Numeri in aumento ma lo scenario è persino più variegato di quanto sembri a prima vista. Una soglia che pareva distante  quella del miliardo di euro per il mercato delle sponsorizzazioni sportive italiane  viene superata nel 2025, con un incremento vicino al 14% rispetto al passato anno. Nel frattempo, il calcio italiano beh, subisce una trasformazione a più livelli; investimenti in ascesa, nuovi segmenti di pubblico a cui parlare, mentre anche il modo di vivere la partita negli stadi cambia, nel piccolo e nel grande.

Forse saranno sostenibilità, digitalizzazione, oppure quei formati di engagement che ormai sono sulla bocca di molti, e spesso non solo per moda.  Dietro le quinte, però, si coglie una certa tensione; brand e club cercano di mantenere un filo con il glorioso passato, ma nello stesso tempo rincorrono il tifoso sempre più abituato al digitale e curioso di interazioni nuove  che si tratti di gamification, oppure di strumenti innovativi come le slot online.

Crescita degli investimenti e logiche di sponsorizzazione sempre più intrecciate

A rifletterci, negli ultimi tre anni le società italiane hanno fatto o almeno, così sembrano suggerire vari osservatori  una corsa piuttosto decisa verso un approccio più manageriale alla sponsorizzazione. Forse i grandi eventi come Milano Cortina 2026 sono una parte della storia, oppure c’entrano questioni ESG e pressioni sulla sostenibilità  è difficile pesare il tutto. le aziende orientate agli investimenti sportivi tendano ormai a preferire partnership integrate; il semplice logo in bella vista in campo non basta più, bisogna muoversi tra iniziative digitali, progetti CSR e coinvolgimento emotivo ben più diretto.

Ormai, in Serie A, oltre il 70% delle squadre pare spingere l’acceleratore su strategie multicanale; lo sponsor tesse una relazione che continua anche fuori dallo stadio, attraversando social, community online, contenuti su misura. Si tratta di una transizione che, almeno sulla carta, sembra incidere non poco sul valore dei diritti commerciali e permette ai club di resistere  diciamo così  alla concorrenza dei campionati esteri più ricchi.

Venue naming, gestione diretta e nuovi modi di coinvolgere il pubblico

Ormai è difficile parlare di stadi senza imbattersi nella questione della gestione diretta  nel 2025, questo sembra quasi un punto fermo. Club come Juventus, Udinese, Atalanta sono partiti prima dei rivali, eppure la tendenza ormai coinvolge anche realtà più piccole. Il venue naming  vale a dire la cessione del nome dello stadio a un brand  sembra diffondersi con una certa rapidità, mutato dal modello internazionale.

Bodai Unibs sottolinea come il naming right possa offrire molta più visibilità agli sponsor, generando ricavi nuovi e spesso notevoli, talvolta sopra i 10 milioni di euro ogni anno. Forse più interessante ancora, il modo in cui si moltiplicano le esperienze dentro e fuori lo stadio; dagli spazi hospitality personalizzati a aree immersive, passando per eventi musicali e gaming che si infilano nelle pause di una domenica senza partite.

Sponsorizzazione tra sostenibilità, reputazione e qualche impatto concreto

Nel racconto del 2025, il valore delle sponsorizzazioni non si valuta più soltanto in euro. Sembra prendere sempre più spazio la ricerca di progetti socialmente utili o sostenibili, intrecciati ormai quasi inscindibilmente con la routine dei club. L’Economy Magazine, ad esempio, riferisce che il 62% dei tifosi italiani preferisce club impegnati attivamente su temi ambientali. Parallelamente, le partnership a vocazione sociale  riqualificazione di quartieri, raccolte fondi per il territorio, progetti di inclusione  vanno aumentando e, tutto sommato, la tendenza non sembra passeggera.

Ci sono anche week-end a tema green organizzati negli stadi, frutto della collaborazione fra club e sponsor. In questi casi il calcio si mostra, non senza qualche retorica, come piattaforma di valori; un luogo dove team, brand e tifosi mettono in piazza messaggi che, talvolta, vanno oltre la pura immagine aziendale. Iniziative come la compensazione della CO2 durante gli eventi o il riciclo dei materiali degli stadi raccolgono, a quanto pare, risultati non solo simbolici, ma anche qualche beneficio concreto sulle comunità locali.

Nuove strade per i finanziamenti e qualche effetto sulla fan experience

Nel tentativo di rinnovare i propri impianti, i club hanno dovuto esplorare formule forse anche piuttosto creative per sostenere la spesa. Secondo quanto riferisce Sport Economy, lo Stato sembra incentivare  non sempre in modo lineare, forse  l’impiego di fondi provenienti da scommesse e giochi per finanziare la riqualificazione degli stadi; una quota delle entrate provenienti da scommesse e giochi come slot serve a finanziare lavori di ammodernamento, manutenzione e servizi negli impianti.

Intanto si fa sempre più strada il fenomeno delle micro-sponsorizzazioni locali; piccoli marchi di territorio che, con risorse più limitate ma spesso idee fresche, contribuiscono al miglioramento concreto dei servizi disponibili per i tifosi. E i numeri, almeno quelli provenienti da LUISS per il 2024, suggeriscono che questa spinta all’innovazione porti effetti misurabili; negli stadi più moderni  connessione 5G, aree relax, spazi pensati per le famiglie  gli spettatori aumentano mediamente del 18%. A ben vedere, la sponsorizzazione non è più solo branding; può diventare il vero motore della trasformazione della partita dal vivo.

Responsabilità, rischio e sensibilità; equilibri da trovare nel calcio contemporaneo

Col dilagare delle slot, insieme a scommesse sportive e varie forme di gaming digitale, le questioni legate alla responsabilità e alla tutela dei minori diventano  inutile nasconderlo  sempre più delicate. I club italiani si stanno attrezzando con linee guida piuttosto chiare, almeno per quanto riguarda il gioco responsabile, incoraggiando i tifosi alla cautela sui rischi di questi passatempi. Nei nuovi impianti, non è raro vedere campagne informative e percorsi educativi, accompagnati da limiti spesso più stringenti per l’accesso dei più giovani alle aree a rischio. Forse si sta consolidando un nuovo standard, un punto di equilibrio fra innovazione, business e coscienza sociale che riflette  almeno in parte  un pubblico più informato, desideroso di trasparenza e a tratti anche più critico rispetto al passato.

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