LECCE (di Giovanni De Leonardis) – Doveva essere la partita del riscatto dopo le ultime due partite perse contro Sassuolo e Inter, invece contro il Torino il Lecce incappa nella terza sconfitta consecutiva. Eppure c’erano tutte le condizioni per una giornata di festa, dalla maglia speciale per i 115 anni di calcio in città indossata dai giallorossi su replica di quella della stagione 1991/1992.

Per non parlare della passerella pre-match con gli applauditissimi ex Beto Barbas e Pedro Pablo Pasculli, a cui l’U.S. Lecce ha consegnato una targa ed una maglia celebrativa, oltre alla discreta presenza di tifosi sugli spalti e alla giornata serena anche se disturbata dalla tramontana che ha reso problematica l’impostazione di lanci e passaggi.

Rispetto alla partita contro l’Inter, mister Baroni nel suo 4-3-3 può recuperare Baschirotto (reduce dal turno di squalifica), insieme ad Umtiti al centro della difesa. Gallo e Blin tornano titolari dal primo minuto al posto di Pezzella e Maleh e Ceesay vince il ballottaggio con Colombo per la maglia di attaccante centrale. Confermati tutti gli altri scesi in campo a San Siro.

L’allenatore del Torino Juric risponde con il consueto 3-4-2-1, proponendo densità in mezzo al campo e sulle fasce e lasciando il solo Sanabria punta avanzata. Proprio dalla corsie, specialmente da quella sinistra, il Torino ha portato i maggiori pericoli alla porta di Falcone; già al 6° minuto Radonjic effettua un cross da sinistra e Singo di testa mette la palla fuori. All’ivoriano le cose vanno decisamente meglio al minuto 20 quando, abbastanza libero da marcature, insacca la palla dello 0-1 raccogliendo un preciso cross di Miranchuk su azione susseguente ad un calcio di punizione. Si tratta dell’ennesimo gol che il Lecce subisce su palla inattiva con difesa schierata.

Trascorrono appena 3 minuti ed il Torino raddoppia. Radonjic (a fine gara il migliore dei suoi) si scatena sulla corsia di sinistra, va via a Baschirotto che aveva tentato di fermarlo in scivolata, entra in area all’altezza della linea di fondo e passa la palla rasoterra all’accorrente Sanabria che anticipa Gallo e segna. In 215 secondi si passa dallo 0-0 allo 0-2! Il Lecce accusa il doppio colpo, cerca di creare gioco ma non riesce mai ad innescare il tridente d’attacco.

Momenti di tensione intorno alla mezz’ora in prossimità della panchina leccese a seguito di un fallo di Ilic ai danni di Strefezza. Si accende un parapiglia tra giocatori e componenti delle panchine e a farne le spese sono lo stesso Ilic, il portiere Milinkovic-Savic e Strefezza che vengono ammoniti, il D.S. del Lecce Stefano Trinchera ed il fisioterapista Gerundo del Torino vengono invece espulsi. La partita diventa nervosa, fallosa, l’arbitro è costretto a decretare numerose interruzioni di gioco e a distribuire cartellini gialli (se ne conteranno sei nel primo tempo ma nessuno nella ripresa).
Si va al riposo senza nessun tiro in porta da parte del Lecce.

Baroni lascia negli spogliatoi gli inconcludenti Ceesay e Di Francesco e al loro posto entrano Colombo e Oudin. Quest’ultimo va sulla destra e Strefezza si sposta a sinistra. Il Lecce sembra più vivace, più grintoso, ma manca la qualità per impensierire i granata. Come se non bastasse, Hjulmand uscire dal campo per un problema all’occhio destro, conseguenza di uno scontro di gioco avvenuto sul finire del primo tempo. Entra Maleh e Blin si sposta davanti alla difesa.

Finalmente al 56′ arriva il primo tiro in porta (si fa per dire!) verso la porta avversaria del Lecce: è di Oudin che calcia dalla distanza, ma la sua conclusione non ha né la forza, né l’angolo necessario per impensierire Milinkovic-Savic che para senza problemi, sventando la pur timida minaccia. Sarà quella  l’unica conclusione del Lecce nello specchio della porta granata fino al 95′.

Prima Banda per Gonzalez e poi Persson per Strefezza sono le mosse della disperazione con cui Baroni cerca di vivacizzare la manovra d’attacco ma senza riuscire a modificare l’inerzia della partita. Anzi, è il Toro a rendersi pericoloso con due discese del solito Radonjic che costringono prima Falcone e poi Umtiti alla provvidenziale chiusura. Con il trascorrere dei minuti il Lecce perde progressivamente fiducia, mentre il Torino controlla senza problemi rimanendo compatto in entrambe le fasi. Dopo 5 minuti di inutile recupero l’arbitro Sacchi della sezione di Macerata decreta la fine delle ostilità.

Terza sconfitta e terza partita senza gol da parte dei giallorossi. Il Lecce visto in queste ultime tre partite non sembra nemmeno un parente lontano del Lecce che era stato capace di togliere punti alle più blasonate Milan, Lazio e Atalanta. Al di là di qualsiasi considerazione di natura tecnica, ciò che preoccupa di più è l’atteggiamento mentale della squadra, incapace di offendere e di reagire allo svantaggio. Nelle ultime tre partite solo due tiri nello specchio delle porte avversarie, troppo poco per pensare di rimanere nella categoria continuando di questo passo. Perdere in casa dell’Inter può anche essere messo in conto, ma perdere in casa contro Sassuolo e Torino, due squadre dignitose ma non trascendentali, deve fare scattare l’allarme. Domenica si va a Firenze. Sulle sponde dell’Arno vedremo un altro Lecce?

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