LECCE (di Pierpaolo Sergio) – A Lecce un altro miracolo calcistico è servito. Per il secondo anno consecutivo, i giallorossi brindano alla permanenza in Serie A e stavolta lo fanno addirittura senza neppure scendere in campo, con tre turni d’anticipo rispetto alla fine del campionato 2023/2024. Le sconfitte del Frosinone contro l’Inter 0-5 e del Cagliari in casa del Milan per 5-1 regala infatti ai salentini la certezza che nessun risultato delle dirette concorrenti alla permanenza potrà farli finire nelle ultime tre piazze della classifica. Ecco allora che in città, a tarda sera, esplode la gioia dei tifosi con caroselli di auto e cortei a pavesare il centro cittadino di vessilli giallorossi.
Sicché, ancora una volta l’11 maggio finisce negli annali della storia del calcio a tinte giallorosse per un risultato da celebrare e festeggiare. Se due anni fa era coinciso con la promozione del Lecce in massima divisione, questa volta fa segnare una storica salvezza con 180′ ancora da giocare e, per di più, permettendosi il lusso di esultare restando comodamente in poltrona. Data fortunata, insomma, addirittura a doppio per due dirigenti del club di via Costadura: il presidente Saverio Sticchi Damiani ed il Dg Giuseppe Mercadante che proprio oggi festeggiano il loro compleanno. Ma è tutta la compagine societaria che può brindare e gustarsi un traguardo che, ad un certo punto della stagione, rischiava di svanire.
Se nel momento più complicato del torneo il Lecce ha ritrovato motivazioni e la quadratura del cerchio lo si deve all’arrivo in panchina di mister Luca Gotti, subentrato all’esonerato Roberto D’Aversa, a cui va comunque riconosciuto l’enorme merito di aver chiuso la sua esperienza leccese con 25 punti conquistati. Poi il periodo nero, fatto di sconfitte in serie e qualche pareggio, con calciatori che d’un tratto sembravano impauriti e fragili psicologicamente, tanto da essere risucchiati ai margini della zona rossa. La nefanda testata rifilata dal tecnico pescarese al veronese Henry ha reso impossibile continuare insieme a lui quest’avventura, spalancando le porte alla ventata di fresco portata da Gotti. L’allenatore rodigino ha subito dato la sua impronta al gruppo, nonostante le defezioni a campionato in corso di elementi imprescindibili all’assetto tattico come Strefezza, o gli infortunati Kaba prima e Banda poi. Ma la rinascita o la valorizzazione di calciatori quali Gallo, Blin, Dorgu, Piccoli, Krstovic e Pierotti (solo per citare i casi più eclatanti) hanno aiutato a ridisegnare tatticamente il Lecce edizione 2023/2024, mandando in soffitta un dispendioso 4-3-3 sostenuto dal responsabile dell’area tecnica Pantaleo Corvino a vantaggio di uno schieramento più razionale e consono alla caratteristiche tecniche della rosa a sua disposizione.
Lunedì sera al “Via del Mare” contro l’Udinese sarà l’occasione per godersi tutti insieme quest’altro traguardo che ha tanto il sapore dell’impresa, l’ennesima, di una società visionaria e costretta ad inventarsi un modo alternativo e sostenibile di fare calcio, coniugato ai risultati sportivi. La prima squadra è salva, il Settore Giovanile cresce, la formazione Primavera campione d’Italia nello scorso campionato, centra una salvezza che a tratti pareva impossibile, il Centro Sportivo di proprietà è in cantiere, come pure gli sforzi per dotare squadra e tifoseria di una “casa” più accogliente e moderna con il sogno della copertura integrale dello Stadio “Via del Mare” grazie ai fondi dei Giochi del Mediterraneo.
Insomma, mentre i big sgomitano per riportare la Serie A a 18 squadre, il piccolo Lecce si rimbocca le maniche e rema controcorrente sapendo di doversi sudare il doppio ogni conquista che raggiunge. Eppure, questo club anomalo, autentico Calimero nel panorama multimilionario di un calcio italiano che parla sempre più straniero ma con accento settentrionale, si fa trovare pronto in prima fila a ricordare come l’orgoglio, la professionalità e le idee possono ancora fare la differenza. E allora: buona festa, Lecce.
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