LECCE – Un intervento bello deciso e sentito, quello di Pantaleo Corvino, responsabile dell’area tecnica del Lecce, durante la trasmissione di Radio Sportiva. Ospite nella scorsa giornata, il dirigente vernolese ha avuto modo di discutere assieme a Francesco Ciccio Graziani di un tema in particolare, ovvero quello riguardante la situazione attuale non idilliaca del calcio italiano in relazione all’utilizzo dei giocatori stranieri, secondo alcuni, come lo stesso ex attaccante di Roma e Torino, troppo esagerato.
In questo senso, Corvino e Graziani si sono confrontati su questo argomento, col primo che ha dunque affermato: “Ci rubano i calciatori fin dall’età di 12 anni, per questo il calcio italiano non può crescere! Qui in Italia si critica tanto il modo di lavorare di noi direttori e responsabili tecnici, ma la realtà è molto più complessa, vi posso assicurare che se nel nostro paese, a Lecce, a Verona a Reggio Emilia o dove volete, ci fossero calciatori forti, noi saremmo i primi a prenderli e ad investirci tutte le nostre risorse. Il problema è che non ci sono, non ci sono nel senso che quelli forti vengono presi dai grandi club sin dalla tenera età. Infatti a 12 anni, le norme attuali del nostro ordinamento sportivo e calcistico permettono ad una società che fa gola di andare in Salento e portare via ragazzini che invece dovrebbero poter crescere serenamente da noi e poi magari fare lo step in grandi club soltanto a livello di prime squadre. È questo il motivo per cui il Lecce, due stagioni fa, ha vinto un campionato Primavera con 11 stranieri in campo, ci vuole molta attenzione nella critica, perché è vero che le critiche fanno bene a noi per crescere, ma bisogna anche stare molto attenti a sapere ciò di cui si parla“. E poi la risposta dell’opinionista di Sport Mediaset: “La mia non è una critica diretta al Lecce ed ai nostri direttori sportivi. È giusto che voi facciate il vostro mestiere nel modo migliore per quelle che sono le norme che a oggi vi impediscono di agire diversamente. Il mio è un discorso più ampio, per far sì che torniamo ad avere i grandi campioni in Italia, bisogna avere un occhio di riguardo in più verso i nostri ragazzi che, ti assicuro, ci sono“.
A questo punto il direttore tecnico dei salentini ha ribattuto sottolineando come il lavoro di patrimonializzazione attuato nel progetto a tinte giallorosse sia passato anche attraverso la compravendita di ottimi elementi del calcio europeo: “Se qui al Lecce avessi lavorato esclusivamente sui ragazzi del Salento, non avrei mai potuto consentire alla società di incassare decine di milioni da cessioni come quelle di Dorgu, Hjulmand, Pongracic, Gendrey e magari questa estate da quella di Krstovic. In un mondo in cui vigono le regole della globalizzazione in tutti i settori, anche quello del calcio non può essere imbrigliato in una logica del ‘local’ e del chilometro zero a tutti i costi, non può esistere“. Questo l’intervento finale di Graziani: “Il discorso di Corvino è condivisibile ma resta il fatto che, almeno per me, avere il 68% di calciatori stranieri nel campionato di Serie A è un problema. Non si può pensare di tornare grandi con queste cifre“.