LECCE – Continuano a far discutere le dichiarazioni di Gabriele Gravina a margine della sconfitta patita dall’Italia per mano della Svizzera ad Euro2024, che hanno fatto parecchio scalpore nell’ambiente Lecce, a cui il D.T. Pantaleo Corvino, intervistato dal Corriere dello Sport ed al Gran Galà di apertura del calciomercato, ed il presidente dei giallorossi Saverio Sticchi Damiani al Senato, hanno replicato nelle scorse giornate. A queste voci si è aggiunta quella di Federico Coppitelli, ex allenatore del Lecce Primavera campione d’Italia 2022/2023, che ha concesso un’intervista a SportItalia nella quale ha discusso del tema riguardante la valorizzazione dei giovani italiani e stranieri.

Secondo l’attuale tecnico dell’Osijek la vittoria dei giallorossi Under-19 non è un cattivo esempio, ma rappresenta invece un monito: “Sono 15 anni che lavoro nei settori giovanili e chi è dentro i problemi li conosce bene. In Italia ci fermiamo a trattare la superficie dei problemi e veniamo tirati in ballo noi allenatori, oppure questo discorso degli stranieri del Lecce. Gli esempi di sacrifici la fatica che facciamo per stare nel settore giovanile ed avere la massima professionalità fra i ragazzi sono infiniti. Se si volesse migliorare effettivamente la capacità del nostro paese di produrre dei talenti, gli obblighi che andrebbero messi alle società sarebbero allora differenti, per favorire le possibilità ai giovani. Il nostro esempio, spesso tirato in ballo, doveva essere un monito. Noi del Lecce non abbiamo preso un giocatore del Real Madrid, del Bayern Monaco e del Manchester United. Lo scouting con cui si è vinto il campionato è stato fatto portando a casa un finlandese, un estone, due rumeni, un danese come Dorgu, un albanese, ragazzi che non arrivavano da chissà quali realtà. Rispetto a quello che dice Gravina, io mi farei la domanda opposta. Il Lecce vince con 10 punti di vantaggio con dei ragazzi come Dorgu, senza contratto da professionista in patria, come Berisha, Borbei e Burnete, tutti portati in prima squadra. Il nostro lavoro è stato fatto bene. Il direttore Corvino ha spiegato benissimo perché vengono presi i giocatori stranieri, Più che pensare a quello mi chiederei perché che uno debba prendere giocatori stranieri per essere competitivo. E si parla di un estone, un finlandese, un rumeno, un albanese, un danese, realtà che in teoria dovrebbero essere, fra virgolette, inferiori alla nostra cultura calcistica. Invece, il Lecce ha stravinto quel campionato“.

Coppitelli ha poi parlato di Patrick Dorgu, uno dei fiori all’occhiello del Lecce nato nelle fila della formazione berretti giallorossa, ed ha dunque affrontato la tematica delle squadre B, affermando: “Come ha detto benissimo mister Gotti, Patrick ha delle qualità che lo rendono a mio avviso speciale, perché unisce tante cose che nel calcio moderno sono importanti. Lui è un ragazzo destinato a fare una carriera di primissima fascia. Squadre B? Per quei giocatori non sono i percorsi collettivi a fare la differenza, dato che a noi non mancano i giocatori di buon livello, ma mancano proprio i campioni. Guardate Dorgu, che fa zero presenze in prima squadra l’anno prima, mentre l’anno dopo con D’Aversa gioca titolare. Questo è un passaggio che da noi non c’è e rende i percorsi dei giocatori più lunghi. Le seconde squadre possono sì aiutare, ma non so quante prime squadre oggi vedano realmente in un giovane della primavera una risorsa e le sue qualità prima che le dimostri. Donnarumma ad oggi è una colonna, ma è stato bravo il Milan a farlo giocare a 17 anni, facendogli fare un percorso da fenomeno. Ho allenato Frattesi, Scamacca, Buongiorno, loro ora sono all’Europeo, però hanno dovuto fare dei percorsi diversi molto più tortuosi. Se su Scamacca si fosse puntato da quando aveva 16 anni, da parte della Roma per esempio, magari quell’anno poteva essere meno incisivo di chi c’era titolare, ma gli davi comunque la possibilità di fare il percorso diverso. Ci vuole coraggio“.

Il tecnico romano ha pure dato le sue sensazioni sul nuovo progetto cominciato in Croazia ed ha infine ricordato il titolo Nazionale vinto col Lecce Primavera: “So che si sente dire spesso, ma per me è stata una scelta abbastanza facile quella dell’Osijek. Molti mi chiedano come mai abbia fatto una scelta non così ordinaria, andando all’estero, però io qui ho trovato una società in grande crescita, con la presenza del direttore José Boto, che è di spessore internazionale. Quando mi hanno spiegato la loro realtà ed il loro progetto per me è stata una decisione molto veloce. Gli obiettivi sono quelli espressi in pubblico, creare un percorso ambizioso, crescere sotto tutti i punti di vista e sviluppare i ragazzi giovani. Cercare sia di fare dei buoni risultati e crescere i talenti, ovvero quello che ho sempre provato a fare, dunque il lavoro sarà lo stesso per me. Dal punto di vista delle idee io cerco un calcio che mette in condizione i nostri giocatori più importanti di sviluppare la loro qualità. Sono un giovane allenatore ambizioso e ci ho messo poco a scegliere questo progetto perché c’è veramente tutto, è un mix tra giovani che che possono svilupparsi, quelli che in qualche modo si sono già affermati e dei ragazzi con esperienza. Lo scudetto Primavera al Lecce? Forse la soddisfazione più grande della mia carriera. In molti vedono la coppa alzata, ma c’è tutto il lavoro dietro da parte di tutti noi, che abbiamo lavorato con i ragazzi, e poi il lavoro dei ragazzi stessi. Prima della pausa dei Mondiali eravamo quint’ultimi, abbiamo finito stravincendo sia la regular season, che i playoff. È diverso vincere una cosa e l’altra con la formula attuale“.

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