LECCE – Anche oggi Stefano Trinchera ha avuto il compito di presentare al pubblico ed ai giornalisti due altri acquisti del Lecce, di cui ne è direttore sportivo, dopo aver introdotto ieri i profili di Corrie Ndaba e Matias Pérez. Stamane la parola è invece passata a due dei colpi più altisonanti del club giallorosso quali Jamil Siebert e Riccardo Sottil. Quest’ultimo, dopo aver messo i primi minuti nelle gambe nel 0-0 esterno di Genova, ha parlato in mattinata in sala stampa raccontandosi e commentando anche la sua decisione di rilanciarsi in Salento dopo il poco spazio avuto tra Firenze e Milano una stagione fa.
Così il direttore Trinchera ha aperto la conferenza dedicata al numero 23, affermando: “Sottil è un giocatore che conoscete bene perché, nonostante i suoi soli 26 anni, gioca stabilmente in Serie A da diversi anni. Arriva dalla Fiorentina a titolo temporaneo ed è giusto ricordare che nella scorsa stagione ha sommato 33 partite, 5 gol e 4 assist tra Fiorentina e Milan. Arricchisce il nostro reparto d’esterni d’attacco, già difficile da migliorare per le nostre possibilità. Il suo arrivo ci consente di alzare il livello degli esterni. Ha qualità e sa finalizzare, Lecce per lui è la piazza ideale, la passione della gente può spingerlo ad esaltare le sue grandi possibilità”.
Di seguito, Sottil ha preso la parola, parlando della sua motivazione nel venire a Lecce carico e determinato, per giocare un campionato che sarà duro: “Questo deve essere un campionato importante, non solo per me ma anche per il Lecce. Sarà tosto perché ogni anno il livello di qualità e fisico si alza, per le big e per chi si deve salvare, l’obiettivo del Lecce è la salvezza ed io ci arrivo con grande fame e voglia di rivalsa. Per me è stato un mercato particolare, ma appena ho visto che c’era la possibilità di venire qui a Lecce a fare un campionato da protagonista e mettere di nuovo in mostra tutte le mie qualità non ho dubitato mai di accettare. Questa è una piazza di passione, con uno stadio sempre pieno ed una dirigenza di livello. A 19 anni a Firenze avevo già conosciuto Corvino, che mi ha portato in prima squadra. Di Francesco è stato un motivo in più per il mio approdo, perché l’ho avuto a Cagliari e lì avevo fatto una grande annata. All’epoca del Cagliari avevo conosciuto un mister preparatissimo che arrivava da grandi campionati, con la Roma era arrivato in semifinale di Champions. Predilige il gioco ed ha idee chiare e dirette, i suoi concetti te li riesce a trasmettere abbastanza in fretta. Lui è sempre lo stesso, con grande passione, grinta in campo e delle idee sempre apprezzabili, un esterno d’attacco si può davvero esaltare con lui. La mia posizione? Io ho quasi sempre giocato a piene invertito, è il mio ruolo naturale. Ci sono circostanze in cui mi sono fatto trovare pronto a giocare a destra, non ho problemi a mettermi a disposizione ma il mio ruolo ideale resta a sinistra. In emergenza il mister ti può ritenere opportuno far giocare anche in altre posizioni, io sono a disposizione e non metto bocca. L’esperienza al Milan? In rossonero è stata senza dubbio un’esperienza particolare. Sono stati comunque sei mesi belli, positivi, in una società del genere impari tanto, diventi più uomo e cresci. Mi resta un ottimo ricordo“.