LECCE – Marco Mancosu ha concesso un’intervista ai microfoni di Radio Serie A dove, fra gli altri temi toccati, ha ricordato due momenti significativi della sua bella esperienza al Lecce, squadra di cui è stato anche capitano ed un suo simbolo. Il trequartista sardo ha ormai lasciato il Cagliari ed ha dunque parlato di quello che sarà il suo futuro a quasi 36 anni d’età, in un periodo della carriera in cui gli stimoli devono essere fondamentali per decidere di intraprendere una nuova sfida con una squadra di club.
L’ex numero 8 del Lecce si è espresso così in merito ai suoi piani in serbo per la prossima stagione: “Io ho sempre voglia di giocare a calcio, lo farei anche ora sotto casa. Ora devo capire ed essere onesto con me stesso per comprendere se sono in grado di dare il 100% per un’eventuale nuova esperienza, so che gli stimoli ci sono ma tutto dipende dalle risposte che darà il mio fisico. Ho sempre avuto la passione di fare l’allenatore, si vedrà, adesso sono in fase riflessiva. I miei esempi? Tatticamente Liverani mi ha insegnato tanto, per la gestione del gruppo, Ranieri è stato il top, dubito che avrei potuto incontrare uno più bravo di lui in questo frangente“.
Non ci sono rimpianti per Mancosu, rimangono invece tanti bei ricordi fra cui quelli vissuti in giallorosso. Per la panchina di una Nazionale il classe 1988 ha poi approvato una gestione Ranieri: “Non ho rimpianti, anche gli eventi negativi sono serviti per migliorare. Di momenti belli ne ricordo invece tanti, come la punizione segnata con il Lecce a Napoli, il rigore con la Casertana nel derby con la Salernitana, il mio ritorno al Cagliari e la rete siglata da centrocampo a Modena. Anche il gol del mio compagno Calderoni a ‘San Siro’ è stato un evento molto piacevole da festeggiare. Ranieri sulla panchina di una Nazionale? Assolutamente sì, ritengo che Mister Ranieri sia adatto a una grande competizione perché sa suscitare tanto seguito e poi sa leggere le partite in corsa. Lui ha sempre avuto il pallino, se vogliamo un piccolo rimpianto, di non aver potuto vivere un’esperienza del genere“.
