LECCE – Ad un giorno dal rientro in campo del suo Lecce contro il Torino, che accoglierà i giallorossi nello “Stadio Olimpico Grande Torino” nella 4^ giornata di Serie A, mister Luca Gotti ha presentato la sfida di domani pomeriggio, ore 15, nella consueta conferenza stampa pre-gara. Il tecnico veneto ha analizzato la condizione fisica dei suoi dopo le due settimane di stop dettate dalle partite delle Nazionali, per poi andare ad analizzare il complicato match di campionato che attende i salentini.

Questa la disamina di Gotti: “Non siamo stati fortunati, Banda non sarà disponibile, gli africani hanno avuto viaggi di ritorno complicati. Diversi giocatori hanno fatto solo due allenamenti, uno di questi condizionato da stanchezza e recupero. Questa sosta ha dato al nostro Dorgu una grande soddisfazione, condivisa con tutti noi e non solo sua. Non cambierò sistema, ma gli equilibri dipenderanno dalle caratteristiche degli interpreti, dove andrò a prenderli, dove essere più impermeabili, dove cercherò la profondità. Abbiamo tanti trequartisti e devo dosare l’inizio con la gestione della partita, sarà questa una delle nostre chiavi. Sono state due settimane importanti per tutti, noi a Lecce avevamo la necessità di far fare la preparazione a tre calciatori arrivati negli ultimi giorni. Sono stati giorni importanti di carico fisico ed ora di integrazione con la squadra, che ha cambiato parecchi volti. Solo rifare le cose fatte con automatismi l’anno scorso non erano scontate, va ripreso tutto. Rebic? Il Rebic che conoscevamo di sicuro è complementare a Krstovic, sia per linguaggio calcistico che per caratteristiche tecniche e fisiche complementari, la troverei una coppia giusta, dobbiamo vedere. Rebic ha giovato l’ultima partita vera il 13 gennaio, ha 31 anni, non sono tanti, è integro fisicamente e si allena come un ragazzo, non gestendosi come un veterano. Per la prima volta fa i conti con l’età e una fase di latenza, vedremo che supporto gli darà il fisico. Altrimenti, non avrei nessun dubbio a schierarlo con Krstovic“.

L’allenatore del Lecce ha dunque spostato la sua attenzione su Marchwinski e sugli ultimi nuovi arrivati: “Rispondo con sincerità, non ho verità assolute da darvi. La mia impressione è che lui è un ragazzo a cui servirà del tempo per maturare all’interno del nostro contesto, è una mia visione, opinione, forse limite. Il Torino? Da fuori sembra un ambiente che in virtù di quest’inizio campionato ha grande entusiasmo, squadra, media, tifosi. Credo di andare a trovare una squadra con grande autostima, verremo aggrediti forte da loro. Conosco bene o male tutti i giocatori, è una buona squadra. Dire Ilic, Adams, Sanabria, Ricci, è limitante. Hanno un’idea di gioco messa in campo con efficacia e aver fatto punti crea un effetto di rinforzo positivo. Hasa e Bonifazi? Hasa ha caratteristiche diverse da tutti, nel suo ruolo c’è affollamento di giocatori, lo spazio bisogna guadagnarselo giorno per giorno, ma ha caratteristiche diverse dagli altri, un suo modo di stare in campo e di relazionarsi coi compagni, per lui sono state due settimane utili. Bonifazi viene da un percorso operatorio che lo ha fortemente limitato, un problema di due anni che si porta dietro. Si pensava a una continuità a Frosinone, ma il problema si è riacutizzato fino all’operazione. Ora è troppo presto per riuscire a capire se può tornare quello di Udine. L’idea di Berisha avanzato sarebbe fattibile, anche altri avanzati per contrastare la manovra, ma non è questione di un solo giocatore, devo scegliere chi gioca con chi“.

Gotti ha infine svolto un analisi sull’incontro col Toro, auspicando in un risultato utile: “Mi dispiace essere banale, ma chiedo un solo regalo per il mio compleanno. I punti. Io allenatore sono alla ricerca di un’identità ma chiaramente voglio anche i punti. Tre partite in sei giorni dopo? Servirà gestire la rosa, è un po’ troppo presto per le condizioni di tanti giocatori ed arriverò a gestire le forze. Per adesso, però, no. Che migliore difesa sia l’attacco lo pensano in tanti, ma spesso facciamo fatica a considerare la volontà del nostro avversario. Nel lungo termine per squadre come la nostra, dovendoci salvare, serve equilibrio. Non dobbiamo essere né troppo difensivi né troppo offensivi. È bello che il settore ospiti a Torino domani sia stato esaurito in pochi giorni, nell’ottica dell’entusiasmo mi è dispiaciuto non andare in piazza con i ragazzi delle elementari. Lì l’entusiasmo è naturale, non indotto“.

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