LECCE (di Gavino Coradduzza) – Il Lecce non va oltre il pareggio rischiando anche, è bene dirlo con chiarezza, la terza sconfitta consecutiva; niente avrebbe rubato la Reggina se avesse portato a casa l’intera posta; ha giocato di più e meglio, ha creato e sprecato, una lunga serie di limpide occasioni da gol, strameritando il punto conquistato. I numeri, piaccia o non piaccia, confinano il Lecce nel limbo dei play-off, lì scaraventato da un dato implacabile: 4 punti conquistati nelle ultime cinque partite…
Al “Via del Mare” si affrontano due squadre che cercano, almeno nelle intenzioni sbandierate, un lasciapassare per traguardi alti: il Lecce punta alla promozione diretta, la Reggina fiuta il profumo dei play-off. Non è battaglia acerrima, ma si combatte con impegno, ma anche con qualche distrazione imperdonabile come quella di Zuta, per esempio, il quale su un cross millimetrico di Bellomo, si concede un controllo all’acqua di rose su Edera, libero di poggiare la palla in rete…
A questo punto Stepinski rispolvera quanto di buono si era detto e scritto sul suo conto al suo arrivo in Salento ed infatti in poco meno di due minuti ribalta il risultato con due reti: al 14’ con una esemplare girata di testa finalizzando un sontuoso servizio di Mancosu, e al 16’ rispedendo in fondo al sacco una corta respinta del portiere Nicolas…
La Reggina non china la testa e pazientemente riordina le proprie idee e riprende ad insidiare la porta di Gabriel, molto bravo a respingere istintivamente una legnata di Orji, ma non la facile ribattuta di Montalto che approfitta della debole ribattuta del portiere brasiliano del Lecce. E così, ad un terzo di gara si è già sul 2-2. Da Salerno giunge intanto notizia del vantaggio dei campani sull’Empoli già promosso…
Curioso e significativo episodio al minuto 37: Gabriel esce fino al limite dell’area di rigore per respingere di piede, ma impatta con l’accorrente Lucioni: il rimpallo tra i due finisce sul fondo ma è da brividi. La Reggina è davvero in palla; è ben organizzata, è più puntuale dei giallorossi nel cercare e trovare l’area e la porta di Gabriel. Diciamocelo francamente: il Lecce non sta facendo la partita che dovrebbe e non sta facendo neanche una bella figura al cospetto di una squadra che, classifica alla mano, vale 12 punti in meno. La Reggina continua a sprecare occasioni su occasioni; clamorosa quella capitata a Bellomo che a non più di quattro metri dalla porta di Gabriel sarebbe liberissimo di appoggiare di piatto in porta ed invece spedisce in curva; dove era chi doveva controllarlo? Mistero…
Inizia la ripresa. La sostituzione di Zuta con Gallo è una mossa logica (ma perché non c’era nella formazione iniziale?) Il Lecce appare più brioso, un pochino più concentrato sul da farsi per tentare di portare a casa i tre punti, anche se la Reggina continua a concedere molto poco e ad essere molto insidiosa nella metà campo dei padroni di casa che progressivamente vedono annebbiarsi le proprie idee…
Sembra proprio la giornata dei gol mancati; Meccariello e Coda, sul solito preciso scodellamento di Mancosu, si trovano a tu per tu con il portiere reggino che ne annulla la conclusione a rete, ma al 15° ancora una volta Gabriel si spinge lontano dalla sua linea e per pochi centimetri non viene beffato dalla colombella di Bianchi. È una Reggina “mangia-gol”: riesce a sprecare clamorose occasioni su cui il Lecce è praticamente assente…
Corini prova altri cambi: sostituisce Stepinski e Majer con Henderson e Rodriguez. Il finale di partita è gestito con costante padronanza se nel campo da questa per certi versi sorprendente Reggina o, se si preferisce, finale di partita abbandonato da un Lecce appeso al gancio delle proprie responsabilità…