LECCE – Sulla tragica morte di Graziano Fiorita si registra la ferma presa di posizione dell’Ordine dei Fisioterapisti di Lecce e Brindisi che in una nota, a firma del presidente, il Dr. Angelo Scrimitore, ha affermato: “In questi giorni di dolore abbiamo pensato fosse importante mantenere un rispettoso silenzio in onore di Graziano e della sua famiglia. Abbiamo rinviato a tempi più consoni la decisione di intraprendere iniziative volte al ricordo di un collega che è stato, è e sarà sempre vanto ed espressione di questo territorio. Perché Graziano ha saputo farsi apprezzare non solo all’interno della famiglia giallorossa, lasciando il segno fra gli addetti ai lavori, fra i calciatori e fra i colleghi che hanno avuto il piacere di conoscerlo, come il sottoscritto. Tutto questo nonostante l’inevitabile tam-tam delle informazioni che si sono susseguite portando con sé inesattezze, errori anagrafici e confusione sui profili professionali“.

Abbiamo appreso, condividendo in pieno, che l’US Lecce abbia deciso come naturale conseguenza di una perdita così importante quanto inaspettata di non giocare e fare ritorno a Lecce. Rimaniamo basiti, però, dal fatto che la Lega Calcio abbia deciso, unilateralmente, di posticipare la partita di soli due giorni. Non possiamo esimerci perciò dal fare delle considerazioni che riteniamo necessarie per il rispetto di una vita umana, di un professionista, di un collega, di Graziano. Episodi precedenti, occorsi ahimè a calciatori o dirigenti, hanno visto il rinvio di una gara a data da destinarsi o con periodi sicuramente consoni ad un evento tragico come la perdita del caro Graziano. Non capiamo le differenti valutazioni della Lega Calcio rispetto alla morte di questo o di quel tesserato, che non meritano forse lo stesso rispetto. Non capiamo come non si possa prendere in considerazione il dolore e lo stato psicologico di un intero club, comprensibilmente sconvolto dalla perdita di una persona amata, un membro della “famiglia” giallorossa, che a distanza di poche ore dovrebbe affrontare una partita di calcio. Perché si tratta pur sempre di una partita, di un gioco che, seppur con inevitabili interessi e regole da rispettare, non può e non dovrebbe mai, in alcun modo, considerarsi più importante della morte di un collega, che ricordiamo essere ancora in attesa di un’autopsia e di un funerale“.

Se questo è il sistema “calcio”, che chiede ad una società, ai tifosi e ad un territorio intero di passare oltre il dolore dopo solo 48 ore, allora probabilmente c’è qualcosa di contorto, malato, che ha oramai perso di vista i valori fondanti dello sport per come lo conosciamo. Lo sport è e dovrebbe essere strumento educativo, volano per la trasmissione di un sistema valoriale differente da quello che vediamo oggi. E questo Graziano non lo avrebbe mai permesso…“, conclude il dr. Scrimitore.

Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.