LECCE – È scoccato il minuto numero 101 a Monza, “U-Power Stadium“, e Lorenzo Colombo, nato a pochi chilometri di distanza, a Vimercate, sta posando sul dischetto il pallone per calciare un rigore che pesa tonnellate. La palla entra ed il gremitissimo settore ospiti esplode di gioia, perché il Lecce si è salvato nella prima stagione da neopromossa in Serie A. Così si chiuse la 37ª giornata di campionato della stagione 2022/2023, un anno in cui i giallorossi, di ritorno nella massima serie, restarono in categoria lottando con unghie e denti, con una rosa che, a rivederla oggi, era davvero forte.
Chiaro, a Lecce la sostenibilità conta tantissimo, così come la volontà dei giocatori di cambiare aria non si può tenere fuori da ogni discorso, ma in questa pausa per le Nazionali possiamo concederci di guardare un po’ indietro per vedere uno degli organici più validi, soprattutto in termini di prospettiva, della storia recente del club giallorosso. Nella prima annata in A, come detto, Marco Baroni è al timone della guida tecnica dopo la veloce promozione ottenuta a due anni dall’amara retrocessione dell’estate del 2020, ed è pronto a lavorare per mantenere la massima serie scegliendo il 4-3-3 come struttura tattica.
In porta il 28enne Falcone inizia a far capire rapidamente che quella porta è difficile da bucare, così come difficilmente mister Baroni può rinunciare a lui, con i sostituti Brancolini e Bleve che non vedono molto il campo. Nel reparto difensivo, sulla fascia destra il classe 2000 Gendrey già in B ha fatto vedere di avere gamba e tecnica ed ottiene una titolarità poco messa in dubbio dal vice Cassandro. Su quella sinistra Antonino Gallo si alterna con Pezzella, mentre al centro Umtiti e Pongracic compongono una coppia difensiva di alto livello, con la presenza di un Baschirotto che stupisce per un certo vizio del gol, unito ad una carica da futuro capitano ed un fisico possente, quanto scolpito. Insieme a loro i veterani Tuia e Dermaku, raggiunti poi da Ceccaroni e Romagnoli a fine gennaio per il girone di ritorno.
Passiamo al centrocampo, dove il 22enne danese Hjulmand dimostra di essere veramente un super mediano, aiutato poi da una spalla destra esperta ed attenta in difesa come Blin. Nel ruolo di playmaker arriva poi il marocchino Maleh dalla Fiorentina, colpo importante che verrà pagato 5 milioni al riscatto. A centrocampo Oudin gioca il suo miglior calcio in Salento da interno adattato, oltre a lui poi sale qualche volta in prima squadra il giovanissimo Berisha, con i due scandinavi Helgason ed Askildsen che completano dunque il reparto. Nel tridente d’attacco, sull’out di sinistra c’è un funambolico Banda che alterna momenti di confusione a giocate importanti nell’uno contro uno, oltre a Federico Di Francesco che agisce sulla stessa fascia. A destra un’imprescindibile Strefezza giocherà una signora stagione coronata da 9 gol e 4 assist in 35 presenze totali, mentre in attacco il già citato Colombo e Ceesay, che sudano parecchio e segnano in due 12 gol complessivi in stagione.
A fine stagione questi i numeri raccolti, oltre al raggiungimento del traguardo salvezza: 8 vittorie, 12 pareggi e 19 sconfitte in campionato insieme al ko di inizio agosto col Cittadella ai 32esimi di Coppa Italia. Da ricordare i 6 punti su 6 contro l’Atalanta di Gasperini, la vittoria in casa con la Lazio, con cui si pareggiò al ritorno per 2-2. Anche i pari interni con Roma e Milan insieme a quello esterno con il Napoli di Spalletti che si laureerà campione d’Italia per la terza volta nella propria storia. A quella rosa si aggiungeranno poi Krstovic e Piccoli al posto di Ceesay e Colombo e lasceranno, fra gli altri, Hjulmand, venduto a 22 milioni allo Sporting Lisbona, ed Umtiti, tornato al Barcellona dopo l’intenso prestito annuale.