LECCE – Un’intervista interessante ed approfondita, quella rilasciata ai microfoni di Radio TV Serie A da parte di Saverio Sticchi Damiani, presidente dell’U.S. Lecce, che ha avuto infatti modo di toccare differenti tematiche, tra la scelta di puntare su Eusebio Di Francesco come successore del partente Giampaolo, il potenziale ancora da esprimere in dote a qualche calciatore giallorosso, ma anche un ricordo dell’ormai passata stagione, culminata con una storica terza salvezza consecutiva dedicata all’indimenticato Graziano Fiorita.
Queste le parole di Sticchi Damiani sul tecnico pescarese da poco presentato alla stampa e sul percorso di Berisha e Banda: “In conferenza stampa ho voluto esprimere un concetto, cercando di dire che con questo allenatore e con il suo staff, entrambi di primo livello, mi piacerebbe aprire un ciclo. Lo abbiamo fatto con l’area tecnica dopo gli arrivi di Corvino e Trinchera e vorrei farlo anche con l’allenatore. Mi piace lavorare in continuità, e poi credo che Di Francesco meriti perché è stato sfortunato, in particolare col Frosinonea, dato che le sue due ultime stagioni sono state ingiuste in relazione al buon lavoro che ha svolto ed alla qualità che ha. Berisha? Medon è uno di quei giocatori, anche se non l’unico, che l’anno scorso ha vissuto una stagione un po’ sacrificata da una serie di infortuni e ricadute che ha avuto, non credo che abbia espresso le sue qualità. Non è l’unico, penso a Banda per fare un nome, vogliamo che questi ragazzi possano esprimersi al massimo delle proprie possibilità nel corso della nuova stagione“.
Il numero uno del club salentino ha poi ricordato così l’amato fisioterapista scomparso prima del match contro l’Atalanta, una tragedia che ha dato quella spinta in più per compiere l’impresa finale anche in sua memoria: “Quella trascorsa è stata una stagione che emotivamente ci ha consumato, a partire dalla scomparsa di un compagno di viaggio del quotidiano come Graziano Fiorita. Sono cose pesantissime dalle quali non ci si può riprendere mai, ci sarà sempre un prima e un dopo questo evento drammatico. Parliamo di una stagione faticosa e piena di difficoltà, a partire dal cambio di allenatore. Quando dopo dodici partite passi ad un tecnico che non ha partecipato alla costruzione della rosa non è mai facile, poi i vari infortuni, sviste arbitrali ed episodi che hanno a volte complicato il tutto. La vittoria sul campo della Lazio ci ha restituito sul piano sportivo una gioia molto grande, dopo le mille sofferenze stagioni relative al campo. Io ci credevo molto perché la gran vittoria con il Torino la vedevo come un segnale, anche per il modo in cui era arrivata, con un gol così bello. Si poteva retrocedere dopo quell’episodio? Credevo fosse difficile, come ci fosse un disegno divino più grande. Ed in ogni caso la squadra è stata eroica, considerando l’espulsione ed il rigore che non ci è stato concesso… spesso non si riesce a vincere sul campo di una squadra molto più forte, ma noi con voglia ed attaccamento ci siamo riusciti con l’aiuto, più che fondamentale, dei nostri tifosi“.