LECCE – Queste le dichiarazioni rese dal Questore di Lecce, Andrea Valentino, al termine della conferenza stampa svolta stamane negli uffici di via Oronzo Quarta in cui sono stati illustrati i dettagli delle indagini condotte dalla Polizia per i fatti accaduti in occasione di Lecce-Pescara del 31 marzo 2019 che hanno portato all’esecuzione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di tre soggetti appartenenti agli Ultrà Lecce.

Tutti e tre devono rispondere in concorso e sulla base di un comune disegno criminoso dei seguenti capi di accusa: lancio di materiale pericoloso; detenzione e trasporto in luogo pubblico di numerosi artifici pirotecnici – esplosivi “F4” – completi di miccia, nonché materie esplodenti del tipo ‘bombe-carta’; porto in luogo pubblico di strumenti atti all’offesa; danneggiamento aggravato e lesioni personali aggravate.

Il questore ha inoltre dichiarato: “Abbiamo indetto questa conferenza stampa perché si tratta di un’indagine a cui tenevo molto, sia pure per fatti datati, ma gravi e che risalgono al mio arrivo a Lecce. Con il dirigente della Digos ci siamo così impegnati per risalire ai responsabili di episodi che solo il caso ha voluto non sfociassero in tragedia con morti o danni più ingenti. Da qui le lunghe indagini che non hanno nulla a che fare con quanto successo ieri allo stadio, poiché ormai mi sento un leccese di adozione e sono felice che il Lecce sia in tornato in A. Ringrazio nell’occasione il personale della Questura che per tutto il campionato, fino ai festeggiamenti di ieri, ha garantito la sicurezza in città, grazie anche alla civiltà dei leccesi“.

I fatti in questione risalgono al marzo 2019, in occasione di Lecce-Pescara in Serie B, accaduti all’altezza di Torchiarolo, lontano quindi dalla città, dove ci fu un assalto organizzato da una cinquantina di individui quasi in forma militare che bloccò la carreggiata della Statale 613 Brindisi-Lecce senza valutare le conseguenze che potevano essere gravissime. Fu bloccata la carovana di un pullman e altri minibus con bombe carte, torce fumogene, mazze, bastoni e varie armi contundenti. Furono notevoli le difficoltà per la Polizia di raggiungere il posto da Lecce, visto che le pattuglie erano già nei pressi dello stadio Via de Mare. I comportamenti tenuti allora sono tranquillamente definibili criminali che potevano sfociare in una strage anche per via dell’orario, ossia le 19:30“.

Con attività tecniche e approfondimenti investigativi tra cui l’esame del DNA su indumenti abbandonati sul posto e sugli oggetti utilizzati, ha portato a tre arresti di persone sicuramente coinvolte negli scontri con capi di accusa pesanti di cui potrebbero in futuro rispondere anche altri personaggi. Uno degli arrestati era tra l’altro già sottoposto a DASPO. Abbiamo dimostrato che, anche quando si agisce in gruppo, siamo in grado di risalire alle identità dei singoli in un’azione che fu di rivalsa rispetto all’aggressione subita dai tifosi del Lecce nella gara d’andata”.

Com’è stato fatto infine notare dagli inquirenti, elemento di novità relativo a indagini sulle tifoserie che compiono questo genere di reati è l’utilizzo dell’esame del DNA, non usuale finora, a cui si aggiungono intercettazioni telefoniche, traffico di cella ed elementi raccolti con indagini classiche.

Una prova regina difficilmente controvertibile grazie al lavoro della Polizia Scientifica certosino, in un’area agricola sperduta su cui sono stati trovati oggetti di ogni tipo, su cui sono state rilevate le impronte e le tracce biologiche che corrispondevano a chi ha commesso l’agguato. Da qui la assoluta certezza dell’appartenenza al gruppo Ultrà Lecce. La misura dell’obbligo di dimora imposta è aggravata dal divieto di uscire dal comune di residenza dalle 20:00 alle 6:00.

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