LECCE – Oltre a Pantaleo Corvino, sempre oggi il presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, ha parlato alla stampa, rilasciando infatti un’intervista al Corriere del Mezzogiorno in cui ha avuto la possibilità di analizzare varie situazioni legate al suo club, fra cui la sessione di calciomercato in essere e la prossima stagione in campionato con Di Francesco alla guida della gestione tecnica della squadra, una squadra che potrebbe verosimilmente cambiare parecchio rispetto allo scorso anno.

E si tratta di un ipotetico cambiamento sia per quanto riguarda gli acquisti, che le cessioni. Queste le parole di Sticchi: “In questa fase del mercato c’è sempre l’abitudine di bollare ogni situazione, invece ci sono dinamiche che vanno trattate singolarmente. Occorre vedere se c’è l’interesse di qualche club importante e se c’è voglia da parte dei nostri tesserati di misurarsi altrove. Noi, a ogni modo, non abbiamo esigenza di cedere, ed al momento Falcone, Baschirotto e Krstovic sono tutti giocatori del Lecce. Mihaila? Lui è un giocatore che ha delle caratteristiche da 4-3-3 puro, ma negli ultimi anni ha avuto qualche acciacco, dunque sono in corso valutazioni tecniche e legate allo stato del giocatore. Su Oristanio, posso dire che l’allenatore non ha fatto particolari richieste rispetto al suo precedente club“. Così sull’importanza di Corvino: “L’ho proprio voluto a Lecce, sei anni fa l’ho preso e qualcuno diceva che fosse a fine corsa, ma più mi dicevano così, più ero convinto che il miglior Corvino della carriera dovessimo ancora vederlo, ero certo che qui avrebbe dato il massimo anche perchè è leccese, tifoso e ci vuole bene ed a distanza di tempo posso dire di aver avuto ragione“.

Il numero uno della società con sede in via Costadura ha poi condiviso la sua visione sul tecnico pescarese e sul modello giallorosso, dal quale sono fuoriusciti giocatori di livello internazionale: “Quella di puntare su Di Francesco è stata una scelta assolutamente convinta, su cui c’è stata ampia condivisione tra area tecnica e proprietà. Vogliamo iniziare un percorso con lui all’insegna di un gioco verticale, che sia espressione di un 4-3-3 classico quello che poi è il DNA del nostro progetto tattico sin dal settore giovanile. Poi, il mister è motivatissimo, viene da due stagioni che non è corretto definire sfortunate, perché sono state semplicemente ingiuste per il risultato finale. Ha anche per questo le motivazioni enormi di chi non ha centrato l’obiettivo. Per Camarda c’era la fila, il ragazzo viene però qui, segno che ci sono ottime relazioni tra i due club e i due direttori sportivi, oltre alla convinzione che quello di Lecce sia l’ambiente ideale per crescere tanto. Noi la nuova Atalanta? Con le debite proporzioni stiamo facendo un percorso che per organizzazione, settore giovanile e tifosi allo stadio, può indurre ad un parallelo. La distanza non so se sia colmatile, ma i principi sono simili, anche se le realtà geografiche radicalmente diverse e le proprietà hanno capacità economiche differenti. I più forti visti in questi anni per me sono Hjulmand e Dorgu, stratosferici, europei e con grande mentalità. Poi mi piacerebbe menzionare due calciatori simbolo di questa squadra, campioni per attaccamento alla maglia, Baschirotto e Falcone“.

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