In occasione della celebrazione dei 113 anni di calcio a Lecce, vi riproponiamo questo articolo realizzato da Italo Aromolo per augurare alla principale squadra di calcio del nostro territorio un futuro sempre più ricco di soddisfazioni. Buona lettura…
LECCE (di Italo Aromolo) – L’essenza della leccesità non è certo comprimibile in un articolo: va vissuta. Ma dalle testimonianze indirette che per lavoro raccogliamo quasi quotidianamente si può percepire il valore dell’appartenenza ad una maglia e ad una comunità: a Lecce chi tanto ha dato, ha ricevuto il quadruplo in termini di affetto, stima e rispetto da parte della tifoseria giallorossa, calda e appassionata come poche altre.
Abbiamo così selezionato alcune tra le migliori dichiarazioni d’amore rivolte a città e tifosi da parte di chi ha scritto la storia di questo club: personaggi irriducibilmente romantici come Serse Cosmi, Ernesto Javier Chevanton, Fabrizio Miccoli, Saverio Sticchi Damiani, David Di Michele, Antonio Tesoro o Ciccio Cosenza solo per citarne alcuni, senza pretese di completezza e assolutezza nel soggettivo universo delle emozioni.
DAVID DI MICHELE (ai tifosi, sulla propria pagina Facebook): “Ci sono giorni in cui mi fermo a pensare alle emozioni che mi avete regalato e posso dirvi che certi brividi non passeranno mai più dalla mia pelle: i gol, le esultanze, l’affetto, i cori e tutto quello che abbiamo trascorso insieme non ha tempo, non ha scadenza, non ha fine. Voi mi avete sempre supportato ed amato e credo che questo sentimento reciproco non svanirà mai. Era il 13 maggio 2012, quando col Chievo Verona uscimmo tra le lacrime, ma con la standing-ovation da parte dei nostri meravigliosi tifosi: noi in campo avevamo dato tutto, lo sapevamo noi e lo sapevate voi. Immagini stupende che fecero il giro del mondo. Non avevamo nulla da rimproverarci, c’era solo l’immenso dispiacere di non aver mantenuto la categoria. Non mi era mai capitato prima di versare lacrime, né per la qualificazione alla UEFA Champions League, né in occasione della mia chiamata in Nazionale. Ma quella sera tutta quella passione mi fece commuovere”.
FABRIZIO MICCOLI (ripercorrendo la carriera in un’intervista a DAZN): “Giocare nel Lecce è un sogno che ho sempre avuto fin da bambino, al di là di categoria: quando ci sono riuscito in Lega Pro sapevo che rispetto alla Serie A sarebbe stato totalmente diverso. Però l’emozione del gol che ho realizzato in Lecce-Prato, non certo una partita storica, è indescrivibile: allora in Curva venivano sempre le solite persone, un centinaio, neanche di più, ma quando la palla è entrata in rete ho eliminato tutto il contesto e sono andato ad esultare sotto la Nord come un bambino: ancora ricordo l’inchino dell’esultanza. Me lo porterò dentro sempre, era come se ci fossero 20mila persone per me”.
ERNESTO JAVIER CHEVANTON: “Io sono un tifoso del Lecce e non posso non seguire con entusiasmo le sorti della squadra. Molto presto tornerò in Curva Nord: io vado solo in curva perché lì vivo diversamente la partita, mi piace avvertire il calore dei tifosi e urlare in coro con loro. Mi sento parte di tutti i ragazzi della curva ormai, siamo una cosa sola. Con loro c’è un rapporto magnifico, esultare ad un goal insieme alla Nord è un’emozione indescrivibile”.
FRANCESCO COSENZA (dal messaggio di addio al Lecce): “Orgoglioso di aver indossato questa maglia. Orgoglioso di essere caduto con questa maglia. Orgoglioso di essermi rialzato con questa maglia. Orgoglioso di aver perso i playoff per ben 2 volte perché hanno reso la vittoria ancora più bella. Orgoglioso di aver indossato la fascia da capitano. Orgoglioso di aver alzato per ben due volte un fumogeno sotto la Curva assieme alla mia famiglia e aver lanciato un coro. Io so cosa significa. Orgoglioso di aver fatto parte di questa famiglia”.
SERSE COSMI (per il 10° compleanno del club): “Auguri, Lecce: 110 anni son tanti, pensavo fossi più giovane. Eppure, come tutte le cose antiche che hanno tradizioni forti, migliori col tempo, come il vino della tua terra. Ti faccio un grande augurio, 110 anni vissuti tra mille gioie e difficoltà ma sempre con l’identica grande passione che accompagna questa città e questa terra”. Sulla retrocessione dalla Serie A nel 2012: “L’aritmetica dice che sono retrocesso con il Lecce, ma poi c’è un’altra classifica che è quella dei tifosi. E allora a Lecce ho vinto uno scudetto”.
ANTONIO TESORO (dalla lettera di saluto ai leccesi): “Ringrazio la Curva Nord perché, nonostante le contestazioni finali, per me resta una delle tifoserie più vere, leali e coerenti dell’intero palcoscenico italiano; non vi ho mai considerati “delinquenti”, sono fiero di non averlo fatto. Ringrazio, ad uno ad uno, ogni singolo tifoso che ha speso anche solo un euro per il Lecce in questi anni; mi spiace di non essere riuscito a valorizzarlo come meritavate. Continuo a credere che non esista un Lecce dei Tesoro, un Lecce dei Semeraro, un Lecce di Jurlano; esiste solo l’U.S. Lecce, continuate a proteggere questo patrimonio”.
SAVERIO STICCHI DAMIANI (dallo speciale Sky “Il Salento torna in A”): “Io amo sentire il profumo di questa città. È un sapore dolce, una città che profuma di sole, di energie positive, di vita. Lecce è un pezzo enorme del mio cuore. Siamo legatissimi alle nostre radici: il Lecce è la squadra del territorio, la squadra del Salento, che è riuscita incredibilmente ad avere quasi 20mila abbonati perché spinge sul fattore dell’identità. Se tifi Lecce, tifi Lecce e basta”.