LECCE (di Pierpaolo Sergio) – Alla 6ª giornata di campionato è arrivata la tanto sospirata prima vittoria in campionato per il Lecce che si gode i meritati 3 punti che permettono alla squadra di prendere un po’ di ossigeno. Arrivati al “Tardini” con la poco edificante etichetta di ultimi in graduatoria, i giallorossi hanno dato seguito all’importante pareggio raggiunto in pieno recupero nel precedente turno casalingo contro il Bologna e hanno ulteriormente migliorato la loro classifica battendo a domicilio il Parma, ossia una diretta concorrente nella lotta per non retrocedere. Una vittoria definita da alcuni addetti ai lavori “sporca“, ma arrivata a coronare una prestazione corale e di carattere di quelle tanto auspicate e invocate dalla tifoseria salentina nelle scorse settimane, quando l’11 di mister Eusebio Di Francesco stentava a trovare la quadra ed appariva una sorta di agnello sacrificale al cospetto di qualsiasi avversaria.
La vittoria della svolta?
Ieri, lo spicchio di stadio riservato ai supporters leccesi ha offerto uno spettacolo nello spettacolo sostenendo a squarciagola i propri beniamini con un calore ed un’intensità che hanno aiutato i calciatori in campo a portare a casa il successo e stravincendo il duello sugli spalti con i tifosi locali. Il pubblico di fede leccese è stato davvero, ancora una volta, il 12° uomo in campo che ha trascinato la formazione giallorossa a mettere in cassaforte una vittoria che, forse, potrebbe aver fatto segnare una svolta concreta nella narrazione della storia di questa stagione di Serie A.
Un modo diverso di stare in campo
Come era già accaduto col Bologna, il tecnico ha cambiato assetto tattico alla sua squadra, trasformando un inconcludente 4-3-3 mal interpretato dai calciatori a propria disposizione per caratteristiche tecnico-tattiche in un ben più redditizio 4-2-3-1. Presidiando meglio la zona nevralgica del terreno di gioco, il Lecce appare da un paio di settimane a questa parte più solido e capace di reggere l’urto delle mediane avversarie. Il centrocampo che può fare affidamento su almeno 5 elementi copre assai di più la retroguardia e non appare casuale che la porta del capitano Wladimiro Falcone sia rimasta inviolata per la seconda volta in questo torneo, dopo lo 0-0 alla prima giornata in casa del Genoa. Una trasformazione che è stata agevolata dallo schieramento di due mediani come Ramadani e Berisha davanti alla difesa e con l’avanzamento di Coulibaly a supporto dell’attacco per migliorarne la prolificità.
Gli uomini della rinascita
I due centrocampisti albanesi si stanno ben completando a vicenda, garantendo l’interdizione in fase di non possesso ma anche rapidi capovolgimenti di fronte una volta recuperato il possesso palla. In particolare, la crescita di condizione e di convinzione di Medon Berisha sta dando una grossa mano ai propri compagni, visto che dai suoi piedi prendono spunto le ripartenze del Lecce. In difesa, cresce il contributo di un sempre più sorprendete Tiago Gabriel che, al netto di qualche errore di troppo commesso nelle precedenti uscite, ha dato più robustezza all’intero reparto. Senza dimenticare poi lì in avanti il lavoro preziosissimo di Santiago Pierotti, ancora troppo arruffone sotto porta, ma tatticamente imprescindibile nel dare sostegno alla fase difensiva e trasformarla rapidamente in offensiva con le sue sgroppate in stile carro armato che travolge tutto e tutti.
Sosta da mettere a frutto
Ora che la Serie A osserverà il secondo turno di sosta per gli impegni delle Nazionali, in casa-Lecce bisognerà saperla sfruttare, a prescindere da chi dovrà rispondere alle varie chiamate, per amalgamare ulteriormente il gruppo e assimilare al meglio le indicazione tattiche dell’allenatore. Alla ripresa del campionato, i giallorossi saranno attesi da un altro scontro diretto, stavolta al “Via del Mare” contro il sorprendente Sassuolo e dovranno dimostrare che le lezioni prese in passato, in particolare con il Cagliari, sono servite per cambiare registro anche davanti al pubblico amico a cui sarebbe auspicabile regalare un’altra gioia, un’altra prima volta, ma in questo caso nel proprio fortino.