UDINE (di Pierpaolo Sergio) – Fatale per il Lecce una punizione dal limite di Zemura ad un quarto d’ora dalla fine che regala i 3 punti all’Udinese. Giallorossi che si sono sgonfiati nella ripresa e che hanno confermato le inenarrabili difficoltà nel trovare la via della rete. Ben venga la sosta del campionato perché la squadra è confusa, timida e caratterialmente fragile. Male ancora una volta gli innesti a gara in corso.

FALCONE voto: 5,5
Prima parata dell’incontro già al 3° minuto su tiro ravvicinato di Kabasele a cui risponde respingendo d’istinto a guantoni aperti. Al 33° è salvato dalla traversa su incornata da pochi passi di Kabasele, poi Zemura sbaglia la mira sul susseguente tocco di testa. Al 39° è invece salvato dal palo su deviazione di Baschirotto che imprime al pallone calciato da Zarraga una traiettoria beffarda disinnescata solo dal legno. Non può nulla invece sulla perfetta punizione dal limite di Zemura che decide l’incontro. Al 95° evita poi il raddoppio parando un rasoterra di Kamara.

GUILBERT voto: 6
Al rientro dal turno di squalifica, si rende utile alla causa con alcuni recuperi e salvataggi sugli avanti friulani a cui cncede qualche centimetro i altezza a cui rimedia con sapienza tattica e abilità nel prendere la posizione. Nella metà campo avversaria si fa vedere tuttavia a sprazzi, prediligendo dar man forte ai compagni della retroguardia. Provoca nella ripresa l’ammonizione di Hassane che lo travolge dopo essere stato anticipato dal francese. Esce per cercare di ridare pericolosità ai salentini dopo lo svantaggio.

(dal 79°) TETE MORENTE voto: 5
Resta un oggetto misterioso incapace di dare qualsivoglia supporto alla causa leccese.

BASCHIROTTO voto: 5,5
Duella col fisico con il gigante Lucca che lo impegna non poco nei primi 45 minuti in diversi corpo a corpo negli ultimi 18  metri. Al 39° devia involontariamente un tiro da fuori di Zarraga che sbatte sul palo a Falcone immobile poi, subito dopo, viene ammonito per un fallo veniale. Ripresa di sofferenza in marcatura sugli avanti bianconeri che di testa vincono molti contrasti e creano confusione in area leccese.

GASPAR voto: 6
Tentenna un po’ troppo su un paio di cross in piena area e permette agli attaccanti di casa di creare problemi alla porta del Lecce pur su azioni non particolarmente pericolose. Allontana così come può ogni pallone che finisce tra i suoi piedi per non correre ulteriori rischi. L’ingresso dopo l’intervallo di Davis nell’attacco friulano gli consegna un antagonista più massiccio e pericoloso dello sgusciante ma inconcludente Brenner. Cresce allora di rendimento e si conferma il più affidabile della difesa.

GALLO voto: 5,5
In difficoltà su alcuni affondi degli esterni di Runjaic, dimostra di trovarsi più a suo agio quando può spingere in avanti portando palloni e perioli per la difesa dell’Udinese. Al 44° va pure vicino al gol con una bordata dai 18 metri che si spegne di poco a lato della sinistra di Okoye. Buona l’intesa con Rebic con cui dialoga a più riprese lungo la fascia sinistra. Secondo tempo in chiaro-scuro con pochi sussulti e qualche passaggio a vuoto di troppo.

COULIBALY voto: 5,5
In gran spolvero nel primo tempo quando si fa apprezzare per pressing e palloni recuperati in mediana. Va pure vicino al possibile vantaggio al 26° ma la sua incursione in area è sventata da Okoye in uscita disperata. Provoca l’amminizione di Ehizibue. Ottimo l’assist che fornisce al 52° a Dorgu che spara altissimo ma il precedente fuorigioco di Rebic avrebbe vanificato l’eventuale gol. Va in confusione dopo lo svantaggio e sbaglia qualche passaggio di troppo anche lui.

RAMADANI voto: 5 
Prezioso tatticamente, recupera decine di palloni nella zona nevralgica del terreno di gioco ma ne sbaglia altrettanti quando si tratta di servire i compagni. Un vero peccato perché innesca micidiali ripartenze ma poi vanifica il tutto per eccessiva precipitazione ed imprecisione nei passaggi. Suo al 69° il primo tiro del secondo temòpo dei giallorossi ma anche lui sbaglia la mira e calcia altissimo dal limite. Grave l’ennesimo errore di cui si macchia cercando prima di controllare la sfera, poi commettendo fallo dal limite da cui nasce il vantaggio dell’Udinese su punizione perfetta di Zemura. Poco dopo Gotti lo toglie dal campo visto il crollo di rendimento.

(dal 79°) OUDIN voto: 5
Ininfluente il suo ingresso sul rettangolo verde. Non tocca praticamente palla e non trova neppure un cross disperato nel finale da buttare in area avversaria.

PIERRET voto: 5
Rischia di fare la frittata in avvio di gara saltando a vuoto su un corner che porta Kabasele alla battuta a rete. Ci mette una pezza Falcone che rimedia all’errore. Da lì in poi si riprende e col passare dei minuti aiuta la squadra a schermare al meglio l’area salentina. Tuttavia non incide come potrebbe e non gli capita mai la palla buona per cercare di tirare con cattiveria in porta. Nello spezzone di ripresa in cui resta in campo non offre le soluzioni sperate e viene avvicendato.

(dal 63°) RAFIA voto: 5
Riproposto nel tentativo di ridare brillantezza al centrocampo leccese, finisce con il trotterellare in mezzo al campo senza trovare guizzi interessanti per fornire palloni utili agli avanti di giornata.

DORGU voto: 5,5
Viene riproposto sulla fascia destra, da esterno d’attacco. Al 10° Rebic lo lancia nello spazio ma calcia in curva non appena entra in area divorandosi un’ottima occasione. Tanta pressione quando l’Udinese priva ad impostare la manovra e tanti palloni recuperati sulla trequarti. Entra più volte in area avversaria palla al piede ma quel piede è sempre il destro e fa fatica a trovare la porta, preferendo allora appoggiare sul compagno accorrente. Nel secondo tempo ha una clamorosa chance per sbloccare il match ma calcia in curva su ottimo servizio di Coulibaly. Per sua fortuna l’azione era stata fermata per un precedente off-side di Rebic. Col passare dei minuti evapora e finisce nel marasma insieme al resto della sua squadra.

KRSTOVIC voto: 5,5
Tenta all’8° di sorprendere Okoye con un tiro da lontano dopo che il Lecce aveva recuperto palla andando in pressing sui difensori bianconeri. Al 16° reclama un penalty quando Tourè lo cintura a pochi metri dalla porta avversaria ma Mariani e il VAR lasciano correre. Grande occasione al 32° ma tenta un dribbling di troppo in area e viene recuperato. Tourè lo marca stretto e commette tanti falli su di lui per limitarlo e fermarlo sul nascere di ogni azione. All’81° ci prova quasi da centrocampo con Okoye fuori dai pali ma la conclusione è abbondantemente fuori bersaglio. La via del gol resta così una chimera.

REBIC voto: 5,5
In evidenza per larghi tratti del primo tempo, quando va a pressare efficacemente i portatori di palla bianconeri costringendoli spesso all’errore. Dialoga bene con Gallo sull’out mancino ma non trova il modo di andare mai alla conclusione, limitandosi al fornire assist. Si fa ammonire al 36° per eccessiva foga agonistica e deve mordere il freno nel resto della sua partita. Si spegne nella ripresa quando non trova spunti degni di nota in zona offensiva, lasciando il posto al compagno argentino.

(dal 63°) PIEROTTI voto: 5
Mariani lo ammonisce al primo intervento per una spinta veniale sul neo-entrato Hassane. Entra in campo in un momento in cui il Lecce fatica e non poco a superare la linea di centrocampo e lui si perde in un bicchier d’acqua.

All. GOTTI voto: 5,5
Al ritorno da ex a Udine, vive un pomeriggio di contrastanti sensazioni. Schiera ancora il 4-3-3, guarda l’evolversi del match e si compiace per come il Lecce irretisca per larghi tratti del primo tempo la manovre di friulani. Qualche smorfia di insofferenza sopraggiunge nel finale dei primi 45′ quando i giallorossi si scompongono dopo la traversa di Kabasele rischiando di capitolare in un paio di occasioni. Sensazione che non sbaglia, visto che la squadra si disunisce anche nella ripresa quando va in confusione perdendo molti palloni sanguinosi, regalando la punizione del successo e non trovando mai la forza e la lucidità di mettere un pallone che sia uno in area udinese fino al 95°. Neppure stavolta i cambi apportano quel quid in più in grado di recuperare il risultato. La sosta arriva propizia per resettare tutto e cercare di trovare il bandolo della matassa che si fa sempre più complicato.

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