LECCE (di Italo Aromolo) – Poche ore fa il calciomercato estivo ha chiuso i battenti. In casa Lecce, il lavoro del diesse Antonio Tesoro ha portato alla corte di mister Franco Lerda una batteria di 8 nuovi rinforzi: dal bomber evergreen Davide Moscardelli, al terzino rampante Nicolò Donida.
Ogni nuovo arrivato ha alle sue spalle una storia di gol, conferme, errori e delusioni che nei suoi confronti ha creato delle aspettative più o meno gravose in tutti gli ambienti della tifoseria giallorossa.
Tra qualche mese di campionato, quando la teoria dei tabellini avrà lasciato il posto a quell’insindacabile giudice che è il campo di gioco, ecco che arriveranno i primi bilanci sulla bontà del mercato giallorosso e sulla qualità di ogni singolo acquisto. Si dirà chi è il colpo dell’anno, chi è la rivelazione, chi è la delusione e colui il quale sarà magari degno di… chi l’ha visto?
In questo senso, abbiamo analizzato il calciomercato estivo dell’U.S. Lecce nelle ultime cinque stagioni agonistiche (delle quali solo due a regime dell’attuale direttore sportivo).
Vediamo quindi, anno per anno, chi sono stati i grandi acquisti ad effetto, quelli che hanno sbancato dopo un arrivo nel quasi anonimato, quelli che al contrario hanno fortemente deluso le aspettative di piazza e società e, dulcis in fundo, quelli di cui molti tifosi giallorossi faticano anche solo a ricordare il nome perché scarsamente (se non addirittura mai) impiegati.
Da Miccoli a Corvia: I COLPI. Sono quegli acquisti di calciatori (di solito attaccanti) con un prestigioso curriculum alle spalle, con un carisma degno di capitano e con una forte influenza mediatica sulla tifoseria: garantiscono gol, vittorie e un buon ritorno d’immagine. Il “colpo” di quest’anno – lo possiamo dire già con largo anticipo – è stato Davide Moscardelli, l’ex bomber di Bologna e Chievo Verona che con la sua barba ha creato un vero e proprio mito attorno alla sua figura. In passato, però, non sono mancate operazioni altrettanto gratificanti tanto dal punto di vista tecnico quanto dal punto di vista mediatico. Le ultime due estati di calciomercato hanno visto l’approdo in giallorosso di due calciatori che amano il Lecce con anima, corpo e cuore come Javier Ernesto Chevanton e Fabrizio Miccoli: il bomber di Juan Lacaze, massimo marcatore dei salentini nella massima serie, è tornato dopo i fasti della Serie A al fine di riportare – invano -nel calcio che conta la squadra della sua terra adottiva. Con lo stesso obiettivo il “Romario del Salento” ha coronato il sogno di giocare nella squadra di cui è sempre stato tifoso: dopo il flop dello scorso campionato (nonostante i 16 gol realizzati), il capitano è rimasto per non lasciare incompiuta la sua missione. Nell’estate del 2011 firmava il contratto che lo legava a titolo temporaneo al club salentino Juan Guillerme Cuadrado, uno dei più forti calciatori mai apprezzati con la maglia del Lecce nel nuovo millennio, non a caso in procinto di passare al Barcellona: i suoi dribbling funambolici e le sue interminabili maratone sull’out di destro hanno avvicinato il Lecce di Serse Cosmi ad una clamorosa salvezza sfumata solo all’ultima giornata. L’ex attaccante del Cagliari Jeda arrivò l’anno precedente con la fama controversa di bomber tascabile dalle spiccate doti di elevazione: a lui spetta il piccolo record di essere tutt’ora l’ultimo calciatore dell’U.S. Lecce ad essere stato acquistato per una cifra a sei zeri (fu pagato esattamente un milione di euro). Agli albori della stagione 2009/’10, alla corte di mister Gigi De Canio arrivò un discreto bomber di Serie B come Daniele Corvia: l’ex attaccante del Siena, forse non il massimo a livello tecnico ma indubbiamente impeccabile per cinismo e fiuto del gol, realizzò ben 17 gol in 35 partite contribuendo sostanzialmente alla promozione di quella squadra in Serie A.
Da Doumbia a Baclet: LE RIVELAZIONI. Le valutazioni sommarie di buona parte della tifoseria portano non infrequentemente ad una clamorosa sottovalutazione del potenziale di un nuovo acquisto. In casa Lecce è stato il caso dell’esterno franco-maliano Abdou Doumbia: approdato l’estate scorsa con un background calcistico non certo invidiabile (San Marino, Como e Atletico Roma le sue ex squadre), la “freccia nera” è diventata un pilastro insostituibile dell’asse sinistro nello scacchiere tattico di mister Lerda. Stesso discorso valga per Ledian Memushaj: l’albanese arrivò a Lecce come semi-sconosciuto (reduce da un buon campionato con la maglia del Carpi) nel corso della prima estate dell’era Tesoro ed esattamente due anni dopo ha fatto le valigie come rimpianto centrocampista dalle ottime qualità e di assoluto affidamento sia in fase difensiva che offensiva. Il Lecce dell’ultima stagione in Serie A poteva contare tra le frecce del suo arco offensivo “tale” Luis Fernando Muriel: l’attaccante udinese – designato da tutti come erede del “Fenomeno” Ronaldo – segnò ben 11 reti nella seconda parte di stagione, guadagnandosi le attenzioni dei grandi club e la conquista della Nazionale colombiana. E’ stato paragonato invece a Roberto Carlos per abilità e potenza impiegata nel battere le punizioni un’altra vecchia rivelazione del mercato giallorosso: Davide Brivio, difensore mancino del Verona, ha segnato le sue due uniche reti con la maglia del Lecce contro Siena e Genoa, in entrambi i casi con due potentissimi fendenti da calci da fermo. L’attaccante francesino Alain Pierre Baclet rappresenta un altra operazione da odi et amo, al confine tra rivelazione e delusione: sotto la gestione De Canio realizzò 7 gol nelle prime partite e poi si eclissò nel corso del campionato all’ombra dei compagni di reparto Guido Marilungo e Daniele Corvia.
Da Nunzella a Bergougnoux: LE DELUSIONI. Come esistono calciatori sottostimati, non mancano quelli sopravvalutati: l’incubo di ogni direttore sportivo è quello di pagare fior di quattrini un calciatore mediocre per poi dover provare a rivenderlo a metà prezzo dopo una stagione deludente, il più delle volte senza che quest’ultimo abbia influito positivamente sull’andamento della squadra. La sintesi perfetta di questo harakiri di mercato è nel nome e cognome di Ignacio Piatti, centrocampista argentino acquistato dalla famiglia Semeraro a 3 milioni di euro e quasi mai utile alla causa del Lecce nel biennio 2010-2012 (solo 36 presenze per lui). Non è stato da meno il suo “predecessore” Bryan Bergougnoux, altro talento estero incompiuto: in tre anni l’attuale centrocampista del Tours ha lasciato intravedere discrete qualità senza mai concretizzarle in reti o assist per i compagni (nessuna rete all’attivo). Estate 2011: come non celebrare in casa Lecce l’acquisto del “terzo portiere più forte del mondo”? Ebbene Julio Sergio, portiere brasiliano così soprannominato da Luciano Spalletti, venne ben presto scavalcato nelle gerarchie da un Max Benassi che gli soffiò il posto di titolare dopo poche giornate. Ha fatto il giro del mondo la storia a luci rosse di Ousmane Dramè, delusione matricolata del primo Lecce di Franco Lerda: dopo l’aggressione ad una prostituta, scattò in automatico la rescissione del contratto per il laterale francese, che pure si era messo ben in mostra con un gol di pregevole fattura nella trasferta di Latina. Anche il giovane terzino destro Leonardo Nunzella – a Lecce la scorsa stagione – entra nel novero delle più grandi delusioni di mercato: quello che con la maglia della Paganese era stato nominato miglior terzino della Lega Pro 2012/’13 si rivelò sorprendentemente fragile in fase difensiva, prendendo colpevolmente parte al naufragio dell’era Moriero.
Da Cortellezzi a Digao: CHI L’HA VISTO? Tempo fa vi raccontammo uno ad uno i “bidoni” giallorossi degli ultimi vent’anni (LEGGI QUI): quei fantomatici calciatori che – acquistati con la fama di “rinforzi” – hanno abbandonato la città del Barocco ancor prima di metter piede in campo o comunque senza aver lasciato traccia di sé nel libro dei ricordi . Anche il recente calciomercato dell’U.S. Lecce si è arricchito di questa assai comune specie di calciatori. Ultimo dei “Chi l’ha visto?” è stato Sergio Cortelezzi, attaccante uruguaiano del Lugano per tutto lo scorso campionato al centro di una lunga telenovela sul se, come e quando sarebbe stato arruolabile tra le fila di mister Lerda: alla fine, tra complicazioni burocratiche e una situazione contrattuale ancora non del tutto chiara, non se ne fece nulla ed il ragazzo fu girato in Serie D al Clodiense. Nelson Bustamante aveva un nomignolo troppo oneroso per sopportarne il peso così giovane: il “Messi del Cile”, come era soprannominato il minuto centrocampista del primo Lecce dei Tesoro, non andò oltre una manciata di presenze (condite da una splendida rete nel match di Coppa Italia di Lega Pro contro l’Aprilia) nella sua breve parentesi con la maglia giallorossa. Anche il centrocampista scuola Juventus, Manuel Giandonato fu ribattezzato come uno dei flop della campagna acquisti dell’estate 2011: poche gare e tante polemiche per l’attuale centrocampista della Salernitana che proprio contro il Lecce tra qualche settimana vorrà prendersi la propria personale vendetta sportiva. Problemi fisici fecero di Tore Reginiussen un vero e proprio latitante con la maglia del Lecce: l’ex difensore dello Schalke 04, sofferente della cronica sindrome di Haglund (una deformazione permanente del calcagno), non poté quasi mai essere impiegato dall’allora tecnico Gigi De Canio. L’estate precedente, invece, una questione di famiglia ingigantì l’operazione Digao, difensore scuola Milan nonché fratello di Ricardo Kakà: le grandi aspettative sui di lui si concretizzarono in appena due presenze nel corso dell’intero campionato. A volte, anche i geni possono mentire…