LECCE (di Gavino Coradduzza) – Quest’ennesima vittoria (la sesta di fila, è il nuovo record) va in archivio con pochi squilli di tromba, se si bada alla complessiva prestazione dei giallorossi, ma con accompagnamento di cori di halleluja visto che la classifica compiacente ed il calendario che si accorcia accendono fuochi d’artificio ed entusiasmi non facilmente placabili, né da placare…
I ragazzi di Eugenio Corini, in campo, si cercano e si trovano con semplice facilità; quel correr di palla crea un tourbillon cui il Pisa tenta di opporre quel che nella partita di andata al Via del Mare, funzionò alla perfezione producendo quella sorta di catastrofe che tutti ricordano: corsa, pressing, manovre ariose non di scarsa qualità…
A contenere tutto questo c’è un Lecce calmo, forse consapevole di quelle tante cose che in campo possono fare la differenza a proprio vantaggio. È un Lecce piuttosto guardingo, compassato; aspetta, com’è ormai abituato a fare, il momento giusto per portare a casa il risultato. È piuttosto attento ad arginare le incursioni che i pisani si sforzano di organizzare sulle corsie esterne lungo le quali montano la guardia Maggio e Gallo, mentre Lucioni e Pisacane presidiano invece i corridoi centrali resi abbastanza sterili da Majer con tutto il reparto più attento alla protezione che alla proiezione…
La partita procede con andamento piuttosto “mollacioso”, salvo qualche rara accelerazione, più del Pisa che dei giallorossi, che ne nobilita il peso specifico complessivamente mediocre. Intorno al 30° minuto si verifica in area giallorossa un episodio assai dubbio su cui l’arbitro Marinelli sorvola: vigoroso intervento di Maggio sull’ex Palombi che va per le terre scatenando le vibrate proteste della panchina nerazzurra; D’Angelo, l’allenatore, usa toni accesi e reiterati, e l’arbitro lo manda anticipatamente sotto la doccia…
Primo tempo da archiviare con pochi rimpianti (da parte giallorossa) e con la speranza di una ripresa più ricca di “contenuti calcistici”. Resta nello spogliatoio Pisacane sostituito da Meccariello e la partita riprende con immutato spartito. Per alimentare la scarsa cronaca si potrebbe raccontare di un furibondo destro di Pettinari andato a spegnersi sulle gradinate, o delle poche iniziative abortite prima ancora che assumessero fattezze di incisività…
Naturalmente, è giusto e logico pensare che la classifica sia sempre più motivo di spiegazione e di giustificazione, ma giustificare in suo nome il tutto, il poco e talvolta il niente pare leggermente eccessivo. Non resta che attendere i residui 20 minuti di partita sperando che siano più generosi dei 70 che li hanno preceduti; ci si affida così all’ingresso in campo dei più freschi Tachtsidis e Rodriguez al posto di Majer e Pettinari…
Ed in effetti qualcosa cambia, ossia la più importante: il risultato. È infatti il solito Massimo Coda a trasformare in gol il calcio di rigore concesso dall’arbitro per un fallo su Henderson imbeccato proprio da Rodriguez… Il Lecce costruisce dunque da sé e per sé le buone anzi, ottime notizie numeriche; altrettanto fa nel frattempo il Monza a cui vanno vagonate di ringraziamenti… Prosit!