LECCE – Sale a tre il numero di risultati utili ottenuti consecutivamente da parte di un Lecce che ieri pomeriggio ha ottenuto il sesto punto in classifica in virtù del pareggio arrivato contro il Sassuolo in casa, al “Via del Mare“. Eusebio Di Francesco, allenatore dei salentini, ha dunque analizzato la prestazione offerta dai propri uomini in sala stampa, a margine di una gara dai ritmi non super esaltanti, ma che ha comunque offerto diversi buoni spunti oltre a situazioni da rivedere al mister pescarese.

Queste le dichiarazioni di Di Fra al termine dello 0-0 ottenuto meno di 24 ore fa: “È mancato il guizzo vincente, ma la prestazione di gruppo è stata ottima. Il risultato accontenta e scontenta tutti, ma mi siamo piaciuti perché nel primo tempo non abbiamo concesso nulla, siamo mancati negli ultimi 15-20 metri. Dobbiamo accompagnare di più in area con più uomini e va cercata un po’ di qualità, abbiamo scelto questo sistema per accompagnare l’attaccante, siamo stati sfortunati ma potevamo essere più qualitativi. Penso a Helgason che si è tirato addosso e poteva giocare su Camarda. Possiamo fare meglio negli ultimi metri, ma dobbiamo dare forza ai nostri ragazzi, soprattutto agli attaccanti. Vanno supportati e abbiamo bisogno dei loro gol. Stulic? Io gli tolgo il telefono per non fargli leggere niente. A parte gli scherzi, si allena bene come Camarda e gli altri attaccanti, la squadra è molto disponibile sul lavoro. Io devo cercare il particolare, dico loro di occupare meglio gli spazi negli ultimi metri. Quando giochi con difese basse dobbiamo avere più pazienza e migliorare, anche in passato il Lecce è stato abituato a ripartire, dobbiamo migliorare e cambiare. Vedo il senso del lavoro, è visibile agli occhi di tutti, la squadra è sicura e non dobbiamo perdere questa sensazione, l’ho spiegato alla squadra. Tiago Gabriel esulta quando salva il gol è significativo, significa che si crede in ciò che si fa e nei compagni. Adesso vedo una squadra, ma non bisogna mollare la presa. Se ci sono stati aspetti positivi? C’è stata pazienza, ma potevamo esserlo di più. Loro erano a 4 dietro e si stringevano molto, dovevamo aprirli giocando fuori. I terzini sono stati bravi in fase difensiva, loro devono prima fare questo e poi attaccare. Il pelo nell’uovo nello 0-0 c’è, ma non prendiamo gol da due partite, poi vorrei vedere qualità e spregiudicatezza negli ultimi metri. I risultati aiutano, ma noi abbiamo giocato per vincerla, ci può stare. I lanci lunghi del secondo tempo? Quando una squadra chiude i passaggi e si è stretti entri in ampiezza. Noi giochiamo con le ali e devi sfruttare le superiorità immediata, che dobbiamo fare? Buttarla dritta per dritta sugli attaccanti? I nostri esterni sono bravi se ricevono palla sulla linea e sono meno bravi a venire tra le linee. Cercavamo di sfruttare la squadra bassa avversaria, così cercavamo di aprire la squadra, sfido chiunque a entrare per vie centrali. Vediamo l’ultima palla di Pierret, per me doveva essere una palla aperta per andare al cross, ma dipende sempre dall’avversario la scelta della giocata. Giocare veloce dipende cosa significa, se ti riparti e vai sul verticale…”.

 

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