LECCE (di Giovanni De Leonardis) – Il “lunch match” della 28ª giornata di Serie A propone lo scontro tra il Lecce ed il Verona, una partita importantissima per la bassa classifica, soprattutto alla luce delle vittorie di Cagliari e Sassuolo maturate negli anticipi del sabato. Marco Baroni, allenatore del Lecce nelle due ultime stagioni ed oggi sulla panchina del Verona, deve fare a meno dell’infortunato Cruz e dello squalificato Dawidowicz. Mister Roberto D’Aversa non dispone degli infortunati Brancolini, Kaba e Dermaku (per gli ultimi due stagione già finita). A centrocampo il tecnico pescarese schiera Gonzalez e Oudin ai lati di Ramadani, in difesa ed in attacco confermati gli stessi scesi in campo a Frosinone. Arbitra il padovano Daniele Chiffi. Sul “Via del Mare” soffia un forte vento di scirocco che ha molto condizionato le traiettorie della palla.

Il Verona parte bene, già al 1° minuto un cross deviato dal vento assume una traiettoria che sorvola non di molto la traversa leccese. Un minuto dopo Naslin riesce a liberarsi per il tiro che però risulta centrale e non preoccupa Falcone. Il Lecce sembra impacciato, come se avvertisse eccessivamente l’importanza dello scontro diretto e la paura di perdere prevalesse sulla voglia di vincere. Al 13° da corner per i veneti Folorunsho colpisce di testa ma non inquadra la porta. Il conseguente rinvio di Falcone, prolungato dal vento, viene letto male dalla difesa scaligera, ne approfitta Banda che riesce a rubare palla ma Montipò gli chiude la strada.

Al 17° Verona in vantaggio. Folorunsho calcia da fuori area, il tiro risulterebbe centrale ma impatta sul piede di Baschirotto e si trasforma in una palla che si infila chirurgicamente all’angolino, rendendo vano il tentativo in tuffo di Falcone: 0-1. Il Lecce potrebbe pareggiare 5 minuti dopo, quando l’arbitro concede un calcio di rigore ai giallorossi per un tocco con le mani di Magnani. Il VAR però richiama il direttore di gara che, dopo la “on field review“, annulla la decisione precedente. Le immagini addirittura sembrano evidenziare un tocco con il ginocchio del difensore scaligero.

Al 28° un cross di Oudin, sempre a causa del vento, diventa un tiro che Montipò deve alzare sulla traversa. L’estremo del Verona si deve ripetere sul conseguente corner rifugiandosi in angolo con l’aiuto della traversa. Al 32° il Lecce va vicino al pareggio con Almqvist il cui sinistro colpisce la parte alta della traversa. In chiusura di tempo Krstovic gira di testa un cross di Gonzalez trovando Montipò pronto alla parata. Lo 0-1 che accompagna le squadre all’intervallo sembra andare stretto al Lecce, il che giustifica una certa fiducia negli esiti del secondo tempo.

Invece, la cronaca della ripresa è piuttosto scarna. Il Lecce avanza il baricentro del gioco ma produce solamente una sterile occupazione della metà campo avversaria. Dopo circa un quarto d’ora Baroni toglie Tchatchoua (già ammonito) e Noslin per Centonze e Swiderski. D’Aversa risponde con Piccoli al posto di Almqvist. C’è più di mezz’ora da giocare ed il Lecce passa al 4-4-2. Paradossalmente il nuovo assetto tattico, che nelle intenzioni dovrebbe garantire una maggiore trazione anteriore, sortisce l’effetto contrario. Il Verona avanza il suo raggio d’azione e controlla il gioco senza correre rischi, mentre il Lecce si affida a lunghi lanci dalle retrovie che risultano difficili da controllare per i giallorossi o facili prede per i veneti.

Il tecnico salentino prova allora ad inserire forze fresche con Sansone e Dorgu che rilevano Banda (già ammonito) e Gallo. I cambi non modificano l’inerzia della partita e dalle parti dell’area veneta si dormono sonni tranquilli. Al 73° Montipò fuori dalla sua area rinvia male, Krstovic prova al volo a trovare la porta ma la palla esce abbondantemente fuori. Le successive sostituzioni di Lazovic e Serdar per Mitrovic e Dani Silva, seguite da quelle di Oudin e Ramadani per Blin e Pierotti ed infine quella di Henry per Suslov, non aggiungono e non tolgono nulla al niente che che la partita offriva.

Dopo 5 minuti di recupero, diventati 6 in itinere, l’arbitro Chiffi (negativa la sua prestazione) manda tutti a casa. Il Lecce quindi riesce a perdere una partita che era da vincere, giocando in casa contro una diretta concorrente per la permanenza in serie A. Troppo poco aver creato qualche occasione nella seconda metà del primo tempo, quando si era già in svantaggio. Per tutta la ripresa non si è riusciti a portare alcun pericolo alla porta del Verona, nonostante il doppio centravanti. Ma a cosa servono due centravanti se non si costruisce gioco? Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma la crisi di risultati è figlia della crisi del gioco. Vedere uscire Baroni vittorioso dal “Via del Mare” dovrebbe fare riflettere più di qualcuno… Ora il vantaggio sulla zona rossa si è assottigliato ad un punto e sabato si va in casa di una Salernitana che sembra spacciata ma, chissà?, forse questo Lecce riuscirà a resuscitarla.

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