UDINE (di Pierpaolo Sergio) – Si ferma al “Bluenergy Stadium” la striscia di tre risultati utili consecutivi per il Lecce che subisce un 3-2 dall’Udinese, alla sua prima vittoria interna della stagione. Giallorossi inconcludenti per tutto il primo tempo, con le penalizzanti scelte di formazione di mister Di Francesco. Corso ai ripari all’intervallo, la squadra ha riaperto i giochi con una punizione di Berisha, ha sprecato il possibile pareggio con Pierotti, incassato la terza marcatura e poi segnato l’inutile rete in pieno recupero di N’Dri.

FALCONE voto: 5,5
Perde un pallone sanguinoso dopo appena 2 minuti di gioco tentando un’improbabile partenza dal basso ma l’Udinese lo grazia e rimedia sul tiro-cross susseguente. Sul gol del vantaggio di Karlstrom al 16° non riesce a chiudere in tempo l’angolo di battuta e subisce la rete. Al 20° lo salva la traversa su tiro di prima intenzione di Zaniolo. Al 22° evita il raddoppio su rasoterra di Davis che aveva recuperato palla in piena area. Capitola però al 37° su altra dormita della difesa, con Davis che incorna da pochi metri per il 2-0. Per tutto il secondo tempo non corre alcun rischio ma subisce la terza rete al 90° di Buksa su cui intuisce ma non blocca e che chiude l’incontro.

DANILO VEIGA voto: 5,5
Non uno, ma due passi indietro rispetto alla bella prestazione di sette giorni fa contro il Sassuolo. Dalla sua zona di competenza l’Udinese sfonda a proprio piacimento e non è un caso che le due reti nascano proprio da quel versante. Perde allegramente palloni su palloni e non chiude sui traversoni messi in area dagli esterni di Runjaic. Si fa parzialmente perdonare ne recupero del primo tempo quando chiude una perfetta diagonale che disinnesca il potenziale terzo centro udinese. Cresce nella ripresa quando trova un minimo di lucidità e collaborazione.

TIAGO GABRIEL voto: 6
Deve stringere i denti in marcatura sul possente Davis che, pur pagando qualcosa in termini di altezza, lo sovrasta sul piano del fisico. Ne è lo specchio l’azione del raddoppio dei padroni di casa in cui lamenta un presunto fallo subito dall’attaccante bianconero che invece se ne libera con facilità schiacciando di testa a rete. Prova a metterla sul piano dell’agonismo e rimedia qualche colpo pribito non sanzionato a dovere dall’arbitro. Nella ripresa è più preciso e presente e sventa un paio di occasioni pericolose nella sua area.

GASPAR voto: 5
Tanta confusione in area di rigore dove stenta a trovare la giusta collocazione. Commette errori su errori per tutti i primi 45 minuti e complica la vita al suo compagno di reparto a cui spesso va a pestare i piedi. Proprio in un’azione fantozziana allo scadere della prima frazione di gioco rovina addosso a Gabriel spalancando la via della rete ai friulani che si divorano la palla del possibile 3-0 per un errore sul cross e chiusura decisiva di Veiga. Anche nel secondo tempo si conferma arruffone e si fa trovare fuori posizione più volte, non paga dazio ma crea nervosimo tra i compagni.

GALLO voto: 5,5
In difficoltà pure lui quando ha la palla tra i piedi. Troppo lenta nel manovrare e scegliuere la giocata da fare, con gli avversari che gli portano via la sfera puntando subito l’area di rigore giallorossa. Scarsa l’intesa di giornata con Morente che gli dà ben poco supporto. Ci prova nei secondi 45 minuti ma le gambre girano poco e male e non chiude nel finale la discesa che consente ai bianconeri di segnare la terza rete di giornata.

RAMADANI voto: 6
In difficoltà fin dalle prime battute. Deve giocare in apnea sulla pressione dei centrocampisti friulani che spesso e volentieri gli sradicano il pallone dai piedi cercando le verticalizzazioni e veloci cross in area. Gira a vuoto e crea svarioni a più riprese che i padroni di casa non capitalizzano solo per eccessiva precipitazione. Subisce pure lui diverse entrate dure e su una di queste arriva l’amonizione per Davis che usa molto mani e braccia nel difendere il pallone. Senza più Helgason accanto di desta quando il suo allenatore ridisegna la squadra nella ripresa e pure lui ne trae beneficio.

BERISHA voto: 6
Grave l’errore in marcatura su Karlstrom al 16° a cui concede la chance di calciare in porta e sbloccare l’incontro dopo il mancato intervento in tentato anticipo che poteva costare il rigore in caso di contatto tra i due piedi. Non aiutato dai compagni di reparto, in particolare dall’evanescente Helgason, si accende mai e va a tre cilindri mentre gli avversari corrono e velocità doppia. Al 40° gli capita un buon pallone da calciare in porta ma la mira è larga. Al 59° ha il merito di riaprire la gara su calcio di punizione sfruttato a divere sia pure con la complicità del portiere Okoye lento nel chiudere sulla traiettoria a giro. Resta sul rettangolo verde fino ad un quarto d’ora dal termine quando lascia il posto al redivico Maleh.

→ (dal 76′) MALEH voto: 6
Torna a giocare nel Lecce dopo le note vicende che lo avevano fatto finire fuori rosa e nel dimenticatoio. Chiamato in causa nel finale di match, offre a Pierotti un ottimo cross che l’esterno colpisce di testa mancando il pareggio. Ha fame di calcio giocato e disputa una buona e volenterosa prestazione fatta anche di ripiegamenti a dare una mano alla difesa.

HELGASON voto: 4,5
Ritrova una maglia da titolare un po’ a sorpresa prendendo il posto di Coulibaly apparso appannato contro il Sassuolo. Anche lui è però un fantasma ed al “Bluenergy Stadium” appare più a spaventare se stesso che i dirimpettai. Avulso dalla manovra, non riesce a velocizzare le sporadiche ripartenze leccesi vagando per il campo senza costrutto. Ancor peggio, in coppia male assortita con Berisha, lascia il dominio della mediana alla formazione di casa che lì in mezzo spadroneggia. All’intervallo Di Francesco lo toglie dalla contesa: esperimento fallito.

→ (dal 46′) BANDA voto: 5,5
Si conquista il calcio di punizione che poi Berisha trasforma nella rete del 2-1. Innesto che segna il cambio di modulo dei giallorossi alla ricerca di una rimonta dopo il dopoio svantaggio accumulato nel primo tempo. Perde tantissimi palloni ingenuamente e conferma di non riuscire più a saltare un avversario in dribbling o crossare un pallone in area.

TETE MORENTE voto: 4,5
Vive di eterne indecisioni che finiscono col penalizzare le già scarse e confuse idee del Lecce in fase d’attacco. Agisce defilato sulla sinistra e non supporta Gallo in fase di non possesso. Col Lecce sotto di due gol, all’intervallo resta meritatamente negli spogliatoi.

→ (dal 46′) N’DRI voto: 5,5
Ci prova al 75° con un tiro a giro dal limite che non trova lo specchio della porta ma il paletto esterno. Tanti scatti, finte e controfinte ma poca sostanza da quelle parti in cui stenta a dialogare con Pierotti e gli altri compagni dell’attacco. Solo allo scadere del recupero, dopo aver perso il pallone che permette all’Udinese di andare a segnare la terza rete, trova un bel gol con il solito tiro a giro che tanto predilige ma che finisce con l’accrescere i rimpianti per una partita buttata via.

STULIC voto: 5,5
Vince il solito ballottaggio con Camarda e parte titolare al “Friuli“. Poco servito in area dai compagni, ma non è certo una novità, al 32° viene ammonito da Feliciani per una presunta reazione su Kabasele. Ci prova al 42° da lontano vedendo il portiere fuori posizione ma la conclusione termina sull’esterno della rete. Resta in campo fin oltre l’ora di gioco ma non trova altri modi per rendersi pericoloso e allora lascia il posto a Camarda.

→ (dal 66′) CAMARDA voto: 5,5
Va in mezzo all’area ad aspettare palloni utili da sfruttare. Si sa, però, delle difficoltà del Lecce nel trovare i propri centravanti che restano spesso a guardare attendendo un assist che non arriva da nessun versante. All’82° fa temere i suoi supporters per una leggera distorsione della caviglia ma resta in campo e finisce l’incontro.

PIEROTTI voto: 5,5
Mette pressione ai difensori bianconeri alle prim battute ma è troppo precipitoso nella scelta della giocata e nei passaggi. Sfumano così un paio di buone occasioni. Al 35° ha un’ottima palla dal limite che tuttavia calcia di piatto alzando troppo la mira e facendo sfumare la possibilità di pareggiare. Scarso l’apporto in ripiego. All’81° Maleh gli mette sulla fronte un cross al bacio che colpisce senza saltare ma che indirizza di poco a lato con Okoye immobile. Subito dopo esce dal campo.

→ (dall’87’) SALA voto: S.V.
Si rivede in campo dopo l’ultima apparizione contro il Cagliari. Solo spiccioli di gara per lo spagnolo che ci prova con una battuta dal limite deviata in corner dall’estremo difensore friulano. Sulla ripartenza mortifera che porta al terzo centro al passivo non si danna per niente l’anima nel recperare metri e andare a chiudere in area pur esseno freschissimo.

All. DI FRANCESCO voto: 5
Servono due ceffoni in pieno viso per tornare al 4-2-3-1 che ridà logica e geometria ad un Lecce insulso per 45 minuti e che offre spazi e occasioni all’Udinese. Negativo l’esperiemento di proporre dall’inizio Helgason accanto a Berisha, lasciando Ramadani da solo a sgomitare in mediana. Capisce lo sbaglio e cerca di porre rimedio dopo l’intervallo. Lecce allora più offensivo e con più frecce al proprio arco ma oggi la partita l’ha persa soprattutto lui con scelte cervellotiche di cui non si avvertiva assolutamnte il bisogno.

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