LECCE – Ieri è stata sfondata quota 20mila abbonati da parte dei tifosi del Lecce e, per chi guarda dall’esterno, può sembrare strano che si taglino tali traguardi nonostante non ci siano dei veri e propri campioni in una rosa che non lotta di certo per andare in Europa o per vincere lo scudetto. Ma chi il Lecce lo vive o lo ha vissuto internamente, sa quanto forte sia l’amore della tifoseria giallorossa nei confronti di quei colori, come Luigi Garzya, ex difensore della formazione di via Costadura dal 1985 al 1987 e poi dall’88 al ’91, che ha recentemente concesso un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno. Gigi Garzya, tra l’altro, ha militato anche nelle fila del Bari, storica rivale del club salentino che sta vivendo però un decennio difficile, lontana dalla Serie A e da qualche anno sotto la gestione della famiglia De Laurentiis.
Nell’ambiente biancorosso si respira un clima molto più teso rispetto a quello ben più acceso e vivace di Lecce, dunque l’ex centrale difensivo ha spiegato cosi tale differenza: “Parliamo di due situazioni radicalmente diverse, gli obiettivi sono differenti, con il Lecce che deve mantenere la Serie A mentre il Bari vive una storia paradossale. Per quanto riguarda i salentini, non sono minimamente sorpreso da questi numeri. Da che mondo è mondo i tifosi del Lecce ci sono stati sempre, anche in B o in C rappresentavano una garanzia. Pure il Bari, al netto della situazione attuale, ha avuto nei tifosi un valore aggiunto, ma è normale che la situazione odierna porti al momento in cui un tifoso si stanca. Le linee mercato delle due squadre? Corvino, come sempre, sta conducendo un mercato interessante, ha preso Sottil, un giocatore che ha caratteristiche quasi uniche nel panorama calcistico italiano. È una vecchia ala destra, che salta l’uomo ed è forte nell’uno contro uno. Sono convinto inoltre che arriverà ancora un centrale ed ulteriori calciatori. Per il Bari invece la squadra è nuova e sono stati cambiati praticamente tutti, si sta puntando ancora una volta su uomini in prestito o provenienti da squadre fallite. Per carità, parliamo di buoni profili, ma è sempre il progetto che lascia un punto interrogativo. D’altronde è pure normale che si adotti questa linea, non puoi investire sapendo che a breve dovrai vendere“.