LECCE (di Giovanni De Leonardis) – Accade sovente che, quando la posta in palio è alta, la paura di perdere prevalga sulla voglia di vincere. Se poi ci metti due squadre limitate tecnicamente e che hanno il terzo peggior attacco della categoria (appena 30 reti a segno, peggio hanno fatto solo Sampdoria e Verona), allora si spiega il risultato a reti bianche tra Lecce e Spezia.
Gli allenatori (amici d’infanzia, nati e cresciuti nella stessa via a Firenze) confermano gli schemi consueti, il 4-3-3 per il Lecce ed il 3-5-2 per lo Spezia. Mister Baroni, in particolare, deve rinunciare all’infortunato Hjulmand e allo squalificato Banda, ma anche mister Semplici ha una lunga lista di indisponibili.
Il primo tempo vede un Lecce molto contratto, impacciato, ed è lo Spezia che si lascia preferire per la fluidità della manovra. Si gioca prevalentemente nella metà campo leccese ma Falcone non è mai chiamato all’intervento. Lo Spezia infatti ci prova dapprima con un sinistro dalla distanza di Nzola che termina a lato della porta e poi con un calcio di punizione di Esposito da posizione defilata terminato fuori. Nell’occasione il giovane centrocampista spezzino si becca gli improperi dei suoi compagni che, appostati nell’area leccese, si aspettavano un cross. Il Lecce invece chiude il primo tempo senza nemmeno una conclusione verso la porta avversaria.
Nella ripresa il Lecce appare più manovriero, alza il baricentro ma è sempre lo Spezia ad andare alla conclusione, prima con un calcio di punizione alto sulla traversa del solito Esposito, poi con Nzola che su azione da corner mette la palla di poco fuori. Il primo ed unico tiro (si fa per dire!) dei giallorossi nello specchio della porta ligure intercorre al minuto 79, ma la conclusione di Strefezza è debole e centrale.
Nel finale di gara è sempre lo Spezia a provare la via del gol. Al minuto 85 il subentrato Agudelo calcia di prima intenzione da fuori area ma il tiro risulta alto. In pieno recupero la più pericolosa occasione da parte dei liguri: su azione da calcio d’angolo si sviluppa un batti e ribatti nell’area giallorossa; il tiro finale, quasi a botta sicura a pochi passi dalla porta, è di Ekdal ma Askildsen (subentrato a Gonzalez) in scivolata lo rinvia.
Al triplice fischio dell’arbitro, l’internazionale Mariani, gli oltre ventiseimila spettatori di fede leccese (presenti anche circa settecento tifosi dello Spezia) non hanno potuto non provare un senso di delusione. Il Lecce in casa non ha mai vinto contro le dirette concorrenti, pareggiando con Sampdoria, Cremonese (da oggi aritmeticamente in Serie B), Spezia ed Empoli e lasciando l’intera posta in palio contro Verona, Salernitana e Sassuolo. La sconfitta di ieri del Verona avrebbe dovuto mettere le ali ai piedi ai giallorossi, protagonisti invece di una prova scialba, senza combattività agonistica.
Una vittoria avrebbe virtualmente chiuso il discorso salvezza, ma il Lecce non è stato in grado di offendere, oggi come in altre occasioni. A due giornate dalla fine del campionato può succedere di tutto: 3 punti più del Verona e 2 punti più dello Spezia non costituiscono un margine di sicurezza. Le prossime avversarie del Lecce, Monza e Bologna, lottano per l’ottavo posto che potrebbe aprire le porte della Conference League, per cui non faranno sconti…