LECCE – Si aggiunge la voce di Gian Piero Ventura a quelle che, da vecchi membri del Lecce, hanno commentato il riapprodo di Eusebio Di Francesco in Salento a 14 anni dalla prima sfortunata esperienza. L’ex Commissario Tecnico della Nazionale, nonché mister della formazione giallorossa tra il 1995 ed il 1997, ha rilasciato infatti una lunga intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno nella quale ha toccato tantissimi temi, fra cui le difficoltà degli azzurri nella storia recente ed una completa panoramica sulla prossima stagione in Serie A.
Queste le parole dure di Ventura circa la selezione nazionale dell’Italia, che accoglie Rino Gattuso come nuova guida tecnica: “Quella degli allenatori della Nazionale è ormai quasi una sorta di balletto, fra nomine, licenziamenti a sorpresa a freddo ed incarichi discussi. È una girandola che non fa bene e che dura da tanti anni, a partire dalla mia gestione. I risultati parlano chiaro, un linguaggio amaro, sempre lontani dai giochi che contano, a livello europeo, a livello mondiale: l’Italia non c’è più. Gli allenatori pagano il sistema di un calcio che non può contare sul domani e che non conta sui giovani, sul loro futuro, un calcio tutto in mani straniere, nonché molto difficile. Rino Gattuso merita fiducia, ma il problema che angoscia è proprio un sistema che non regge e che rende tutto più complicato e magari imperscrutabile. La Serie A? Veniamo da un campionato davvero scarso, che Conte ha vinto con merito, come sa fare lui, col Napoli e che si riproporrà, visto che la società lo ha confermato sapendo che dovrà rispondere alle sue esigenze. È un campionato che risente, come da qualche anno, delle esigenze televisive che sconvolgono il calendario con le partite di una giornata distribuite su tre giorni. Io giocavo sempre alle tre del pomeriggio della domenica e quel calcio viveva davvero un’altra vita. Come per la Nazionale, anche per il campionato il calcio passa in secondo piano rispetto ad altri interessi, con danno per i giocatori, con gente che magari gioca 70 partite in una sola stagione, gli interessi economici prevalgono su tutti. In classifica vedo ancora il Napoli favorito, ma si dovrebbe andare verso un campionato con le solite, tre, quattro concorrenti“.
Il navigato allenatore genovese ormai ritirato ha dunque commentato così la scelta del Lecce di puntare su Di Francesco, dando poi uno sguardo alla parte più bassa della classifica per l’annata che verrà in campionato: “Di Francesco credo che si giochi nel Salento, questa volta, una grandissima opportunità, con una grande società alle spalle. Ha la fortuna di contare su Pantaleo Corvino e su di un presidente estremamente serio e competente come lo è Saverio Sticchi Damiani. L’allenatore, è vero, viene dall’amarezza di due retrocessioni consecutive, ma ha anche lasciato il segno sul piano del gioco e dei rapporti con i giocatori e con le stesse società. I risultati in un caso e nell’altro sono stati negativi sul piano della classifica finale, ma non del gioco, Corvino lo ha preso perché lui sa cosa gli serve, un tecnico che ama muoversi con il 4-3-3. La società sa che vuole battere i record storici del Lecce, pur magari soffrendo e non facendo campionati roboanti. Le neopromosse? Per me il loro futuro è tutto da decifrare, certamente Pisa, Sassuolo e Cremonese dovranno oleare i primi meccanismi, mi pare interessante piuttosto la presenza di tecnici giovani come Chivu, o di un tecnico di soli 29 anni come Cuesta alla guida del Parma. Interessante Gasperini sulla panchina della Roma, dopo le lunghe stagioni a Bergamo, sarà un campionato da scoprire, certamente interessante“.