LECCE (di Gabriele de Pandis) – Sabato pomeriggio non sarà una giornata qualunque per Antonio Tesoro. Il d.s. dell’Ascoli tornerà al “Via del Mare” di Lecce per la prima volta da avversario dopo i tre anni di Lega Pro vissuti da responsabile dell’area tecnica del club salentino. La paura vissuta per il brutto incidente a Manuel Scavone, con conseguente sospensione del match del 1 febbraio scorso, ha di fatto rinviato il primo match ufficiale da ex del dirigente nell’impianto leccese.

È inutile ricordare che i risultati delle stagioni targate Tesoro sono ben lontani dall’attualità recentissima, ma è altresì vero che spesso il 38enne dirigente è stato oggetto di critiche che, valutate oggi a mente fredda e statistiche alla mano, sembrano ingenerose.

Dati alla mano, il Lecce dell’interregno Tesoro, ha mancato la Serie B in due occasioni per pochi centimetri, letteralmente. Quelli che nelle finali play-off hanno permesso alla punizione di Kabine di bucare la barriera in Lecce-Carpi 1-1 e quelli che un anno dopo portarono il tiro di Beretta a toccare il palo in Frosinone-Lecce 3-1: sarebbe stato il punto dello 0-2.

Beretta esulta dopo il gol nella finale di Frosinone

Si perdoni l’eccessivo romanticismo, è ovvio che un episodio non può riscrivere la storia di una partita, che magari avrebbe preso altri binari, ma oltre ai dati vanno rievocati anche i ricordi. Il calcio non è matematica.

Dall’altra parte, però, c’è da dire che l’attaccamento a una serie di scelte, in campo e in panchina, non ha portato i frutti sperati. Accolti con scetticismo dalla piazza leccese, i Tesoro hanno spesso tentato delle manovre, oltre che di mercato, anche sentimentali e mediatiche per risvegliare l’entusiasmo di una tifoseria che, fatta eccezione per gli innamorati veri, stava scemando.

La gestione poi delle scelte pesanti non è stata sempre, anzi quasi mai, idilliaca. I fatti non possono tuttavia cancellare la dedizione e la passione di un addetto ai lavori che nel corso degli anni ha sempre cercato di operare su se stesso, mettendoci anche la faccia, atteggiamento replicato anche nelle altre esperienze lontane dal Salento.

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Savino e Antonio Tesoro

Lecce è stata la prima grande piazza vissuta da Antonio Tesoro, già nell’organigramma della Pro Patria da presidente, dopo l’acquisto effettuato dal gruppo capeggiato dal padre Savino.

LA STAGIONE 2012/’13- A cinque anni dalla cocente delusione di Lecce-Carpi, si possono fare doppie riflessioni sull’operato del primo Antonio Tesoro a Lecce. La squadra, con elementi provenienti dalla A pesanti sul campo e in bilancio, fu ritoccata soprattutto con Mariano Bogliacino e Ledian Memushaj. Il primo è stato un pilastro per due stagioni, il secondo, d’indubbio valore, ha scalato le gerarchie del calcio italiano fino alla Serie A con Benevento e Pescara. Gli altri innesti? Chevanton il ritorno romantico, Diniz e Martinez i più longevi, il goleador Foti il rimpianto, Pià, Vanin, Fatic, De Rose e Zappacosta gli altri.

Moriero allenatori
Francesco Moriero

LA STAGIONE 2013/’14- Il secondo anno è il Frosinone a battere in finale un Lecce allestito in estate di concerto con Francesco Moriero, che però sarà allontanato dopo la partenza choc e sostituito da Franco Lerda, l’uomo di fiducia in panca del dirigente.

Tesoro porta Fabrizio Miccoli al Lecce e gli affianca Giacomo Beretta e Gianmarco Zigoni, attaccanti che vedranno la B prima del club giallorosso. Zigo vincerà anche la cadetteria con la SPAL.

Romeo Papini

Il lavoro, alleggerito dagli addii dei retaggi della A, è più alacre. Arrivano Walter Lopez e Abdou Doumbia, croci e delizia di questi anni di storia del Lecce. La difesa è poi completata da Vinetot, trascinato giocoforza da qualche errore nelle prime partite horror, e D’Ambrosio, che batté il Lecce l’anno prima con una rete siglata con la Lumezzane: era l’inizio del declino. In mediana Stefano Salvi e Romeo Papini sono le colonne romane, Ferreira Pinto e Nicolas Amodio danno esperienza e Luis Sacilotto fa il suo. In porta la scelta ricade su Nicholas Caglioni e Filippo Perucchini, che diventerà una sicurezza del Lecce.

Non sfondano lo sfortunato Tommaso Bellazzini, Sales, Parfait, Casiraghi, Melara, Bencivenga e Dario Barraco, ricordato perlopiù per la tripletta messa a segno a Prato.

Davide Moscardelli in lacrime dopo Lecce-Vigor Lamezia 2-2

LA STAGIONE 2014/’15- Il terzo e ultimo anno della gestione Tesoro è il peggiore sul campo. Il Lecce conclude sesto, in panchina si alternano Franco Lerda, Dino Pagliari e Alberto Bollini, ma sul mercato Antonio Tesoro lascerà il segno anche guardando le annate a venire. Il nome forte è Davide Moscardelli, che inizialmente si alterna con il desaparecido Gigi Della Rocca (1 solo gol prima dell’addio), ma ritorna a Lecce anche l’innamoratissimo e capitano Checco Lepore. A corrente alternata furono i rendimenti del gallipolino Alessandro Carrozza e di Filipe Gomes. Da dimenticare le parentesi dei difensori Carini, annunciato a gran voce alla vigilia del campionato, e Donida.

Herrera e Di Chiara

A gennaio l’ultimo miscuglio. La carriera di Gianluca Di Chiara a Benevento in B e A dopo il “Via del Mare” evidenzia la caratura del calciatore. Andrea Beduschi fu un elemento dall’enorme potenziale che non raccolse quanto meritato. Carlos Embalo fu evanescente nel Salento ma arrivò in A con il Palermo. Non fu così per Eric Herrera, Jacopo Manconi e Gustavo Vagenin. Il portiere Tommaso Scuffia concluse il campionato tra i pali dopo il litigio avuto mesi prima mentre vestiva la casacca del Catanzaro. Il 2-2 di Lamezia Terme, con i play-off, già improbabili, che sfumato, sono gli ultimi 90′ di Antonio Tesoro da d.s. del Lecce.

Franco Lerda

LO SBARCO IN B- La fine della gestione Tesoro del Lecce segna irrimediabilmente la conclusione dell’esperienza di Antonio da d.s. giallorosso. Il Vicenza gli darà l’opportunità di lavorare in Serie B nel campionato 2015/’16. L’accordo arriva nel marzo, Tesoro porta sulla panchina berica Franco Lerda, che traghetterà la squadra alla salvezza dopo la gestione negativa di Pasquale Marino.

La stagione successiva, però, porta al capitombolo in Serie C. In un’intervista resa a Sky Sport, Antonio Tesoro tracciò il bilancio dell’annata vicentina prendendosi le responsabilità, ma evidenziando la sfortuna avuta per l’infortunio di Giulio Ebagua e gli errori di valutazione commessi.

antonio tesoroI nomi? Galano e Raicevic, elementi che già militavano nel Vicenza e che Tesoro decise di trattenere. In più gli acquisti ritardati di Esposito e Zaccardo e i mal di pancia di qualche altro elemento voglioso di andar via complicarono le cose all’allora tecnico Pierpaolo Bisoli. Anch’egli, orfano di Bianchi, chiese a Tesoro Brighenti, che non si rivelò all’epoca una carta vincente.

Tesoro, di fatto, chiuse la sua avventura in Veneto con queste parole: “Mi sarei tagliato una mano per far bene qui, purtroppo non ci siamo riusciti. Ma la verità è che abbiamo fatto 41 punti e che siamo terzultimi”.

DA VICENZA ALL’ASCOLI- Nell’estate del 2018 il ritorno in auge. Con il formale passaggio di consegne del pacchetto di maggioranza dell’Ascoli Picchio da Francesco Bellini alla Bricofer di Massimo Pulcinelli la poltrona da d.s. è consegnata ad Antonio Tesoro. L’obiettivo richiesto dalla piazza era quello di salvarsi senza sofferenze eccessive, e il rendimento del Picchio fino ad ora premia il lavoro del dirigente barese e di mister Vivarini.

Ascoli-Lecce 1-0

La sessione estiva di calciomercato porta ad Ascoli Perucchini, già avuto a Lecce, ma il recente passaggio a Empoli dopo (troppe) incertezze segna il passaggio a vuoto del portiere bergamasco.

Le scommesse ad oggi azzeccate sono Ardemagni, fiore all’occhiello, e Laverone, presi a costo zero, mentre Jack Beretta è un altro amarcord salentino. Frattesi e Ninkovic gli acquisti più sudati per la concorrenza estera e di Serie A, Vacca il matrimonio fallito. A pochi giorni dalla chiusura della sessione invernale arriva il gran colpo di mercato: Amato Ciciretti militerà nell’Ascoli fino a fine stagione.

A settembre, al “Del Duca” il primo incrocio è stato vincente per Tesoro: zampata di Ardemagni e giallorossi battuti di misura. Chissà se venerdì sera la voglia di rivalsa di Antonio Tesoro si mischierà con gli innumerevoli bei ricordi vissuti nel tunnel e sulle panchine del “Via del Mare“. No, non sarà decisamente una serata qualunque…

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