LECCE (di Pierpaolo Sergio) – René De Picciotto non abbandona il Lecce e la squadra è convinta di potersi giocare la promozione diretta in Serie A pur tra tanta agguerrita concorrenza. A 9 giornate dalla chiusura della regular season in Serie B, il presidente Saverio Sticchi Damiani ha voluto incontrare stamane al “Via del Mare” la stampa leccese per fare il punto su quanto la stagione sta dicendo e su alcune indiscrezioni relative alla composizione della compagine societaria dell’U.S. Lecce.

STAGIONE DI SEMINA CON CORVINO, TRINCHERA E BARONI –Questa conferenza è tenuta direttamente da me perché in un periodo di partite ogni tre giorni c’è solo la possibilità di parlare della quotidianità e non della società a 360°. In accordo con mister Baroni ed il Responsabile dell’Area Tecnica Pantaleo Corvino, abbiamo concordato di parlare di temi di più ampio respiro. Giunti a questo punto del campionato, a 9 gare dal termine, credo che non stia passando il messaggio che è il Lecce la vera sorpresa. Vedo che prima di ogni match l’allenatore avversario ci indica come squadra da battere, ma si dimentica che in Serie B questa squadra sta tenendo botta giocando con titolari ragazzi che spesso non hanno mai giocato prima in Italia. Col Brescia c’erano ad esempio Plizzari, Hjulmand e Rodriguez. Significa non dare valore a tutto il lavoro svolto finora sul mercato da Corvino e Trinchera sul mercato, pescando profili sconosciuti che l’allenatore sta portando alla ribalta. Si faccia un confronto con i cambi che ha potuto fare il Brescia o il Monza contro di noi per avere un’idea. Nonostante il grande cambio generazionale messo in atto affiancando elementi di valore, si mistifica e non si apprezza fino in fondo il lavoro del mister e del suo staff che ha fatto subito integrare i giovani in un nuovo contesto. Se si pensa poi a giocatori come Strefezza, che finora aveva come record personale le 4 reti segnate con la Spal, aiuta a capire meglio che tipo di stagione stiano disputando i nostri giocatori. A gennaio c’era la fila per accaparrarsi i gioielli di questa rosa, ma vogliamo provare a giocarci le nostre chance di promozione fino alla fine. Se ce la facessimo sarebbe un capolavoro ed una boccata d’ossigeno per la società. In 7 anni abbiamo avuto solo una volta il bilancio in equilibrio, poi solo perdite. Sei anni su sette abbiamo investito risorse personali per farvi fronte”.

TIFOSI SUPER – “Voglio sottolineare il sostegno che il territorio ed i nostri tifosi stanno garantendo in un contesto oggettivamente difficile. Parlo dei 13mila di domenica o i 18mila contro il Parma. La nostra tifoseria è l’unica in tutta la categoria ad andare oltre crisi, Covid, calendario strampalato, che dà un affetto incredibile in casa e in trasferta dove i Settori Ospiti non bastano mai. Con 6 squadre in 5 punti può succedere di tutto, ma non significa che mettiamo le mani avanti. Come finirà è impossibile da prevedere, ma i dati parlano chiaro: oggi saremmo in A. Vantiamo il miglior attacco, la miglior difesa, il capocannoniere, il vice-capocannoniere, una rosa al 95% di nostra proprietà. Comunque vada, sarà stata una grande stagione di rilancio per l’U.S. Lecce. I tifosi incontrati in giro per l’Italia e le maglie donate ai tifosi disabili? Ci fa molto piacere. Facciamo molta attenzione alle richieste che giungono in società per dare e ricevere solidarietà e calore umano. Le maglie donate non era un gesto programmato, ma mi è venuto in mente di andare nel loro settore e passare qualche minuto con quei tifosi. Un momento molto bello perché ho visto che la loro nuova sistemazione è davvero dignitosa, anche per i rispettivi accompagnatori”.

I PUNTELLI DAL MERCATO –Credo sia stato soprattutto un mercato di riparazione. Abbiamo portato avanti una difficilissima politica di smaltimento della rosa con le operazioni di Pisacane, Vera, Meccariello o Paganini che non rientravano nel progetto tecnico. Così abbiamo preferito puntellare la rosa. Difficile trovare ad esempio un vice-Coda, visto che con lui titolare non sarebbe venuto nessuno. Quindi abbiamo puntato su Asencio, con altri acquisti mirati come Faragò che ogni volta che è sceso in campo ha fatto sì che il Lecce facesse punti. Simic si inserisce in una batteria di titolari e rispetto alle operazioni di altri club che hanno investito cifre importanti, qui abbiamo puntellato un organico già competitivo. Trattenere i gioielli? Dipenderà molto dalla categoria in cui giocheremo. Poi in questo calcio conta molto la volontà dei giocatori più che quella delle società. Noi abbiamo un gruppo eccezionale che partecipa compatto al percorso di crescita in cui nessuno molla ed in cui tutti si sentono dentro. Tutti sono convinti di potercela fare. I rinforzi di gennaio sono di prospettiva? Asencio è un ’98 acquistato a titolo definitivo. È considerato un predestinato perciò vorremmo riuscire a costruircelo in casa. Faragò non è giovanissimo ma apporta esperienza al centrocampo, mentre Simic è un puntello per la difesa. Plizzari e Ragusa sono due prestiti ed è un discorso a parte”.

ECONOMIE IN CRISI –Incide molto la politica di applicare prezzi ridotti per donne e under 14. C’è un calo di circa il 45% rispetto all’ultima Serie B pre-Covid in cui non c’erano restrizioni da pandemia o calendario notturno con orari delle partite assurdi ma, nonostante ciò, stiamo raggiungendo numeri che nessun’altra società cadetta può vantare, e neppure qualcuna di Serie A. Con la riapertura al 100% degli stadi dal 1° aprile manterremo le agevolazioni in essere per donne e ragazzi. Ci aspettiamo che la nostra gente ci dia una grande mano come sta facendo. Il progetto con Vivaticket va avanti e speriamo di sfruttare il Via del Mare come ipotizzato nei mesi scorsi per concerti e spettacoli a fine campionato”.

LECCE, IL PROSSIMO SARÀ L’ANNO ZERO – “Sette anni di cui 5 alla presidenza del Lecce ti cambiano dentro. Ti arricchiscono dentro sotto il profilo umano. Tutti i tifosi conosciuti in casa e fuori hanno arricchito il bagaglio della mia esperienza. Mi nutro del loro entusiasmo anche se sono anni faticosi perché non faccio il presidente a tempo pieno. Devo pensare alle mie attività che mi permettono di investire capitali in questa passione faticosa ma in cui i tifosi sono linfa vitale. La compagine societaria sta bene. Non c’è nulla da annunciare come si credeva prima di questa conferenza. La proprietà ha sofferto per il Covid, ma anche la retrocessione dalla A alla B è stata dannosissima perché ci siamo trascinati dietro diversi contratti operosissimi che non avrebbero avuto motivo di essere neppure senza Covid. Da qui la scelta di Corvino e Trinchera di ridurre il monte ingaggi.  L’anno prossimo sotto questo punto di vista sarà l’anno zero poiché finiranno i contratti ancora esistenti che andranno a naturale scadenza. L’Area Tecnica potrà lavorare su altri budget non soggetti a pregresse situazioni. Sarà un Lecce con contratti figli di logiche di questo tempo”.

DE PICCIOTTO SEMPRE IN SELLA – “Qui oggi voglio smentire voci circolate in questi giorni. In società Non è cambiato nulla: De Picciotto ha il 39%, io il 31% ed altri detengono il resto del pacchetto azionario. Sono tre blocchi in cui, se uno dovesse stancarsi, si andrebbe a rimpiazzarlo senza conseguenze sugli altri. René non è venuto allo stadio solo nell’ultima gara perché era negli Stati Uniti. Prima dell’Ascoli ha salutato la squadra in albergo ed un’altra volta è andato anche ad Acaya a fare lo stesso. Le altre partite le ha sempre seguite dagli sky box. Ciascuno finanzia in percentuale il club in caso di perdite ripianate da ogni socio in base alle quote possedute. Nessuno mette un euro in più o in meno in relazione a quante quote possiede”.

LECCE PROVINCIALE? NO, INTERNAZIONALE –Per superare il provincialismo abbiamo preso 50 stranieri tra prima squadra e giovanili… Cerchiamo di crescere con l’organizzazione, serietà e rigore finanziario. Credo che questo territorio non abbia niente da imparare in tal senso. Sa essere internazionale quando vuole. Spero che il club e la squadra sappiano essere all’altezza del cambiamento che il Salento sta vivendo. De Picciotto può stare tranquillo che il club è al passo del territorio”.

PRIMAVERA IN CERCA DI MIRACOLI –In quel campionato ci sono 3 società che non appartengono alla SERIE A: Lecce, Pescara e Spal. Una stranezza. Le squadre Primavera non hanno agevolazioni ulteriori per partecipare a quel torneo. Tutte le altre possono contare su risorse quasi 10 volte maggiori rispetto a noi. Sul fondo della classifica non a caso ci sono quelle tre squadre. Ma il Lecce è aggrappato alla zona playout e per salvarci dobbiamo confrontarci con Napoli ed Empoli, sulla carta una lotta impari. Stiamo provando a fare un miracolo. Il Sassuolo, avversario di oggi, investe cifre enormi nel settore giovanile. Abbiamo strappato 4 punti all’Atalanta, che l’anno scorso ha giocato per vincere lo scudetto. Difficoltà quotidiane con cui il responsabile del Settore Giovanile giallorosso si confrontano per cercare di raggiungere un’impresa chiamata salvezza”.

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