VERONA (di Pierpaolo Sergio) – O segna Krstovic o non segna nessuno. Ance al “Bentegodi” la regola viene confermata ed il Lecce porta via un pareggio amaro contro l’Hellas Verona in una gara che si doveva puntare a incere senza troppi calcoli. Ne viene fuori un 1-1 buono solo per appaiare in classifica l’Empoli, ma ai giallorossi serve tornare a vincere una partita ad appena due gare al termine di una stagione stregata. Migliori in campo Coulibaly, Gaspar e Krstovic (11° gol).
FALCONE voto: 6
È beffato dal colpo di testa a palombella di Coppola, che al 40′ trova il pareggio in maniera insperata ed inattesa di un’Hellas fino ad allora fattasi viva di rado in area leccese. Al 57′ un’uscita avventata su corner rischia di costargli cara visto che lo stesso Coppola lo anticipa ma non inquadra lo soecchio lo porta ed il Lecce si salva. Nel concitato finale contrlla a dovere i palloni gettati nella mischia dai padroni di casa e non corre più seri rischi.
GUILBERT voto: 6
Si limita a controllare la fascia di sua competenza per tutti i primi 45 minuti. Qualche timida sortita in avanti a supporto di N’Dri con cui compone la catena di destra, ma poi freno a mano tirato per non regalare metri ai veronesi. All’intervallo il tecnico Giampaolo lo lascia negli spogliatoi per dare maggior dinamismo a quel versante.
→ (dal 46′) DANILO VEIGA voto: 5,5
Accusa la pressione dell’importanza dell’incontro e stenta a scrollarsi di dosso la paura di sbagliare. Puntualmente commette tanti errori in appoggio e porta troppo palla al piede ritardando i possibili cross in area veronese.
BASCHIROTTO voto: 6,5
Lotta in area con vigoria e cerca di sfruttare la sua stazza sulle palle inattive che spiovono negli ultimi sedici metri quando è il Lecce ad attaccare. Deve stringere i denti e moltiplicare gli sfirzi nella ripresa, soprattutto quando esce per infortunio Gaspar. È allora che va a fare coppia con Tiago Gabriel in un sofferto finale di match, in cui blinda la sua area di rigore allontanando ogni possibile minaccia.
GASPAR voto: 6,5
Prima frazione di gioco senza grossi patemi per il difensore centrale angolano. Controlla a dovere le folate iniziali degli uomini di mister Zanetti e si porta pure in avanti alla ricerca della possibile spizzata buona per i compagni su calci d’angolo e punizioni. L’intesa con capitan Baschirotto è ottimale e comanda i movimenti della retroguardia salentina al meglio. Paura al 67′ per un’entrataccia di Mosquera che lo travolge e lo lascia steso in area giallorossa facendo temere per la sua incolumità Fortunatamente si rialza nonostante la botta incassata dopo le cure dei sanitari del Lecce e riprende il suo posto ma, ammaccato alla spalla destra, è costretto ad uscire pochi minuti dopo.
→ (dal 74′) TIAGO GABRIEL voto: 6
Si arrangia al meglio nel mettere la museruola a Mosquera e compagni nelle caotiche azioni dell’Hellas Verona alla ricerca di un successo che sarebbe stato del tutto immeritato.
GALLO voto: 5,5
Si fa vedere con frequenza nei primi 45′ lungo la corsia mancina a dialogare con Tete Morente. Tanti gli sganciamenti nella metà campo avversaria ma poi manca di precisione al momento del cross o dell’ultimo passaggio. Secondo tempo meno di spinta e di maggior contenimento in cui commette però anche più errori di disimpegno e negli appoggi.
COULIBALY voto: 6,5
Tra i migliori del Lecce in questa partita. Subito scintille con Duda e Sulov in avvio di match a far capire quale sia il clima in campo. A centrocampo combatte con gagliardia e vince numerosi duelli costringendo i mediani del Verona al ripetuto fallo per fermarne le avanzate. Arrivano così anche due ammonizioni per i gialloblù. Nell secondo tempo è meno veemente ma altrettanto combattivo, sradicando decine di palloni dai piedi avversari. Una diga davanti l’area di rigore del Lecce praticamente insuperabile.
PIERRET voto: 5,5
Per larghi tratti del primo tempo è reattivo e vigile sia in fase di possesso che quando i padroni di casa attaccano. Innesca lui l’azione del vantaggio giallorosso, ma poi si addormenta al 40′ con palla al pide concedendo la punizione da cui arriva il pareggio del Verona con Coppola che stacca in area approfittando dalla sua blanda marcatura. Nella ripresa si vede poco, col Vetona ce spinge in avanti alla ricerca del raddoppio. Fa fatica a tenere il passo degli avversari e, a poco meno di mezz’ora dal termine, lascia il posto a Berisha.
→ (dal 65′) BERISHA voto: 5,5
Giampaolo gli affida le chiavi del centrocampo con licenza di inventare. Al 78′ è protagonista di un’azione di sfondamento per vie centrali culminato con una puntata che viene parata da Montipò senza affanni. Troppo lezioso nel battere i calci piazzati e lento nel capire i movimenti dei compagni dell’attacco. Sbalia tanto anche lui, tartassato dal pressing scaligero.
HELGASON voto: 5,5
In ombra in avvio di match, trova pian piano slancio e idee al srvizio del reparto offesivo. Giampaolo lo schiera titolare per creare palle-gol e assist per l’attacco e così cerca di verticalizzare non appena gi avversari allenatano la marcatura si di lui. Tuttavia la sua prestazione resta impalpabile e anonima fino al triplice fischio finale.
TETE MORENTE voto: 6
Primo tiro in porta dell’incontro per lo spagnolo al 15′ con parata di Montipò che gli devia la botta rasoterra sul primo palo in angolo. Suo l’assist per Krstovic in occasione dello 0-1. Al 39′ calcia forte dal limite ma la palla termina di poco oltre la traversa. Lo spicchio di secondo tempo in cui resta sul rettangolo verde lo vede poco reattivo commettere tanti errori. Viene allora avvicendato con lo zambiano Banda, facendosi rimpiangere non poco.
→ (dal 55′) BANDA voto: 4,5
Si fa vedere al 60′ su rapido capovolgimento di fronte quando non approfitta dell’assist che Pierotti gli serve, arrivando in ritardo all’appuntamento con il tap-in sotto porta. Suo un tiraccio larghissimo all’83° svirgolato dal limite dell’area a confermare la sua cronica sterilità offensiva.
KRSTOVIC voto: 6,5
Gioca dal primo minuto dopo giornate in cui ha fatto temere per un suo forfait dopo le noie muscolari patitre nel finale di gara con il napoli. Non è al meglio e si vede, ma al 23′ porta in vantaggio il Lecce, tornando al gol dopo l’ultima gioia datata 14 marzo, toccando con la punta un ottimo servizio di Tete Morente con cui supera Montipò in uscita. Subito dopo arriva la dedica per Graziano Fiorita, mostrando una maglietta con la foto dello sfortunato fisioterapista innalzata al cielo per il suo 11° centro stagionale. Al 36′ viene toccato duro sulla caviglia sinistra ma resta al suo posto. Al 42′ molto bella la conclusione a giro da fuori area che però sibila alla destra del portiere veneto. Ripresa di sofferenza ed eterna attesa di un passaggio filtrante che nessuno riesce a servirgli. Duella sui palloni lunghi lanciati in avanti da Falcone e aiuta la squadra a guadagnare metri nei momenti più infuocati.
N’DRI voto: 6
Schierato titolare, cerca di impensierire la difesa scaligera con la sua velocità. poco prima del quarto d’ora Valentini lo tocca duro in un intervento meritevole di un potenziale cartellino rosso per entrata a gamba tesa di Valentini che Maresca ignora, graziando il gialloblù. Recupera diversi palloni interessanti sulla trequarti innescando rapide ripartenze fermate spess con le maniere rudi. Nella ripresa accusa la fatica e stenta a superare l’uomo in diverse occasione fino alla naturale sostituzione.
→ (dal 55′) PIEROTTI voto: 5,5
Subito protagonista con una ripartenza che stava per dimostrarsi micidiale ma Banda arriva con un pizzico di ritardo sul suo servizio rasoterra e l’azione sfuma. Resta il suo unico acuto, perdendosi nei meandri della difesa veronese senza più mettersi in mostra o rendersi pericoloso.
All. GIAMPAOLO voto: 5
Dopo la vittoria di ieri sera dell’Empoli sul Parma e il conseguente slittamento al terz’ultimo psto, al “Bentegodi” l’imperativo era vietato perdere e puntare alla vittoria. La squadra che schiera dal 1° minuto è combattiva e determinata, mettendo in difficoltà un Verona a tratti lento e compassato. I giallorossi trovano il vantaggio, ma subiscono un pareggio che sa di beffa nel finale di prima frazione. Da lì in poi subentra la paura di restare a mani vuote e, nonostante qualche timido tentativo, i secondi 45 minuti sono il manifesto di una stagione nata male e proseguita anche peggio. I cambi non apportano inerzia sisgnificativa, anzi tolgono smalto e pericolosità. In particolare quello tra Banda e Tete Morente. Almeno non arriva la sconfitta, ma col Torino i 3 punti saranno il solo obiettivo possibile. Una storia già vista, vissuta, ma ogni volta puntualmente disattesa.