LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Signori, giù il cappello. Abbiamo avuto la fortuna di assistere al tanto sospirato miracolo calcistico che ha portato il Lecce a conquistare una salvezza incredibile, sofferta, insperata e, per questo, ancor più bella da vivere e da raccontare nell’arco di dieci interminabili mesi. La squadra giallorossa può fregiarsi di un altro risultato storico dopo la vittoria dello scorso campionato di Serie B da primi della classe.
La permanenza ed il conseguente diritto a giocare anche la prossima stagione nella massima categoria è un premio al coraggio della società di via Costadura a cui è riuscito il capolavoro di centrare la salvezza pur allestendo una rosa infarcita di tante scommesse e giovani di belle speranze. Un’impresa da annoverare tra le pagine più importanti ed emozionanti del club salentino. Una salvezza che per il presidente Saverio Sticchi Damiani ed i suoi soci è la prima in assoluto in questa serie, dopo l’amara retrocessione di tre stagioni fa, seguita alle due promozioni consecutive dalla C alla A. E questo mentre c’è ancora da aspettare l’esito dei playoff scudetto della formazione Primavera che ha chiuso al primo posto la regular season.
Dunque, finalmente si può tornare a respirare, a sciogliere quella tensione che ha avvelenato il clima all’interno della tifoseria leccese che, spaventata dall’aver scialacquato un cospicuo vantaggio di punti in classifica e visto le concorrenti alla permanenza farsi sotto minacciosamente, ha finito col vedere i mostri di una beffa che sarebbe stata troppo dura da digerire pur per un popolo calcistico (e non solo…) storicamente abituato a soffrire per conquistare ogni risultato finora messo in bacheca in oltre un secolo di storia.
Oggi è il momento di viversi una sorta di rivincita per chi ha saputo attendere e invocare equilibrio ed a giusta ragione può ora festeggiare questa salvezza figlia di un azzardo sì, ma ponderato. Il progetto-Lecce può andare avanti, senza rallentamenti, con la consapevolezza che le basi sono state piantate e da lì si può costruire il futuro del Lecce stavolta meno incerto grazie ai maggiori introiti garantiti dal giocare anche l’anno prossimo in A. Con più risorse da affidare a Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera per allestire un gruppo più competitivo, ma senza dimenticare che i conti vanno tenuti in ordine per non incappare in spiacevoli sorprese.
Si ripartirà per un campionato più normale, senza la follia di un Mondiale invernale e un intero mese di sosta. Ma adesso è giusto celebrare il gruppo, la vera forza di questo Lecce targato Marco Baroni. Squadra e tecnico hanno vissuto in simbiosi un anno pieno di difficoltà ed emozioni che questo lieto fine va a coronare dopo tanta fatica e tanto lavoro per sopperire al gap con tutte le altre squadre di questo torneo.
Contro il Bologna saranno allora 90′ di festa, senza più l’assillo di dover centrare la vittoria a tutti i costi che alla fine attanaglia gambe e testa. Squadra e pubblico potranno vivere un’ultima avventura prima di salutare tanti protagonisti di questa impresa destinati probabilmente a palcoscenici più celebrati. Se il Lecce che verrà sarà ancora più forte lo si dovrà proprio a loro che con questa maglia sono diventati più maturi e sono entrati per sempre nei cuori di una tifoseria passionale che li ricorderà a lungo negli anni a venire.
gefx1z
pp8ma4
5vrt5i
40e6ys
iuslpb
ekj9xv
o8h189
8jofsx