FIRENZE (di Pierpaolo Sergio) – Il Lecce non riesce ad approfittare di una Fiorentina ridotta all’osso a cui regala l’avvio di gara con conseguente gol di Gosens tornando a casa con una sconfitta resa meno pesante solo dal palo centrato da Beltran su rigore e dalla traversa colpita dallo stesso attaccante argentino. I giallorossi hanno risposto solo nel finale con la palla-gol divorata dal neo-entrato Danilo Veiga che calcia a lato da pochi metri. Prestazione generale sotto tono dei salentini che si confermano anemici in zona-gol (quarta gara senza reti all’attivo) e senza idee per far male agli avversari anche quando zoppicano.
FALCONE voto: 6
Incassa senza responsabilità dirette il gol che sblocca il match già all’8° minuto su un’incornata precisa di Gosens lasciato lbero di colpire sul secondo palo. Il resto della prima frazione di gioco scorre poi via senza vederlo più seriamente chiamato in causa. Al 73° la buona sorte gli sorride quando Beltran colpisce il palo su calcio di rigore lasciando ancora in bilico le sorti dell’incontro. All’86° è invece la traversa ad essergli amica ancora su staffilata dal limite di Beltran che rimbalza via dando il là alla ripartenza leccese poi fallita da Veiga.
GUILBERT voto: 5
Anche lui ha delle responsabilità sul gol della Fiorentina, lasciando strada a Gosens per il colpo di testa vincente che porta in vantaggio la squadra di Palladino. Il tedesco ha più fisicità e dinamismo di lui e soffre le incursioni lungo l’out mancino. In avanti si affaccia sporadicamente per non esporre la sua squadra ai contropiede fiorentini.
→ (dall’85’) VEIGA voto: 5
Appena entrato sul terreno di gioco, si divora in ripartenza sulla prima palla che tocca il possibile 1-1 calciando incredibilmente fuori da ottima posizione, con De Gea già rassegnato. Da possibile eroe di serata ad altra delusione.
BASCHIROTTO voto: 6
Gli tocca controllare Beltran che è decisamente più basso di lui ma più sgusciante. Deve ricorrere a tutto il suo mestiere per contenerlo e limitarne le iniziative. Assolve il compito con precisione e diligenza senza sbavature, spazzando via il pallone quando serve. Unico errore da circoletto rosso al 6° minuto di recupero quando lascia palla a Gudmundsson che calcia alto tutto solo davanti a Falcone.
JEAN voto: 6,5
In marcatura sul veloce Zaniolo incontra inizialmente qualche problema a causa dei pochi punti di riferimento che le due punte toscane danno ai centrali di difesa giallorossi. Al 42° commette una leggerezza in piena area non spazzando un rasoterra di Zaniolo su cui si avventa Ndour che, per sua fortuna, tira addosso a Falcone ma l’azione era viziata da un precedente fallo ai suoi danni fischiato in ritardo da Marinelli. Col passare dei minuti sale di tono e chiude bene tutti gli spazi.
GALLO voto: 5
Sulla falsariga delle difficoltà palesate nel precededente incontro, si perde Dodò nell’azione del vantaggio viola, con il terzino di casa che lo supera in velocità crossando preciso per la fronte di Gosens che insacca. Tanti gli appoggi imprecisi e fuori misura che permettono agli uomini di Palladino di ribaltare l’azione. Oltre la linea di centrocampo si fa vedere poche volte, lasciando l’incombenza di costruire qualche trama al solo Karlsson che agisce lungo la sua stessa fascia. Al 50° si fa ammonire per un’entrata in scivolta su Dodò a centrocampo e deve proseguire la sua serata grigia col fardello della sanzione ricevuta. Giusto il tempo di chiudere un paio di volte le folate di Dodò, poi viene richiamato in panchina.
→ (dal 63′) SALA voto: 5
Esordio in maglia giallorossa per l’ex Como chiamato nelle intenzioni a dare altro spessore e rendimento alla fascia destra del Lecce rispetto al compagno di cui prende il posto. Anche lui soffre la verve di Dodò finché il brasiliano resta in campo, poi non è capace di spingere in avanti a mettere palloni in mezzo che potesserocreare occasioni da rete.
COULIBALY voto: 6
In mediana deve tenere dritte le antenne perché la formazione toscana cerca di creare fastidi al Lecce servendo subito i due attaccanti. Il solito lavoro di taglia e cuci lo impegna fino allo stremo, costretto com’è a correre appresso ai centrocampisti avversari. Nel finale si porta in avanti alla disperata ricerca del pari che non arriva perché nessuno è in grado di costruire palloni giocabili negli ultimi 16 metri.
PIERRET voto: 5
Perdere palloni a centrocampo sembra essere diventata la sua specualità. Anche a causa del manto erboso viscido per la pioggia, sbaglia tanti tocchi che innescano pericolose ripartenze fiorentine. In marcatura si arrabbatta alla meglio per non concedere superiorità alla squadra di casa. Ci prova con la foga ma i risultati sono scarsi. Al 35′ subisce fallo in area leccese da Beltran già ammoniyo mal’arbitro Marinelli eviata di estrarre il secondo cartellino giallo e grazia l’attaccante argentino. Al 72° commette un ingenuo fallo di mano sugli sviluppi di un corner battuto da Fagioli che porta il direttore di gara a fischiare il penalty poi sbagliato da Beltran. Serata da dimenticare, ma non l’unica.
BERISHA voto: 5,5
Non in serata di grazia. Gioca nell’11 titolare venendo preferito ad Helgason, reduce dalle noie muscolare del pre-partita contro l’Udinese. Anche lui non èperò al meglio ed il terreno di gioco scivoloso non lo aiuta. Nel primo tempo è poco coinvolto nel giro palla giallorosso e si limita alla normale amministrazione. Da lui ci si aspettano illuminanti aperture che tanto mancano a questa squadra, ma stasra la luce era spenta. Nel recupero del primo tempo viene anche ammonito per fallo su Ranieri. Nello spicchio di ripresa che gioca cerca di andare a fare densità negli ultimi venti metri ma non si innesca mai e finisce con l’essere sostituito.
→ (dal 63′) HELGASON voto: 5,5
Si rivede in campo e rispetto al compagno di cui prende il posto ci mette più determinazione. Pecca tuttavia di precisione anche lui nei cross e negli appoggi, vanificando le scarse sotuazioni favorevoli che capitano ai salentini.
TETE MORENTE voto: 5
Girovaga lungo la fascia destra senza mai affondare i colpi. Poco chiamato in causa, quando è cercato dai compagni sbaglia gli stop ed i passaggi anche elementari confermando di essere tornato il giocatore insipido di inizio stagione. Dopo il primo tempo viene dirottato per qulche minuto sulla destra ma senza risultati. Dopo le sostituzioni torna ad agire sulla corsia mancina ma affacciandosi sempre meno nella metà campo viola, impegnato com’è a garantire supporto all’esordiente Sala.
KRSTOVIC voto: 5,5
Con tanta grinta va all’assalto della linea difensiva della Fiorentina ma deve fare i conti con la diversa stazza del diretto marcatore arì che lo sovrasta sulle palle alte e lo controlla bene sulle rare palle basse che gli arrivano. Al 91° reclama un rigore ma la spallata del difensore avversario non è punibile.
KARLSSON voto: 5
Parte titolare ma neppure in questa modalità si accende e diventa pericoloso per la porta avversaria. La penuria di reti all’attivo del Lecce non è certo colpa sua o, per lo meno, non soltanto di sua pertinenza ma ci mette comunque del suo. Al 43° ha l’unica occasione per gonfiare la rete da buona posizione ma tenta uno scavetto troppo lezioso che De Gea sventa in angolo. Nel secondo tempo ha almeno due occasioni per puntare l’area avversaria invece sceglie di crossare senza alcun costrutto e Giampaolo lo toglie dalla mischia dopo poco.
→ (dal 63′) REBIC voto: 4,5
La sua vacanza leccese prosegue beatamente. Altro spezzone di gara in cui sbaglia tutto ciò che si può sbagliare, tra aperture senza senso, passaggi larghi, colpi di tacco senza costrutto e zero fraseggio con Krstovic.
All. GIAMPAOLO voto: 5
Le intenzioni di riscatto dopo l’Udinese e la gara dell’andata terminata 0-6 restano solo sulla carta. Il Lecce becca subito il gol figlio di una prestazione impalpabile in avvio di gara. Nei primi 45 minuti i giallorossi creano una sola occasione, abbastanza fortuita, con Karlsson che fallisce sotto misura. Per il resto, zero tiri e De Gea inoperoso per larghi tratti. Un difetto che non si riesce a migliorare e che potrebbe costare caro alla compagine salentina. Senza fare gol diventa difficile aspirare alla terza permanenza di fila. Va inoltre detto che diversi calciatori sono in fase involutiva o in non perfette condizioni e le alternative scarseggiano o non sono all’altezza. Con i 3 cambi all’ora di gioco cerca di ridisegnare tatticamente il Lecce giocando con due punte più vicine ma il progetto non decolla mai. Rischia nel finale di trovare il pareggio con l’azione estemporanea di Danilo Veiga ma il miracolo non si compie e il Lecce resta senza gol per la quarta partita di fila. Aver riproposto Tete Morente a destra ed aver dirottato Berisha su quel fronte restano mosse opinabili.