LECCE – Non pronuncia mai il nome di René De Picciotto, ma la conferenza stampa indetta per stamattina dal presidente dell’U.S. Lecce Saverio Sticchi Damiani è stata incentrata soprattutto, e non poteva essere diversamente, sulle esternazioni del socio di maggioranza del club giallorosso. Il massimo dirigente del sodalizio salentino ha chiarito gli aspetti sollevati da De Picciotto, ma ha concentrato poi il suo intervento sulla straordinarietà del momento che squadra, società e tifosi stanno vivendo in attesa di Lecce-Pisa, gara che può valere una stagione, che si giocherà davanti a 25.000 spettatori, e puntellare quell’agognato raggiungimento della promozione in Serie A che resta l’obiettivo primario, dichiarato e condiviso da tutti i soci del club. E alla fine ammette: “Anziché andare in panchina, se potessi, lunedì andrei in Curva“.
“Ci siamo – ha esordito il presidente -. Siamo alla vigilia di un appuntamento che ad inizio stagione avremmo dato chissà che per poter vivere. Siamo partiti per disputare una stagione difficile, in cui confrontarci con club che hanno investito tanto; invece oggi ci ritroviamo in corsa per giocarci la promozione essendo padroni del nostro destino noi, insieme al nostro straordinario pubblico che ci ha dato quel di più per sfidare squadre più ambiziose. Sono felice di respirare questo clima di entusiasmo incredibile da parte del pubblico; la riposta del meraviglioso e grande Salento che vede il suo popolo di un milione di persone sparso in tutto il mondo e che lunedì avrà una bella fetta di rappresentanti sugli spalti. Ciò può fare la differenza. Sono davvero colpito dalla risposta dei 25.000 o più tifosi che spingeranno la squadra ed anche l’allenatore ed i giocatori sono colpiti da tanta passione. In questo particolare momento è difficile trovare in Italia analoga risposta. Segno che quest’anno è stato fatto un grande lavoro da parte di tutti. Vi garantisco che la squadra onorerà la partita col Pisa al meglio esprimendo sul campo ogni energia che ha dentro, dando battaglia dal primo all’ultimo minuto e onorando la maglia come fatto per tutto il campionato”.
“All’inizio della stagione, abbiamo inserito all’interno della maglia non più la frase se tifi Lecce, tifi Lecce e basta, ma abbiamo scelto col magazziniere Giovanni Fasano di dare un messaggio ai giocatori stampando anche nelle divise di allenamento ‘onora questa maglia’. Per me lo hanno fatto sempre, nonostante qualche gara giocata al di sotto delle attese, ma lunedì tutti sono consapevoli che, prescindere delle carriere che potranno fare, vincere qui è un’emozione che non ha pari e durerà per tutta la vita. I giocatori con cui abbiamo festeggiato due anni fa la promozione parlano di quel momento come l’apice della loro esperienza sportiva e lo ricordano con entusiasmo. Sono certo che lo stadio spingerà i ragazzi fino all’ultimo minuto perché questa è la partita”.
“In questi giorni sono state dette cose di tutti i tipi. Per noi la A rappresenta un traguardo che dà forza ed energia al progetto Lecce. Se ci arriveremo, stavolta lo faremmo da strutturati, con 23 giocatori di proprietà, giovani, che rappresentano il capolavoro di Corvino e Trinchera. Il tutto, inoltre, senza esuberi e senza costi folli come questa stessa società ha pur commesso con ingaggi onerosi come quelli di Paganini, Pisacane o lo stesso mister Corini. Stavolta abbiamo un grande punto di partenza a cui, ovviamente e lo possiamo fare senza chiedere a Pantaleo Corvino sforzi che lo portino in luoghi lontani, ma in mercati dalle risposte più certe, e allo stesso tempo potremmo attuare una politica di ridimensionamento e azzeramento delle passività normalissime emerse in questi due anni. Comuni a tutti dalla A alla C e dovute in primis al Covid che per due anni ci ha fatto compagnia. Un aspetto che ci ha portato a fare gli straordinari e noi soci abbiamo fatto sacrifici straordinari”.
“Si è parlato di debiti. Gestiamo il club da 7 anni e nei primi 5 non ha avuto un euro di debito, tranne che nelle ultime due stagioni ed il perché lo ho appena detto. Contratti pesanti trascinati dalla massima serie, ma già da allora è partita una strategia di risanamento della società e lo abbiamo comunicato. Tali debiti sono controbilanciati con la Bpp dai crediti che il club percepisce dalla Lega, come la quota di mutualità, li fanno estinguere. Poi ce ne sono altri garantiti, tutti da sforzi dei soci chiamati a ripianare le perdite e coprire quelle fisiologiche con garanzie personali, tutti quanti nessuno escluso. Qui non ci sono soci non finanziatori. Per non far mancare nulla a club, squadra e territorio si sono determinate perdite che abbiamo puntualmente comunicato. Da qui l’avvio della strategia per riportare la società in equilibrio. Ci auguriamo che l’impatto del Covid sia ora finito, i contratti onerosi sono stati risolti ed il nostro obiettivo non è far finta che tali passività non esistano, come si fa nel calcio italiano. Ma abbiamo in atto una politica di eliminazione degli sprechi e quest’anno stiamo eliminando le residue scorie delle ultime due annate. Facendo un raffronto con l’ultima Serie A questa rosa al completo vale quanto 5 o 6 giocatori di allora. Perciò possiamo destinare parte del budget a rinforzare la squadra e lo stiamo mettendo in atto già da ora”.
“Esiste la categoria del ‘dietrologo del paracadute’, ma c’è in qualsiasi piccola società, in cui qualche tifoso si dice certo che le società vogliono essere promosse per poi retrocedere subito e incassare i soldi della Lega per chi scende di categoria. Io assicuro che qui abbiamo margine per riportare subito in equilibrio il club come sempre fatto. Non ci sono misteri o cose nascoste. Sono cose già deliberate in assemblea e non c’è pericolo che possa essere smentito. Alla presentazione del nuovo socio Barbetta abbiamo ricordato quale sia la ricetta per consolidare il club con uno o due nuovi soci (uno è entrato al 10% e non escludo che presto ce ne sarà un’altra simile), eliminando gli sprechi e lavorando per centrare la A e rimanerci”.
“Se non avessi chiarito questi aspetti non si potrebbe discutere e preparare per bene la gara col Pisa. Parlare di passione che coincide con gli obiettivi della società. Poi ognuno è libero di gioire per l’uno o per l’altro aspetto, o per entrambi, non c’è nulla di male. Ma torniamo a parlare di Lecce-Pisa che ci vogliamo giocare al massimo in compagnia, col supporto e con l’aiuto dei 25mila che hanno deciso di stare al nostro fianco”.
“Se la squadra risentirà delle notizie di questi giorni? Sono questioni societarie, non credo che i ragazzi possano risentirne. La pressione, sì, è tanta ma il gruppo che è la sorpresa del campionato ha gli anticorpi per giocare questa gara con spensieratezza. Deve godersi il piacere di giocare con migliaia di tifosi presenti sia in trasferta che al Via del Mare. Giocare in uno stadio pieno di entusiasmo ed energia è un piacere e loro devono godere di questa fortuna”.
“Perché De Picciotto non ha ancora avuto un ruolo ufficiale nell’U.S. Lecce? In società il clima è sereno. Poco tempo fa ha rilasciato una bella intervista in cui confermava di non voler lasciare le sue quote. Il CdA è in scadenza, ma abbiamo deciso di mantenerlo in regime di delegatio per arrivare ad un Consiglio di Amministrazione che coinvolga anche i nuovi soci. Lì si delineerà la nuova composizione societaria definitiva”.
“Mi è dispiaciuto tanto per la sconfitta a Reggio Calabria nel giorno di Pasquetta per i 1000 tifosi arrivati al Granillo. La squadra ha fatto una partita appena sufficiente in una gara sporca che gli episodi potevano decidere. Le mie esternazioni hanno creato qualche polemica ma l’obiettivo della Reggina non credo fosse salvarsi ma cercare di andare in Serie A. Hanno tenuto in panchina Hetemaj, Galabinov e Denis. Se non fai partite al top contro chiunque, ecco che possono benissimo arrivare le sconfitte. Il livello del campionato è altissimo. Forse qualcuno ha guardato solo la classifica e si è fatto un’idea sbagliata. Ma noi ci stiamo giocando una soddisfazione più grande, mentre loro gioiscono per aver vinto una gara”.