BERGAMO (di Pierpaolo Sergio) – Alla ripresa del campionato dopo la sosta per le Nazionali, il Lecce torna a Bergamo a pochi mesi dalla tragica serata in cui la Lega Serie A decise di far disputare la gara nonostante 48 ore prima si fosse consumata la tragedia della morte di Graziano Fiorita. Rispetto ad allora è però cambiato tanto, a partire dal risultato che vede la squadra salentina tornare a casa con un pesante passivo sul groppone. Seconda sconfitta consecutiva ed altre 4 reti al passivo. I giallorossi reggono solo un tempo, poi cadono sotto i colpi dei nerazzurri che sfruttano gli errori in difesa e restano a mani vuote in attesa dello scontro diretto con il Cagliari di venerdì sera.

FALCONE voto: 5,5
Poco impegnato per larghi tratti del primo tempo, incassa la solita rete da palla ferma sugli sviluppi di un corner con l’inzuccata di Scalvini che trova il gol del vantaggio al 37°. Buona la scelta di tempo sulle uscite al limite dell’area o al di fuori per sventare, anche di testa, le incursioni dei padroni di casa. Il secondo gol lo becca però al 51° su millimetrico tiro a fil di palo di De Ketelaere che lo beffa dal limite dell’area. Al 54° è salvato dalla traversa su punzione di Zalewski poi è reattivo sulla ribattuta di testa di Pasalic a cui nega il terzo centro. Al 56° ci prova anche De Roon in un momento di sbandamento della squadra salentina e para a terra una conclusione destinata a finire in fondo al sacco. Al 70° arriva tuttavia il terzo centro con Zalewski che lo impallina con un altro rasoterra chirurgico su cui non può nulla. Nega il quarto gol all’amico Krstovic, viene salvato dal Vr su fuorigioco di Musah che aveva servito l’assist al montenegrino nell’unica occasione in cui aveva mandato la sfera in rete, ma poi subisce comunque un gol ancora da De Ketelaere ed è notte fonda.

KOUASSI voto: 6
Si riprende la titolarità della fascia destra al posto del disastroso Danilo Veiga visto all’opera contro il Milan prima della pausa del campionato. Gioca un primo tempo attento e ordinato in cui si sgancia una sola volta in avanti. Per il resto della prima frazione resta ancorato in difesa a presidiare la corsia di sua competenza. Esce dopo aver accusato la stanchezza con relativi crampi a 20 minuti dal termine quando l’Atalanta porta a 3 le marcature di giornata sfruttando proprio la sua impossibilità a correre e chiudere.

→ (dal 71°) VEIGA voto: 6
Per lo meno impedisce un altro gol al passivo con un’entrata quasi da rigore su Krstovic che affretta la battuta a rete e spara alto in curva.

SIEBERT voto: 5,5
Tra le novità più attese del pomeriggio bergamasco. Esordisce con la maglia del Lecce su un campo difficile come il Gewiss Stadium e si disimpegna bene nei primi minuti di gara. Utile a dar manforte a Gallo quando il terzino è in ritardo in marcatura sugli esterni di Juric. Spazza via ogni pallone che gravita dalle sue parti mostrando calma e sangue freddo quasi da veterano. In avvio di ripresa, sull’azione del raddoppio atalantino non fa in tempo a chiudere lo specchio della porta sul destro di De Ketelaere. Si macchia però di un grave errore quando regala la palla al belga che s’invola tutto solo per segnare il quarto gol. Sarà la sua ultima palla giocata prima del cambio.

→ (dal 79°) TIAGO GABRIEL voto: 6
Spazza via un paio di palloni che gravitano in area leccese e poco altro in un momento complicatissimo del pomeriggio vissuto dal Lecce.

GASPAR voto: 5,5
Si presenta con un nuovo look: niente più treccine e capelli rasati quasi a zero. Fa coppia per la prima volta con Siebert e si occupa dell’ex Krstovic che lo tiene sul chi vive perché prova a tirare in porta non appena gli arriva la palla tra i piedi. Sbroglia alcune situzioni di pericolo nella propria area e riesce a non far segnare l’ex compagno che ci prova fino in pieno recupero, compreso un gol annullato dal Var per fuorigioco iniziale di Musah.

GALLO voto: 5
Avvio di match in cui si spinge con frequenza in avanti a mettere palloni negli ultimi 16 metri. Clamorosa l’indecisione con Sottil al momento della battuta di una punizione in cui non si intendono regalando la palla agli avversari. Poi inizia ad andare in difficoltà sulle accelerazioni di Bellanova e De Ketelaere, viene aiutato dalle chiusure tempestive di Siebert, ma la cina presa non cambia. Ripresa da incubo, infatti, con gli orobici che sfondano a ripetizione da quel settore e difesa giallorossa che resta esposta alle folate offensive dell’Atalanta che affonda come lama di coltello nel burro.

COULIBALY voto: 5
Finchè ne ha, alza la barriera a centrocampo dove compie il solito lavoro oscuro di rientro in possesso del pallone e avvio delle ripartenze. In questa fase di costruzione è a volte lento e l’Atalanta ha il tempo di risistemarsi sul rettangolo verde. Col passare dei minuti esce completamente dalla contesa e la mediana viene scavalcata a piacere dai portatori di palla avversari.

RAMADANI voto: 5,5
Rimessosi dal laringopiocele lamentato all’indomani della partita con il Milan, Di Francessco gli affida le chiavi della mediana anche per il perdurare dell’assenza di Pierret. Corre a destra e a manca per chiuderele le linee di passaggio ai centrocampisti avversari e tenta anche un destraccio al volo che termina alto in curva. Secondo tempo da incubo, come per tutto il resto della sua squadra, con il Lecce che si eclissa e lascia l’iniziativa ai padroni di casa che sfondano a piacimento.

SALA voto: 5,5
Gioca un primo tempo con alcune luci e qualche ombra. Recupera palloni interessanti in mezzo al campo ma poi non riesce ad innescare gli avanti del Lecce. Qualche incomprensione fa da contorno alla sua prima uscita con i nuovi compagni ma lascia intravedere doti interessanti che a questo gruppo mancavano. Torna in panchina all’ora di gioco per cercare di immettere energie che non poteva più garantire alla squadra.

→ (dal 58°) PIEROTTI voto: 5
Ingresso che non lascia traccia alcuna se non per un paio di palloni persi allegramente. Complicato anche per lui subentrare in quella siuazione.

SOTTIL voto: 5
Il primo acuto di giornata arriva al 26° quando un diagonale velenoso rimbalza a fil di palo alla destra di Carnesecchi ma senza trovare lo specchio della porta. Sarà l’unica occasione per lui. La catena di sinistra composta assieme a Gallo va a corrente alternata. Aiuta poco in fase di non possesso e lascia al compagno il compito di presidiare la fascia mancina. Ne consegue che da quella parte i nerazzurri tentano a più riprese di sfondare e creano pericoli per la porta di Falcone. Non a caso, da lì nasce il corner che porta alla rete di Scalvini. Resta in campo fin quasi all’ora di gioco ma senza mai accendersi e allora viene richiamato in panchina.

→ (dal 58°) N’DRI voto: 6,5
Almeno ci mette un minimo di grinta e rapidità. Appone la firma sul primo centro del Lecce in questo amaro avvio di campionato. Molto bella l’azione personale con cui si porta al limite dell’area facendo poi partire un tiro secco a giro che s’nsacca all’incrocio dei pali e lascia immobile Carnesecchi. Segna il classico “gol della bandiera” che rende solo un po’ meno indigesto il boccone da ingoiare e sfiora pure la doppietta con una botta al volo deviata d’istinto dal portiere.

STULIC voto: 5,5
Preferito in avvio a Camarda, al 15° subisce un netto fallo in area da Scalvini ma per Manganiello e il Var è tutto regolare. Combatte al centro dell’attacco giallorosso, aiuta la squadra a salire e tenta la battuta da lontano ma la mira non è quella delle giornate migliori. Nel secondo tempo si vede molto poco fino a quando il suo allenatore lo toglie dalla contesa quando è già sotto di tre reti.

→ (dal 71°) CAMARDA voto: 5,5
Difficile entrare in una partita col risutato già segnato e riuscire a incidere in qualche maniera. Anche a lui non vengono offerti palloni da sfruttare e si limita a trotterellare sul prato del Gewiss Stadium.

TETE MORENTE voto: 5
Schierato inizialmente sul fronte destro dell’attacco leccese, stenta ad accendersi ed a trovare la giusta intesa con i compagni di reparto. Ci prova al 32° con un rasoterra dal limite troppo centrale per impensierire Carnesecchi. Dopo le prime sostituzioni del secondo tempo viene dirottato sulla fascia sinistra, ma il risultato non cambia: prova a mettere palloni al centro ma la mira è puntualmente sbagliata o si affida al noiso e infruttuoso retropassaggio senza costrutto.

All. DI FRANCESCO voto: 5,5
Contro un avversario di rango schiera un Lecce inedito che tiene bene il campo per oltre mezz’ora. Buona la circolazione della palla, l’attenzione in difesa, ma restano da circoletto rosso l’assenza di concretezza dotto rete e quello che si sta dimostrando un pericoloso campanello d’allarme, ossia le palle inattive. Da una di questa arriva il vantaggio degli orobici che mortifica un primo tempo a tratti convincente dei giallorossi. Seconda parte di gara, invece, senza storia con la compagine di Juric che maramaldeggia su un Lecce uscito troppo presto mentalmente dal campo e senza voglia di lottare. Brutto segnale dopo appena 3 turni di campionato.

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