LECCE – Nella giornata di ieri Pantaleo Corvino è stato ospite di Sportitalia ed ha parlato in collegamento nella trasmissione condotta da Michele Criscitiello. Il direttore generale dell’area tecnica del Lecce ha potuto sviscerare vari temi, fra la scelta di mettere Di Francesco sulla panchina giallorossa dopo aver tentato di portarlo a Firenze anni fa, il caso Vlahovic – da lui scovato ai tempi della Fiorentina – sul mercato e l’acquisto di Nikola Stulic dallo Charleroi in qualità di successore di Krstovic, partito in direzione Atalanta.
Il navigato dirigente vernolese ha analizzato così il ritorno in Salento dopo ben 14 anni del tecnico pescarese: “Di Francesco non è una scommessa, ma un patrimonio tecnico italianò. L’ho sempre pensato, quando ero a Firenze lo feci venire a casa mia di nascosto. Poi quella settimana andò alla Roma ed io allora negai che lui fosse venuto da me, una giornalista fece una foto, ma negai dicendo che era un altro angolo. Venne da me perché lo volevo portare alla Fiorentina, eravamo già d’accordo ma poi mi chiese di andare a Roma. Appena c’è stata l’opportunità l’ho voluto subito a Lecce, attraverso il lavoro e certe qualità di lavoro che forse non è giusto praticare in un club piccolo, perché è un rischio, potremo fare bene. Noi del Lecce stiamo crescendo fuori dal campo, in strutture ed infrastrutture, ma in campo volevamo un allenatore che faccia crescere la squadra. Ci vuole un allenatore bravo così come ci vuole anche la qualità“.
Successivamente Corvino ha parlato del suo metodo di lavoro, per poi tuffarsi nella questione Vlahovic prima di parlare nuovamente del Lecce e della presa di Stulic: “Mi aggiorno nonostante i tempi, non sono un novello. L’occhio umano è ancora la cosa migliore nell’andare a cercare su mercati alternativi o su una qualità conclamata. Tecnologia e occhio umano possono andare di pari passo. Vlahovic? Non voglio essere quello che bacchetta. Credo che non si tiene conto del valore del giocatore in una Juve ripartita da un nuovo ciclo e che ha avuto tante difficoltà. Se uno vede i numeri di Vlahovic con la Juve, sono 58 gol in neanche 150 partite, tutta questa negatività la condanno. Io ho fiducia in lui e lo terrei, può giocare in qualsiasi grande squadra. Per me Vlahovic è da Juve! Milan? I suoi numeri lo dicono, non vedo tutto questo problema nel tenerlo in una grande squadra. L’acquisto di Stulic? La sostenibilità nel nostro club è importante. Abbiamo deciso di accontentare alcuni calciatori come Baschirotto e Krstovic, hanno costruito l’ossatura di questa squadra, abbiamo pensato ai sostituti e con Stulic non è stata una trattativa facile. Che caratteristiche ha? L’obiettivo è fare gol, è uno che va a pressare, ha il senso del gol ed è un guerriero sotto porta, sempre concentrato e determinato. Ci devono essere delle opportunità, poi avevamo già preso Tiago Gabriel perché eravamo convinti delle sue potenzialità. Siamo contenti di Baschirotto, noi pianifichiamo tutto con un metodo che si è consolidato negli anni con diversi utili per permettere al club di crescere ogni anno. Attraverso il lavoro possiamo avvicinarci alle altre squadre, l’allenatore che abbiamo è un patrimonio tecnico italiano e l’ho sempre pensato. Appena c’è stata l’opportunità l’ho riportato a Lecce, piano piano cercheremo di metterlo nelle condizioni possibili di essere all’altezza del campionato, dando continuità al club. Salvezza? Questa è una bella scommessa!“.