LECCE (di Giovanni De Leonardis) – Al “Via del Mare” va in scena il lunch match tra Lecce e Bologna, due squadre che si affrontano con obiettivi differenti: i salentini per allungare sulla zona retrocessione ed i felsinei per confermarsi nei quartieri “europei” della classifica.
Clima di grande commozione sugli spalti per la ricorrenza del 40° anniversario della tragica scomparsa di MicheleLorusso e Ciro Pezzella. In più, per l’occasione il Lecce scende in campo con la maglia commemorativa dedicata ai due sfortunati calciatori. Prima del fischo d’inzio la società di via Costadura ha consegnato una speciale casacca ai familiari presenti oggi allo stadio.
Mister D’Aversa deve ancora rinunciare a Kaba e Touba ma ritrova Ramadani dopo il turno di squalifica. L’albanese con Gonzalez e Oudin forma la linea di centrocampo, il tridente d’attacco è affidato a Krstovic, Strefezza e Banda, con il rientrante Almqvist in panchina insieme all’ex Sansone. In difesa Dorgu ancora preferito a Gallo, Baschirotto e Pongracic centrali, Gendrey a destra e, ovviamente, Falcone in porta.
Thiago Motta deve fare i conti con numerose assenze, tra cui quelle di De Silvestri e Orsolini; inoltre l’allenatore del Bologna a sorpresa lascia in panchina Zirkzee lanciando l’olandese Van Hooijdonk al centro dell’attacco. Panchina iniziale anche per l’ex atalantino Freuler.
Il Lecce parte bene: già dopo 3 minuti da un corner Dorgu riceve un bel cross di Strefezza e libera un sinistro che costringe Skorupski a rifugiarsi in corner. I giallorossi giocano bene, pressano alto e mettono i bolognesi in difficoltà in fase di costruzione, di conseguenza affidata spesso a lanci lunghi nel tentativo di sfruttare la velocità degli esterni, soprattutto di Ndoye, che sulla corsia sinistra leccese è stato una spina nel fianco per tutti gli 85 minuti in cui è stato in campo. Al minuto 9 proprio Ndoye supera in velocità Dorgu e mette in area un traversone su cui deve chiudere Falcone.
Il Lecce manovra nella metà campo avversaria, facendo una buon pressing ed una buona circolazione di palla, ma è deficitario in fase conclusiva; prima Krstovic in allungo non riesce ad intercettare un cross di Oudin, poi Gonzalez tira dalla distanza ma il suo destro, pur potente, risulta centrale e Skorupski può rinviare. Lo stesso spagnolo è protagonista della più pericolosa azione del Lecce del primo tempo: su un cross di Banda da sinistra, l’ex canterano del Barcellona si inserisce in area, anticipa Kristiansen ma il suo tocco termina di poco a lato della porta. Al 36° ci prova Banda, che si libera bene per il tiro ma il suo destro è debole e centrale.
Nel finale di tempo è il Bologna ad andare vicino al vantaggio, prima con il solito Ndoye che, superato Dorgu, calcia in porta e costringe Falcone alla respinta, poi con Posch che raccoglie di testa uno spiovente da calcio di punizione con la palla che termina di poco alta sulla traversa. Giusto per la cronaca, il calcio di punizione era stato decretato per una fallo di Ramadani (ammonito) su Ndoye dopo che quest’ultimo si era liberato del giallorosso con un tunnel. Lo 0-0 che accompagna le squadre all’intervallo rispecchia quanto visto in campo.
Nel secondo tempo la musica cambia. Il Lecce non riesce più a pressare e lascia campo al Bologna che ne approfitta per rendersi pericoloso. Al 47° Van Hooijdonk riceve palla in area ma da buona posizione calcia fuori. Poco dopo lo stesso giocatore olandese non riesce ad impattare la palla su un pericoloso traversone del solito Ndoye.
Al minuto 57 inizia il valzer delle sostituzioni. Mister D’Aversa inserisce Piccoli per Krstovic, mentre Thiago Motta ne cambia addirittura quattro contemporaneamente: entrano Moro, Lykogiannis, Freuler e Zirkzee al posto di Aebischer, Fabbian, Saelemaekers e Van Hooijdonk.
Il Lecce cerca di attaccare ma, a differenza del primo tempo, la circolazione di palla risulta più confusionaria e non arrivano pericoli per la porta di Skorupski. Mister D’Aversa cerca di vivacizzare la manovra inserendo Blin e Sansone per Oudin e Banda, ma al 67° arriva il vantaggio felsineo. Ferguson si procura un calcio di punizione poco fuori l’area leccese. Sulla palla si presenta Lykogiannis il cui tiro scavalca la barriera e si infila all’incrocio dei pali. L’incolpevole Falcone rimane immobile: 0-1 per il Bologna.
Lo stesso Lykogiannis si divora il raddoppio poco dopo: su un’azione di ripartenza riceve un assist, guarda caso di Ndoye, che lo mette a tu per tu con Falcone, ma incredibilmente tira fuori. Altra chance per chiudere la partita il Bologna la spreca al 76°: Ndoye (e chi sennò?) lanciato a rete costringe Falcone ad una affannosa uscita, sulla respinta la palla finisce sui piedi di Ferguson che, con Falcone a terra e porta sguarnita calcia fuori, ma l’azione era stata viziata da un fallo sul portiere giallorosso.
D’Aversa si gioca le ultime carte passando al 4-2-3-1 con l’inserimento di Almqvist e Rafia per Strefezza e Ramadani. La mossa non sortisce gli effetti sperati, anzi sono ancora gli ospiti pericolosi con Urbanski, da poco subentrato ad uno sfinito Ndoye, che impegna Falcone.
L’arbitro, Daniele Doveri di Roma, concede 5 minuti di recupero; proprio al termine del quinto minuto di recupero il Lecce usufruisce di un calcio d’angolo. Anche Falcone si presenta in area avversaria. Sugli sviluppi del corner la palla viene rimessa in area da Dorgu, Falcone sembra arrivarci ma subisce una trattenuta da parte di Calafiori.
Su segnalazione del secondo assistente, l’arbitro decreta un inesistente fuorigioco di Dorgu, ma interviene il VAR che, riscontrata la posizione regolare del terzino sinistro sul cross d Rafia e la seguente trattenuta su Falcone, invita l’arbitro ad un “on field review” con Doveri che dopo una snervante attesa concede il calcio di rigore al Lecce. Si è ormai giunti al minuto 100. Piccoli con freddezza realizza dal dischetto per il definitivo 1-1.
Si può dire che al Lecce è andata bene, il Bologna deve molto recriminare sulle occasioni sprecate per andare sullo 0-2 che avrebbe chiuso i conti. Il Lecce ha il merito di averci creduto fino all’ultimo, ma la partita ha palesato la solita difficoltà di creare pericoli agli avversari. Del resto, se la vittoria manca da oltre due mesi (22 settembre, Lecce-Genoa 1-0) un motivo ci sarà. Qualcuno dovrebbe rifletterci sopra. Il punto di oggi comunque è un altro tassello che si aggiunge al mosaico della salvezza, 16 punti in 14 partite rappresentano un’ottima media, ma bisogna ritrovare al più presto la strada della vittoria, magari alla prossima in casa della diretta avversaria Empoli.