ROMA (di Pierpaolo Sergio) – Dedicata a Graziano Fiorita. Il Lecce gela l’Olimpico, vince contro la Lazio 0-1 e conquista pur in inferiorità numerica i 3 punti che valgono il miracolo della terza salvezza consecutiva. Una missione considerata impossibile, ma che i giallorossi riescono a compiere, scrivendo una pagina storica per il calcio cittadino. Di Lassana Coulibaly la rete della vittoria che rende speciale il finale di stagione grazie ai due fondamentali successi di fila su Torino e biancazzurri che controbilanciano un cammino zoppicante da gennaio e fino a domenica scorsa, ma che ora si può mandare in archivio, sia pure senza dimenticare le criticità emerse durante l’anno per farne tesoro e lasciare spazio alla giusta e meritata festa.

FALCONE voto: 8
Che soddisfazione per un romanista che fa festa in casa della Lazio lasciandola fuori dalle coppe europee e riprendendosi con gli interessi quanto sofferto nei precedenti incroci da parte della tifoseria avversaria che lo ha bersagliato per la sua fede giallorossa, non risparmiando neppure la memoria della mamma purtroppo scomparsaper malattia. Due begli interventi caratterizzano il suo primo tempo quando disinnesca altrettanti tentativi della Lazio di cercare il pareggio nel finale di frazione. Dapprima è pronto sul colpo di testa a incrociare di Castellanos, poi è reattivo sull’acrobatica deviazione di Zaccagni, pizzicato comunque in fuorigioco. Fino ad allora solo un’indecisione quando perde il pallone dai guantoni facendolo rotolare in calcio d’angolo. Al 55° la prima parata di rilievo della ripresa su rasoterra dalla distanza di Pedro. Un minuto dopo si esalta su botta deviata di Guendouzi che devia in angolo. Al 64° altra bella respinta d’istinto su incornata di Castellanos e altro corner. Al 79° Baschirotto coglie lo spigolo della traversa su deviazione aerea sfiorando l’autorete, poi dice di no un minuto dopo ancora a Pedro che ci prova sempre da fuori area. Anche lui viene ammonito senza motivo dall’arbitro ma non si scompone e mantiene la sua porta inviolata nella serata più importante.

GUILBERT voto: 6,5
Partita di sostanza nel contenere le discese di Nuno Tavares. Per arginarlo si avvale della colaborazione di Pierotti, almeno fino a quando il compagno resta sul terreno di gioco prima dell’espulsione. Prova pure a tirare a rete su schema susseguente a calcio di punizione ma la mira è abbondantemente sbagliata e l’azione sfuma in corner. Secondo tempo di sofferenza come per tutti i suoi compagni ma non concede nulla agli avversari e si immola su ogni tiro verso la porta leccese.

BASCHIROTTO voto: 8
Grande applicazione e intensità per tutto il primo tempo in cui guida la retroguardia leccese con carattere e lucidità. Spazza via ogni pallone scodellato negli ultimi sedici metri e cerca di farsi vedere sui calci da fermo per sfruttare la sua stazza. Brividi al 79° quando spizza di testa e centra lo spigolo alto della traversa col pallone che poi termina in angolo. Gladiatorio fino al triplice fischio quando va a festeggiare sotto il Settore Ospiti in estasi con tutti i compagni e il presidente Sticchi Damiani.

GASPAR voto: 8
Ci prova nei primissimi minuti con due colpi di testa che però non inquadrano lo specchio della porta. In fase difensiva svetta sui traversoni messi in area dagli esterni capitolini e allontana con determinazione ogni minaccia che gli aquilotti provano a creare. Sale in cattedra nel secondo tempo quando è implacabile in marcatura, continuando a pulire l’area dalle decine di cross messe in area salentina senza mai vacillare.

GALLO voto: 6,5
Un tiro al volo deviato da Guendouzi al 23° mette una certa apprensione a Mandas, portiere dei padroni di casa, che blocca e sventa la minaccia. In difesa concede sempre spazi agli avversari e non a caso la Lazio si procura due colpi di testa con Castellanos che potevano costare cari. Stesso copione nel secondo tempo anche se è abile nel contenere le folate biancazzurre pur con qualche sbavatura in quella che è stata la sua ultim partita con addosso la maglia del Lecce. Si chiude una parentesi importante della sua carriera. Ad maiora.

COULIBALY voto: 8
Ecco l’uomo della salvezza. Sblocca lui il match allo scadere del primo tempo con un’incursione in area avversaria coronata dal gol che premia una prima frazione condotta con carattere e grinta dai giallorossi. Sulla falsariga delle precedenti uscite, comincia con caparbietà e subisce entrate dure dei centrocampisti laziali fin dalle prime battute. Per tutto il match giganteggia in ogni parte del campo in cui gioca e mette il sigillo ad una stagione soffertissima ma premiata da un finale col botto. Una rinvicita personale dopo la retrocessione dello scorso anno on la Salernitana.

RAMADANI voto: 6,5
L’eroe della partita con il Torino subisce lo stesso trattamento di Coulibaly ma l’arbitro Fabbri lascia sempre correre sulle entratacce biancazzurre. Disputa una gara di sostanza e sacrificio, soprattutto dopo che il Lecce resta con un uomo in meno. Subisce un’infinità di interventi fallosi su cui il direttore di gara non interviene mai. Esce nel finale dopo aver dato tutto.

→ (dal 73°) DANILO VEIGA voto: 6,5
Il suo innesto porta Coulibaly ad accentrarsi e fare densità in mediana sul forcing laziale. Dà una mano ai compagni di difesa ad allontare ogni minaccia, cercando ance in un paio di circostanze una velleitaria ripartenza. Su di lui Romagnoli commette nel recupero il fallo che porta Fabbri a cacciarlo con cartelli rosso diretto.

BERISHA voto: 5,5
Prova a prendere in mano le redini del centrocampo e craere gioco quando il Lecce è in possesso palla. Tentativo spesso abortito per eccessiva fretta o imprecisione. Pessima la conclusione verso la porta di Mandas nel secondo tempo su azione inventata da un recupero palla di Coulibaly in cui ciabatta malamente da fuori area. Sarà la sua ultima occasione visto che poco dopo viene richiamato in panchina per immettere più centimetri e forze.

→ (dal 59°) HELGASON voto: 6
Ci prova a rilanciare nelle sporadiche occasioni create dai salentini nella soffertissima ripresa la manovra del Lecce e si sacrifica in copertura fino al 95° pur senza brillare.

PIEROTTI voto: 4,5
Fimisce nel peggiore dei modi la sua stagione. Si becca infatti una doppia ammonizione che lascia il Lecce in inferiorità numerica fin dal recupero del primo tempo. L’inflessibile arbitro Fabbri lo punisce dapprima per un’entrata vigorosa su Romagnoli a centrocampo e poi per una spallata a Tavares che avanzava sulla trequarti. Una fiscalità a senso unico che lascia i salentini in 10 contro 11 seppur in vantaggio di un gol. Un vero peccato cadere nel tranello del direttore di gara che non attendeva altro che incidere sull’andamento di un incontro di vitale importanza. Finché resta in campo aiuta Guilbert a presidiare la fascia destra anche se in avanti la lucidità latita.

KRSTOVIC voto: 6
Gioca un primo tempo infarcito di tocchi sbagliati, passaggi fuori misura e contrasti poco convinti. Al 43° accende però la luce e sforna un altro assist, come contro il Torino a Ramadni, ma che stavolta premia l’inserimento in area laziale di Coulibaly che porta in vantaggio meritatamente il Lecce. Poche palle giocabili fino al momento dell’uscita dal terreno di gioco nel finale, eccezion fatta per un colpo di testa che Mandas controlla senza problemi. Bella l’esultanza capitanata nel dopo gara sotto la curva dei tifosi del Lecce.

→ (dall’88°) BURNETE voto: S.V.
Avrebbe pure un paio di occasioni per chiudere il conto ma dimostra di avere uno stato di forma tutt’altro che accettabile, facendosi annientare dalla difesa della Lazio.

KARLSSON voto: 5,5
Anche stasera si fa vedere molto poco pur partendo titolare nella gara più importante del campionato dei giallorossi. Timido sull’out mancino, aspetta sempre che gli arrivi qualche passaggio per accennare qualche azione offensiva, ma in difesa dà poco supporto a Gallo. Non a caso spesso proprio da lì la Lazio cerca i cross in area nel corso dei primi 45 minuti. Esce nella ripresa senza lasciare tracce.

→ (dal 59°) KABA voto: 6,5
Anche lui contribuisce a mantenere inviolata la porta di Falcone facendo densità in area di rigore e schermando l’area giallorossa come l’occasione richiedeva. Da applausi la gestione del pallone nei concitati minuti di recupero quando tiene lontana la Lazio dalla metà campo leccese.

All. GIAMPAOLO voto: 8
Gli va attributo il merito di aver preparato bene la partita, schierando un Lecce subito aggressivo e sempre concentrato sull’obiettivo. Una salvezza sudata e meritata che lo ripaga dello scetticismo generale che ha accompagnato il suo arrivo a Lecce e la sua esperienza in panchina. Gli errori ammessi e commessi finiscono nel dimenticatoio ed è giusto oggi tributargli i meriti di un’impresa vera e propria raggiunta tra mille difficoltà. Gestione oculata dei cambi e della tenuta psicofisica della squadra per tutti e 96 i minuti di gioco. Non fa una piega neppure davanti alle decisioni arbitrali più che discutibili e tiene i suoi sulla corda fino al fischio che chiude un campionato pazzo. Una rivincita personale visto che la rosa l’ha eredita a torneo in corso e non poi è stata puntellata a dovere a gennaio.

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