LECCE – Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera, ai vertici dell’Area Tecnica dell’U.S. Lecce, hanno parlato al termine della conferenza stampa pre-gara di Eusebio Di Francesco in vista della prima di campionato contro il Genoa. Soprattutto il direttore generale ha avuto modo di mettere la lente d’ingrandimento sull’attuale sessione estiva di calciomercato, che finirà fra 9 giorni e che vede ancora la dirigenza giallorossa impegnata in varie operazioni. Per questo, sono stati veramente moltissimi i temi trattati, fra l’addio di Krstovic, le mosse fatte finora e tanto altro ancora.
Corvino ha iniziato mettendo in chiaro come per lui la dirigenza stia facendo il massimo non potendo competere con i parametri delle altre e ben più ricche società avversarie in Italia: “In questo periodo il nostro impegno è stato tutto impegnato sul lavoro. Voglio esprimere dei concetti come prefazione. Ogni mercato porta a mettere in risalto quelle che sono le indicazioni che ogni società dà al suo management. Quando tornai, ripartendo dalla B, andando oltre quelle che erano le logiche che la società mi aveva dato, nel leggere ci si auspicava di essere un modello di continuità, cosa che si era un po’ persa a Lecce. Tra Primavera giù e prima squadra in B, ci si auspicava di essere almeno un modello Empoli. Dopo 5 anni c’è Lecce in A e pure la Primavera in A da cinque anni con uno Scudetto vinto. Come in tutti i modelli, anche in quello dell’Empoli si retrocede, tant’è che l’Empoli è in B sia con la prima squadra che con la Primavera. Ci sono alti e bassi: restano il presidente, il direttore e tutti anche quando il risultato non c’è, ciò che conta è che il modello sia solido e vada avanti. Le linee guida sono quelle di un calcio senza debiti e sostenibile ed è complicatissimo farlo, anzi miracoloso. In questi cinque anni sono state fatte cose miracolose e lo dicono anche i numeri. Siamo l’ultimo monte ingaggi della Serie A, oggi è più difficile stare dietro i parametri delle altre società. È impossibile e lo sottolineo, finché abbiamo forza e passione, tra società, area tecnica, tifosi noi cerchiamo di portare avanti il miracolo, per ora ci stiamo riuscendo. Poi dopo una caduta bisogna anche rialzarsi, vendendo i pezzi migliori restiamo comunque in A, portando nuove forze tecniche che sostituiamo. Ed è giusto che all’inizio i tifosi giudichino male i nuovi arrivi. All’inizio Colombo, Krstovic e Piccoli non erano punte, si diceva ‘non abbiamo la punta, Corvino segna per noi’. Poi dopo il tempo può dare ragione… Ma per il tifoso è giusto che sia così. Il problema sono coloro che si alzano la mattina per aizzare, così quando le cose vanno male possono dare addosso a Corvino e Trinchera. Sono falsi protagonisti, sono protagonisti che vogliono dare addosso ai protagonisti veri, a chi fa calcio da 50 anni, aspettano il giorno che piove, e certo che arriverà, per fare festa ed allora finalmente saranno contenti“. Poi, un commento chiaro sull’importanza di dover rimanere realisti: In questo nuovo ciclo diversi giocatori ci avevano chiesto di migliorarsi e di cambiare e noi abbiamo cercato di migliorare la rosa e ringiovanirla. Poi se non riusciamo a intervenire in certi ruoli è perché non ci riusciamo a livello strutturale, perché non ci è possibile e non possiamo seguire i parametri altrui. Fare meglio di come siamo in alcuni elementi cardine non ci è possibile a meno che non facciamo debiti, e noi non ne possiamo fare, noi siamo qui a fare il meglio possibile. Siamo figli di questo territorio e facciamo questo per rendere felice il nostro tifoso. Noi rimaniamo sempre in un sano realismo ed in questo realismo vorremmo che rimanesse anche il Lecce, pertanto dobbiamo essere uniti, anche contro chi è ‘viperizzato’ e butta veleno in attesa che piova“.
Successivamente, il dirigente vernolese ha fatto il punto riguardo le manovre fatte fino ad oggi tra partenze ed arrivi, entrando anche nel merito della recente cessione di Krstovic: “Brevemente, vi dico quello che è stato fatto sul mercato fino ad oggi: abbiamo fatto 15 cessioni tra prima squadra e Primavera, 6 in prima squadra e 9 in Primavera. Poi 11 cessioni a testa tra le due. Credo che sia stato fatto un grande lavoro, vedremo se sarà stato anche buono. Manca una settimana e abbiamo le idee chiare su cosa c’è da fare. In porta non è andato via nessuno. In difesa Baschirotto è voluto andare via, quella di Guilbert è stata una scelta societaria perché volevamo ringiovanire, più Sala in prestito. Sono andati via tre e ne sono arrivati quattro: Perez, Siebert, Kouassi e Ndaba. Abbiamo ringiovanito quindi, con dei giovani ed anche nazionali. Il centrocampo è strutturato e predisposto, anche in abbondanza, per questo per scelte tecniche qualcuno è sul mercato. Chi rimane è, per i nostri parametri economici, difficile da migliorare e soprattutto abbiamo fiducia in questi elementi che ci hanno, in questi anni, portato alla salvezza e secondo noi possono migliorare. Faremo un torto a noi stessi se non ci credessimo. Hanno caratteristiche diverse, ma sono un centrocampo da migliorare far crescere. Per sostituirli dovremmo andare su parametri troppo alti per noi. Se poi avessimo l’occasione non ce la faremmo sfuggire, ad esempio c’è Sala, che è una potenzialità e non lo smentisco, poi se non c’è lui magari ce ne sarà un altro. Arriverà in scetticismo, è una scommessa ma è quello che possiamo fare, noi possiamo lavorare soltanto così. Poi è chiaro che le scommesse le vinci e le perdi. Chi ti ha portato dalla B alla A e poi a quattro anni di A non è una scommessa persa. Poi ci sono quelle stravinte, quelle che il mercato ha fatto diventare grandissimo. L’anno scorso si diceva che il Lecce avesse il peggior attacco, ma è una bugia perché abbiamo avuto il settimo miglior attaccante della Serie A e due esterni che hanno fatto cose che non tante altre squadre hanno fatto meglio. Se abbiamo segnato meno come squadra non è l’attacco il problema, così con l’allenatore abbiamo pensato a cosa ci mancasse. Nel finale hanno segnato Baschirotto, Ramadani e Coulibaly, quindi c’erano già gli elementi che potevano fare gol e stiamo lavorando per vedere come fare meglio, ma non andando oltre i nostri parametri. In attacco stiamo cercando il sostituto di Krstovic, ma sugli esterni abbiamo 8 gol, difficile dire manchi qualità. Si dice spesso ‘Ma hai 23 mila abbonati!’, che io ringrazio e rispetto tantissimo. Io però lavoro con i soldi e gli abbonati costano 4 milioni, con 4 milioni che posso comprare? Io devo essere realista, datemi i soldi, così posso comprare di più, ma con 4 milioni io devo essere realista e non bisogna andare dietro a ciò che dicono i ‘viperizzati’. La cessione di Krstovic? Non possiamo permetterci di avere Krstovic in casa e prenderne un altro, avessimo agito prima avremmo messo in difficoltà il nostro club, col rischio che Krstovic sarebbe poi potuto rimanere. Averne tre del genere per un posto sarebbe stato un danno che non potevamo permetterci. Ecco perché dico dell’importanza dell’unione e del realismo. Pensiamo a Siebert, l’avremmo chiuso due mesi fa ma ci serviva equilibrio finanziario. La cessione di Krstovic ci ha tolto gli indugi e abbiamo potuto investire, ed il tutto in silenzio, perché fosse uscito questo nome avrebbero potuto muoversi degli altri. L’attaccante contiamo di farlo in anticipo rispetto ad altri“.
Corvino ha quindi concluso annunciando di aver bloccato un classe 2006, Milos Jovic, centravanti serbo che rimarrà per un altro anno in patria prima di passare definitivamente in giallorosso: “Pensare di fare di più di quello che stiamo facendo non è sano realismo, anche se entrano incassi dalle cessioni. Anche se entrano certi incassi dalle cessioni, dagli abbonamenti, dai diritti tv e del merchandising non possiamo fare di più. Sono stati incassi fondamentali per pagare dei debiti e per mettere in equilibrio vecchie situazioni debitorie ed anche per comprare, certo. Abbiamo fatto crescere il club nelle strutture, nelle attrezzature, paghiamo dipendenti, calciatori. Siamo cresciuti tanto, sono cresciuti anche i tifosi perché il Lecce stesso sta crescendo. Se il Lecce fosse andato in C oppure avesse fatto anni anonimi in B non sarebbe stato così. Sono arrivati i risultati restando sempre sostenibili ed è un miracolo che abbiamo fatto. Tra chi ci aveva chiesto di andare via c’è chi è rimasto perché pensava di avere offerte migliori che non sono arrivate, chi è andato via è perché lo aveva chiesto, o ha avuto offerte buone sia per lui che per noi. In previsione che qualcuno possa ancora dire di andare via stiamo cercando di prevenire, abbiamo fatto il nome di Alex Sala, abbiamo poi preso un 2006 che, come ho fatto con Nastasic e Vlahovic, abbiamo lasciato. Si tratta di Milos Jovic, è una punta centrale, ed è questo quelle che vuole programmare il Lecce, vuole crescere su varie strutture e aspetti. I nomi di Cerri, Cutrone e Belotti? Non li confermo e non li smentisco…“.