amico e conclusosi bene e che si è fatto non solo portavoce del disagio e della sofferenza di tante persone, ma anche promotore e fautore di diverse iniziative volte appunto a fare in modo che anche il nostro territorio potesse dotarsi di un acceleratore lineare di ultima generazione. Anche grazie alla sua determinazione l’Unione dei Comuni del Nord Salento ha voluto rappresentare questa istanza, sollecitando l’Asl di Lecce all’acquisto. Ringrazio infine, ma non per ultimo, il Direttore Generale dell’ASL di Lecce, dottore Mellone, per aver accolto l’invito da parte della Giunta dell’Unione dei Comuni del Nord Salento, e per la puntualità nelle risposte sul tema trattato che hanno confermato la sensibilità del Manager dell’Azienda salentina verso la cura di queste gravi patologie che per effetto della nuova tecnologia, sposterà finalmente in avanti la frontiera degli interventi chirurgici ai tumori”.
Nei prossimi giorni, fanno sapere dall’Asl, verrà approntato il bando di gara per individuare la società che dovrà fornire tale dispositivo sanitario, che avrà anche l’obbligo di formare il personale addetto per il suo pieno utilizzo.
Lecce sarà quindi la quinta città italiana, dopo Milano, Firenze, Empoli e Roma, a poter disporre di questa importante tecnologia regalando, ai malati del male del secolo, la speranza della guarigione potendosi curare nella propria città.