LECCE – SuperNews ha avuto il piacere di intervistare Franco Lepore, ex giocatore, tra le tante, di Lecce, Monza, Varese e Triestina. L’ex capitano giallorosso, attualmente svincolato, ha riattraversato gli anni in cui ha indossato la maglia della sua città, Lecce, ricordando la promozione in Serie A nel 2009/’10 e quella in Serie B nel 2017/’18, per poi ripercorrere l’esperienza nel Monza, con cui raggiunse una storica promozione nel campionato cadetto dopo ben 19 anni. Lepore si è anche espresso sugli attuali campionati di Serie A e di Serie B, esprimendo le sue impressioni su questo inizio di stagione. Infine, il calciatore si dichiara pronto per una nuova avventura calcistica dopo l’esperienza di 6 mesi vissuta con la Triestina.
Franco, la tua avventura calcistica inizia con il club della tua stessa città, Lecce. Hai vestito la maglia giallorossa nel 2009/’10, conquistando la promozione in Serie A, e poi dal 2014 al 2019, raggiungendo la promozione in Serie B, indossando la fascia da capitano e totalizzando 134 presenze. Che anni sono stati per te? Un ricordo di quel periodo che non scorderai?
“Esatto. Purtroppo non ho giocato nella Primavera del Lecce. Avrei dovuto, ma non ho potuto farlo perché sono stato scartato dal direttore sportivo Corvino che prediligeva i giocatori alti. Così io, che ero di normale statura, non sono stato preso dal Lecce e a 17 anni sono andato a giocare in Eccellenza. Per quanto riguarda gli anni in cui ho vestito la maglia della mia città, indimenticabile è il mio gol all’esordio in Serie B nel 2009/’10: era la prima presenza nel campionato cadetto con il Lecce e il mio primo gol con la maglia giallorossa, sotto la Curva Nord. Quello è un ricordo molto importante per me. Nello stesso anno, poi, abbiamo anche vinto il campionato e siamo stati promossi in Serie A ma io, sfortunatamente, mi ruppi la caviglia. I cinque anni che vanno dal 2014 al 2019 li porto sempre con me, mi hanno permesso di coronare il mio sogno, da tifoso e capitano giallorosso, e il sogno di una città intera vincendo il campionato di Serie B dopo 7 anni travagliati in Lega Pro”.
Oggi il Lecce è allenato da mister Baroni e si trova in una fase di ridefinizione. Nelle prime due giornate di campionato i giallorossi hanno perso 3-0 contro la Cremonese e pareggiato per 1-1 con il Como. Che pensi di questo nuovo gruppo? Cosa ti ha convinto e cosa no in queste prime due giornate?
“Credo sia stato fatto un lavoro specifico nel ringiovanire la squadra e nell’invertire la rotta del lavoro realizzato in precedenza. Sono stati fatti acquisti mirati e bisogna solo avere pazienza, perché si tratta di un gruppo nuovo, che si deve ancora conoscere. In ogni caso, sarà sempre il campo a dare le risposte. I giocatori dovranno soltanto dare tutto per la maglia del Lecce e migliorarsi sempre di più, giorno dopo giorno”.
Come valuti il mercato del Lecce?
“Tenere Coda è stato importante, perché è un giocatore forte, un attaccante di categoria che ha già dato un’impronta alla squadra. È stata un’ottima scelta di mercato inoltre tenere un giovane come Gallo, che è anche in Nazionale, e acquistare profili come Strefezza e Di Mariano, calciatori che hanno dimostrato di essere di categoria. In generale, comunque, credo che sia stato fatto un buon lavoro”.
Un’altra esperienza è stata quella a Varese, tra Serie D e C2, dal 2005 al 2009. Che ricordi hai con la maglia della Varese? Che mondo è quello della Serie D, un po’ più sconosciuto rispetto a quello delle altre categorie?
“Sì, ho trascorso a Varese 5 anni, vincendo due campionati da capitano e sfiorando anche la Serie A, sfumata dopo la sconfitta subìta nella finale dei playoff. Varese è stata la mia seconda casa e il mio trampolino di lancio. Tuttora, i tifosi stravedono per me e questo fa capire quanto io abbia dato a quella maglia. È stata una bella esperienza. In Serie D si trovano dei giocatori forti, così come giovani interessanti che sono, diciamo così, alle prime armi. Credo che oggi i ragazzi abbiano dei vantaggi, perché le leghe offrono degli incentivi alle società per far giocare i giovani. Per questo, loro devono essere bravi a sfruttare queste occasioni. Prima, per noi non esistevano queste possibilità: dovevamo giocarci il posto con gente più grande e già affermata“.
Col Monza sei stato uno dei protagonisti della promozione in Serie B dei brianzoli, traguardo che non si vedeva da 19 anni. Come definiresti quel periodo?
“Ho giocato a Monza per due anni. Sono arrivato lì a gennaio, l’ultimo giorno di mercato, quando sono andato via da Lecce. Per lasciare il Lecce potevo solo accettare la proposta di una società del genere. Quando ti chiamano Adriano Galliani e mister Brocchi non puoi dire di no. Il Monza trasmette immediatamente l’immagine di una società che ha fatto un calcio importante, come quello del Milan. L’impatto è stato davvero positivo. Anche se disputavamo il campionato di Lega Pro, con i brianzoli ho respirato aria di Serie A, sotto ogni punto di vista: dall’organizzazione generale fino al centro sportivo, che aveva al suo interno ben quattro campi. Sono stati due anni bellissimi. Abbiamo ottenuto anche la grande soddisfazione di vincere il campionato e di salire in Serie B, da primi in classifica a +16 dalla seconda”.
Nell’attuale campionato di Serie B, nelle prime due giornate il Monza ha pareggiato 0-0 contro la Reggina e vinto 1-0 contro la Cremonese. Quest’anno potrebbe essere l’anno giusto per la promozione in Serie A, a cui i brianzoli aspirano fortemente? Quali squadre possono puntare ai primi due posti della classifica?
“Sì, questo vale per il Monza così come per il Lecce. Penso che quest’anno la Serie B sia più difficile, perché più livellata, sia nei piani alti che nei piani bassi. Tutte possono giocarsela contro tutte. Tuttavia, il Monza è una delle pretendenti per la vittoria del campionato, perché formata da giocatori fortissimi per la categoria. I brianzoli dovrebbero essere i candidati numeri uno per lo scudetto, ma, anche per il Lecce, sarà poi il campo a dire l’ultima parola”.
A proposito di Serie A, quali sono le tue impressioni su questo inizio di campionato, alla luce dei primi risultati, dei tanti cambi di allenatore e dei nuovi acquisti di mercato?
“Mi incuriosisce molto la Roma, che ha cambiato allenatore ma anche metodo di gioco: con il precedente tecnico si giocava un calcio molto offensivo, incentrato sul possesso palla, un calcio che mi piaceva, ma che con Mourinho si è trasformato in solidità, anche difensiva. Lo scorso anno i giallorossi giocavano bene, ma a volte subivano gol inspiegabili. Invece, quest’anno, vedo i capitolini molto più solidi. Anche il Milan ha fatto degli acquisti molto importanti, come Giroud, giocatore in grado di sostituire Ibrahimovic. Per quanto riguarda la Juventus, bisogna pazientare, perché la società ha ringiovanito la squadra e ci sono stati diversi cambiamenti: è tornato Allegri, ma senza il gruppo di qualche anno fa. Adesso l’allenatore bianconero si ritrova giocatori differenti a disposizione, quindi deve aver modo di conoscerli. Bisogna avere pazienza”.
In quale club di Serie A ti sarebbe piaciuto giocare?
“Sicuramente nel Lecce. Anche una, una sola presenza in Serie A con i giallorossi, me la sarei meritata”.
La Triestina è stato l’ultimo club con cui hai giocato. Come ti sei trovato? E come mai è stata un’esperienza durata soli 6 mesi?
“Mi sono trovato bene, anche se si poteva fare di più. Ero in scadenza di contratto con il Monza e volevo giocare con continuità. Mancavano poche ore alla chiusura del mercato e, dopo una serie di riflessioni legate all’età di un giocatore nel sistema calcio, ho scelto di firmare un contratto di sei mesi legandomi alla Triestina. Sono andato lì, ho giocato, ho fatto anche qualche gol e alcuni assist. Sfortunatamente siamo usciti nella fase dei playoff. La Triestina aveva già due terzini sotto contratto, che facevano panchina quando giocavo io. Quest’anno è arrivato un nuovo allenatore, che ha trovato in rosa due giocatori sotto contratto da utilizzare e in generale sono cambiate un po’ di cose. Posso dire, comunque, di essere stato bloccato per le liste”.
Voci di mercato ti hanno accostato nuovamente al Lecce e anche al Catanzaro. Sei stato davvero vicino a questi due club?
“No, al Lecce no, si trattava soltanto di un’idea romantica. Al Catanzaro sì, mister Calabro mi voleva, ma la società ha fatto altre scelte e l’allenatore si è adeguato alle decisioni del club”.
Attualmente non giochi in nessun club, sei svincolato. Hai scelto di appendere gli scarpini al chiodo o accetteresti altre proposte di altre società qualora ti interessassero?
“Sì, adesso sono svincolato e sono in cerca di nuovi progetti e nuovi club ambiziosi. Mi sto allenando ogni giorno e sono pronto per una prossima chiamata, che spero arrivi presto”.